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Ma a cosa serve la Torino-Lione?

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Interviene Andrea Allasio, tecnico valsusino: “Ecco i dati sul traffico merci” . “L’alternativa? Potenziare la linea storica e distribuire le merci sui valichi”

Non ci si può non domandare se la Torino-Lione sia necessaria, se davvero il traffico stradale crescerà a dismisura, se la linea storica sarà a breve satura e se questa non possa bastare.
Dal punto di vista del trasporto dei passeggeri la linea non è necessaria, tale trasporto è diminuzione tant’è che dopo il rapporto francese di  SETEC economie e l’audit del governo d’oltralpe, la Torino– Lione nata per questo tipo di trasporto è diventata mista, alta velocità ed alta capacità (AV-AC)
Nonostante l’affermazione dei promotori della continua crescita del traffico merci sull’arco alpino sia corretta, un’attenta analisi sul traffico tra Italia e Francia mostra che:
–   Il traffico merci su strada, attraverso ai valichi principali di Ventimiglia, Monginevro, Frejus e Monte Bianco dal 1983 al 1999 è cresciuto di circa il 2%, ma dal 1999 è costante intorno a 41-42 milioni di tonnellate  (Mt) all’anno.
–  La somma del traffico merci del Frejus e Monte Bianco rimasta pressoché costante per anni è anch’essa in diminuzione dal 2003. Prima dell’incidente del Bianco i due tunnel si ripartivano in misura uguale merci per circa 25 – 26 Mt all’anno. Le proiezioni dei promotori hanno speculato sul fatto che dal 1999 ad oggi il traffico merci sulla A32 sia aumentato a causa dell’incidente del Bianco e del contingentamento dei TIR.
–  Il traffico merci sui valichi ferroviari di Ventimiglia, Frejus e Sempione è anch’esso costante da anni con una flessione verso il basso dal 2003.
–   Le merci ferroviarie al Frejus dopo aver sfiorato i 10 Mt nel 1997 sono scese a 6.9 Mt nel 2004.

Globalmente il traffico merci che transita tra Italia e Francia non mostra alcuna tendenza di crescita e l’apertura del tunnel del Lotchberg nel 2007 e il raddoppio della Genova-Marsiglia nel 2015 faranno ulteriormente diminuire il traffico ferroviario al Frejus, perché insieme permetteranno altri 210 treni al giorno. Le merci che ora transitano al Frejus e destinate/provenienti dal nord della Francia, Belgio e Inghilterra, transiteranno al Sempione-Lotchberg, mentre quelle verso la Spagnaa Ventimiglia.

I promotori della Torino Lione non hanno mai considerato l’effetto del potenziamento di valichi ferroviari adiacenti e si sono limitati ad analisi di tendenza sulla singola linea Torino – Modane, applicando ad essa i fattori di crescita economica di tutto l’arco alpino, così tutte queste stime fatte sin dal 1991 non si sono avverate. Nel 1991 si prevedeva che nel 2004 al Frejus fossero transitate 14 milioni di tonnellate di merci, mentre in realtà ne son passate 6.9.
La linea storica è tutt’altro che satura, nei giorni feriali passano circa 130 treni al giorno, ma in passato ci son stati giorni in cui ne son passati 200.
Il vero problema è che la linea storica è stata tecnologicamente trascurata, la mancanza del blocco automatico tra Bussoleno e Borgone, alcuni ponti, strozzature e passaggi a livello, impongono limitazioni di velocità, mentre la carenza di potenza elettrica installata, limita a due o tre i treni che possono salire a piena velocità tra Bussoleno e Bardonecchia.
La pendenza della linea sta all’interno del 3% massimo stabilito dalla UE, eccetto alcune punti in Francia, ma si sa che altrove sono state concesse deroghe anche fino al 4%.
La linea storica debitamente aggiornata, potenziata nelle sue infrastrutture è in grado di sopperire al traffico almeno per il prossimi 30-40 anni, a pari condizioni economiche e politiche tra gli stati.

In conclusione, non esiste alcun motivo tecnico e/o economico che giustifichi un’opera complessa, invasiva e costosa come la Torino – Lione. Il potenziamento della Torino – Modane, unitamente al raddoppio della Genova – Marsiglia e l’elettrificazione della Torino-Cuneo-Nizza costituiscono insieme una valida alternativa alla Torino – Lione, distribuendo il traffico su più direttrici.

Andrea Allasio

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