Tav

Passaggio in Val Sangone

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Sulla Torino-Lione scende in campo il deputato di Giaveno Osvaldo Napoli. Rispolverata con qualche modifica la vecchia idea della Provincia. Ma i sindaci valsusini sono contrari. Lunedì incontro con Virano

Giovedì 12 ottobre, tornando da Roma, di sera, i sindaci valsusini ci credevano davvero: la Conferenza dei Servizi  ha “congelato” la Torino-Lione. Questa, almeno, era la sensazione. “E’ andata come avevamo previsto”, dichiarava Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana Bassa Valle: “A Roma c’erano più di 30 sindaci. E a nome di tutto il territorio, da Settimo Torinese a Venaus, ho espresso la contrarietà al progetto. A quel punto ho chiesto che venisse sospesa la Conferenza dei Servizi”. Tesi non del tutto accolta dal Presidente della seduta, Gaetano Fontana, che si dichiarava impossibilitato a “sospendere una procedura avviata”. La Conferenza, quindi, risulta “aggiornata” ma senza la definizione di una data per la prossima riunione. “Mentre il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta – informava ancora Ferrentino – mi assicurato che entro dieci giorni convocherà il Tavolo Politico per avviare l’Osservatorio Tecnico presieduto da Mario Virano”.
Passano 24 ore, ed ecco la sorpresa. Venerdì 13 a tirare fuori il coniglio dal cilindro è il Tg regionale, edizione delle 19.30. Che declama all’incirca così: “Dopo la Conferenza dei Servizi di ieri prende quota un progetto alternativo: l’alta velocità in Valsangone”. Si tratta dell’ipotesi (riveduta e corretta) di una vecchia idea lanciata nel 1997 e riproposta nel 2000-2001 dalla Provincia di Torino durante l’era Mercedes Bresso. Che prevede l’attraversamento della valle di Susa sulla riva destra e un tunnel che, da Villar Focchiardo-S.Antonino, passa sotto il Pirchiriano e sbuca in Valsangone (nei dintorni di Trana) per poi correre fino ad Orbassano, dove c’è lo scalo merci , attraversare Torino e connettersi con la linea Tav fino a Milano e oltre.  Chi abbia fatto “prendere quota” al progetto lo si scopre nei giorni successivi, leggendo i quotidiani e ascoltando i notiziari della Rai regionale: è l’onorevole Osvaldo Napoli, deputato di Forza Italia, già sindaco di Giaveno. “La Valle di Susa non vuole la Tav? Noi della Val Sangone siamo disponibili a considerare la possibilità che il treno veloce passi nella nostra vallata”. Aggiunge Napoli: “La nostra esperienza è diversa da quella della valle di Susa, qui c’è un’altra cultura istituzionale. Siamo disponibili al passaggio della Tav purchè ci siano adeguate garanzie su ambiente e salute e contropartite. Tra queste una metropolitana leggera che colleghi la Val Sangone alla città di Torino”.
E in valle di Susa che si dice? La sortita di Napoli non è molto ben vista. “Parla di cose che neppure conosce e lo fa solo per ritagliarsi uno spazio politico”, accusa il presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa Antonio Ferrentino. Che aggiunge: “Questo tracciato, prima di interessare la Val Sangone, attraversa gran parte della Valle di Susa. E’ come l’altro. L’unica differenza è che corre sulla riva destra della Dora anziché su quella sinistra”. Poi la stoccata: “Per fortuna Napoli non è più il deputato del nostro collegio. Perchè quando lo era non si è mai degnato di confrontarsi con i sindaci della valle di Susa”.
E adesso? Napoli, con la sua proposta, è convinto di “fare gli interessi del Piemonte, dell’Italia, della Valle di Susa e anche della Val Sangone”. La dimostrazione? “Continuo a ricevere messaggi di consenso alla mia proposta”. Intanto lunedì sera l’ipotesi è stata discussa per la prima volta dai sindaci dei comuni della Val Sangone. Che per lunedì pomeriggio sono stati convocati dal Prefetto insieme ai colleghi valsusini per  un incontro con il presidente dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione Mario Virano.
La Torino-Lione vista da … Napoli
E’ sempre stata considerata una “opzione di riserva”, in subordine ai tracciati elaborati prima da Alpetunnel e, poi, da Ltf e Rfi. Adesso, però, è targata … Napoli. E, a parte qualche ipotesi “fantasiosa” (si è sentito anche parlare di un tunnel diretto da Chiomonte a Trana), il passaggio in Valsangone non farebbe certo rimanere indenne la Valledi Susa. Ecco in sintesi l’idea sostenuta prima da Mercedes Bresso e oggi dal deputato azzurro, con qualche correzione rispetto alla precedente.
– Tunnel di base più corto (intorno ai 45 km.) che dalla Francia sbuca non più a Venaus ma in alta valle di Susa, a Chiomonte (la prima ipotesi della Provincia prevedeva l’uscita del tunnel a Oulx)
– Da qui, con un tracciato parte in viadotto, parte in rilevato, parte in galleria artificiale,  la linea attraversa sulla costa della montagna, i territori di Mattie, San Giorio, Villar Focchiardo.
– A S.Antonino, a monte della frazione Cresto, dopo un brevissimo viadotto, il tracciato prosegue con una galleria (a quota 585 m.) lunga 15 km che passa sotto la strada per Folatone nel Comune di Vaie. Quindi, sempre dentro la montagna, nel comune di Chiusa San Michele. E, con un’ampia curva, giunge nel versante a ovest della Sacra di San Michele, a monte del Comune di S.Ambrogio e nel Comune di Avigliana in località Mortera. Il progetto propone anche una finestra di collegamento alla cava posta ai piedi della Sacra.
– La galleria prosegue poi sul territorio del Comune di Giaveno. Il tracciato sottopassa la Strada Provinciale  187 ed esce a valle dell’abitato di San Bernardino di Trana
– Quindi la linea, dopo una decina di km., arriva allo scalo merci di Orbassano per poi correre verso a Torino e oltre….
Questione Tav, l’onorevole Napoli in grande evidenza, corteggiato dai media
Bravo Osvaldo, che pacchetto!
Sulla questione Tav Napoli si riprende la scena, guadagna titoli di giornali, interviste. E, a suo dire, gli apprezzamenti la vincono di gran lunga sulle critiche. “Continuano ad arrivarmi messaggi” – dice., “Senta questo:Bravo Osvaldo, hai fatto un pacchetto unico, siamo con te!. E poi: Complimenti, sei fortissimo…!.C’è anche un grande economista italiano che si rivolge a me e ai sindaci della mia valle: Complimenti, in Val Sangone c’è una grande classe dirigente. E i giornalisti del Tg 5 mi hanno fatto le congratulazioni perché mentre andava in onda la mia intervista sulla Tav gli indici di ascolto sono saliti”: Un successone, non c’è che dire. Napoli è un fiume in piena, poi si interrompe: “Aspetti un attimo, ho in linea un giornalista del Sole 24 ore. Ma se vuole senta pure la conversazione”. Che fare? Ascoltiamo. “La gente è stufa delle contrapposizioni, delle proteste. Non ne può più di cortei, di bandiere, di urla. Dice basta! Come? Con questa proposta tolgo via le castagne a Prodi? Ma io guardo all’interesse generale del Paese. Senza quest’opera siamo tagliati fuori. Ne ha bisogno l’Italia, ne ha bisogno il Piemonte. Non è una questione di destra o di sinistra!”. Napoli prosegue: “E’ ovvio che le amministrazioni comunali della Valsangone sono politicamente vicine a me. I sindaci sono d’accordo con la mia proposta”. E sulla Valle di Susa? “Eliminiamo un bel problema. Quello della galleria sotto il Musinè, con il rischio amianto”. Ma la valle di Susa sarebbe comunque toccata: “Per correttezza sul percorso in Valle di Susa non mi pronuncio. Ognuno guardi a casa sua. Di certo la nostra proposta è utile per togliere un tappo, riavviare la discussione sul Tav, uscire dall’impasse.  Noi non ci poniamo in alternativa alla valle di Susa. Se i valsusini vogliono rimettersi a discutere, noi valsangonesi siamo disponibili a fare un passo indietro. La nostra disponibilità a far passare la linea in Valsangone comunque c’è. Purchè ci siano garanzie sulla salute, sull’ambiente e adeguate compensazioni come una linea di metropolitana leggera che colleghi la nostra valle alla città e un piano di sviluppo socio-economico”.
Insomma, per Napoli “in val Sangone non ci sono preconcetti. Anzi, gli amministratori pubblici, e non solo loro, ritengono che la Tav sia indispensabile per lo sviluppo del Paese e che quindi vada realizzata. E la sensazione è che gli stessi abitanti valsangonesi siano molto più disponibili rispetto a quelli della Valle di Susa”. Martedì, in alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione, Napoli rincara la dose. Prima col centrosinistra: “I fatti stanno dando ragione a chi, in tempi non sospetti, aveva invitato le forze politiche ieri di opposizione oggi al governo, a prendere il toro per le corna, a smetterla di civettare con no global, disobbedienti e quel variopinto caravanserraglio pronto a bloccare ogni progresso in nome di un’utopia bucolica e reazionaria”. Poi con la Valledi Susa a cui si contrappongono “le popolazioni della Valsangone, non infiltrate da provocatori di varia risma. I nostri abitanti sanno ben valutare i propri interessi e gli interessi dell’ambiente e dei loro figli”. Basta così: per oggi ce n’è abbastanza.
Tav in Valsangone? Così Napoli nel 1997
Luglio 1997. Esce la prima ipotesi “alternativa” della Provincia di Torino che propone il passaggio in Valsangone. Tra le tante reazioni, quella di Osvaldo Napoli, affidata a un comunicato stampa: “La pazzia non ha limiti. La proposta ha dell’incredibile perchè non definisce nessuno dei punti fondamentali della nuova linea; né quello di ingresso in galleria, né quello di uscita, né il percorso necessario per raccordare Orbassano, né il tratto di interesse della Valsangone. Quello che colpisce in questa vicenda è, ancora una volta, la superficialità disinvolta con cui vengono esaminati problemi di vitale importanza e commissionati studi che finiscono per costare soldi pubblici per tutti i contribuenti. Il tutto per ipotesi pazzesche. Nel caso, è un po’ come se per andare da Torino a Roma si ritenesse preferibile deviare per Venezia”.
Tutti i sindaci lunedì da Virano
Il Commissario di Governo: “La Valsangone non può essere un’alternativa alla valle di Susa. Il punto da affrontare è il nodo di Torino”
Appuntamento in Prefettura, lunedì pomeriggio, per tutti i sindaci interessati, a vario titolo, dalla Torino-Lione. La convocazione parte dal Prefetto e da Mario Virano che, in questi giorni, ha ricevuto la nomina formale a Commissario Straordinario del Governo per il collegamento Torino-Lione e, in quanto tale, Presidente dell’Osservatorio Tecnico. Perchè questo incontro? “Intanto per una questione di “fair play” – dice lo stesso Virano. “Dopo la nomina ufficiale da parte del Governo un atto di cortesia per presentarmi non ci sta male”. Poi c’è la sostanza: “Cogliere l’occasione per informare tutti sullo stato dell’arte”. Un appuntamento che giunge dopo la recente Conferenza Intergovernativa, dopo la Conferenza dei Servizi e dopo l’incontro di Udine tra ministri e presidenti delle Regioni coinvolti nel corridoio 5, da Lisbona a Kiev. E in vista dei prossimi appuntamenti: convocazione del Tavolo Politico a Palazzo Chigi (“lunedì dovrebbe esserci la data”) e dell’avvio dei lavori dell’Osservatorio. Ad essere convocati lunedì in Prefettura sono i sindaci della Valle di Susa, della gronda, della Valsangone, di Torino e dintorni.
E sulla proposta del passaggio della Tav in Valsangone Virano che dice? “Dico che l’eventuale (e sottolineo “eventuale”) interessamento della Valsangone non può nascere dall’esigenza di by-passare la Valle di Susa perché qui ci sono problemi politico-sociali. Messa così, sarebbe proprio una stupidaggine. Perchè comunque, in valle di Susa, bisogna passare. La Valsangone, quindi, non va interpretata come un’alternativa alla Valle di Susa. O meglio, può esserlo in parte ma non può essere un’elusione della valle di Susa”. Per Virano la questione è “strategica” e va al di là delle beghe e degli interessi politici. “In ballo c’è la questione del nodo di Torino. Se cioè la linea debba essere la “Milano-Lione” che sfiora Torino oppure la Lione-Torino-Milano-Venezia ecc…”. Il punto è chiaro. C’è l’esigenza di un punto logistico per le merci nei dintorni di Torino: “Con l’ipotesi Rfi potrebbe essere a Chivasso o, in alternativa a Orbassano. Ma in quest’ultimo caso bisogna realizzare l’interconnessione di Corso Marche che, per le Ferrovie, costa intorno al miliardo di euro. Mentre nel caso di un passaggio lungo la Valsangone potrebbe essere rivalutato lo scalo merci del Sito di Orbassano, su cui in questi anni sono stati fatti ingenti investimenti”. Insomma, bisogna discutere, confrontarsi. “Non sulla base di ipotesi improvvisate – dice Virano – ma di studi e argomenti fondati”.
Bruno Andolfatto
Duri i giudizi dei sindaci valsusini sull’ipotesi alternativa
“Ma quel tracciato non evita i cortili della Valle di Susa”
Se c’è un cortile toccato dalla nuova ipotesi per la Torino-Lione, è quello di Antonio Ferrentino. Già, perché il tracciato rilanciato da Napoli sulla scorta di uno studio della Provincia di Torino, va a cozzare proprio sul territorio comunale su cui il presidente della Comunità Montana Bassa Valle indossa la fascia tricolore. Ed è il comune di S.Antonino, dove (più o meno a mezza montagna) dovrebbe iniziare un buco lungo 15 km. fino alla valle parallela: la Valsangone. Ce n’è abbastanza per essere un boccone amaro da trangugiare. E Ferrentino, chiamato a replicare, non si tira certo indietro. “Proposta irricevibile. Soprattutto perchè tocca pesantemente la Valle di Susa come e forse più dei progetti Ltf e Rfi. L’unica modifica è il passaggio sulla riva destra anzichè sulla sinistra”.
Anche il sindaco di Susa Sandro Plano ha qualcosa da dire: “Noi stiamo cercando, faticosamente, e con il maggior buon senso possibile, di affrontare questo grande tema che investe aspetti come la politica, la tecnica dei trasporti e l’ordine pubblico. Ora, nessuno ha la verità in tasca su possibili soluzioni, e ci sono pesantissimi interrogativi sull’utilità dell’opera, così come sul fatto che sia sostenibile da un territorio come il nostro…Per risolvere questo problema, con notevoli sforzi da parte di tutti, compresi i due ultimi governi nazionali, è stato fatto un tavolo politico che deve dare risposte. E poi c’è anche un tavolo tecnico, l’osservatorio, che deve valutare invece proposte come il riammodernamento della linea storica, ed anche quelle sugli eventuali itinerari alternativi…Si tratta di un percorso dialettico ed operativo concordato da tutte le parti in causa, ed accettato . Adesso, tutte queste dichiarazioni sono intempestive. A fare esternazioni come quelle di Napoli siamo capaci tutti, così come redigere la lista della spesa. Non ha niente da insegnarci. Mi stupisco soltanto che uno come lui non dimostri di capire la delicatezza della materia…Gli consiglio pertanto di ridurre i toni e di lavorare senza smanie di vetrina. Oltre tutto, la soluzione della Val Sangone, prospettata da Napoli, alla bassa valle di Susa non cambia certo la vita…”. Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, da parte sua parla di “uscita intempestiva e inopportuna”. Cesare Bellando è il primo cittadino di Mattie. Il passaggio della Tav in Val Sangone? “Sono contro…Se abbiamo combattuto per non fare passare la linera in Val Susa, non è che facendola passare nella vallata vicina cambia qualcosa. Devastare qui, o lì, è perfettamente uguale. Non cambio idea: è un’opera inutile”. Scende in campo anche Carla Mattioli, sindaco di Avigliana: “Partiamo da questo concetto: la valle vuole discutere sulla necessità di quest’opera, se serva prima di tutto all’Italia, ed alle sue finanze…Ecco, la boutade di Napoli sulle compensazioni, va in direzione diametralmente opposta a quella che è la nostra idea di sviluppo del territorio. Non è che se non ci fanno più la Tav, per esempio, ci mettiamo a piangere perché non possiamo più fare il palazzetto dello sport sul territorio del nostro comune…Se optiamo per intervenire sulla linea storica, qualche motivazione ci sarà…”

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