Cavalcavia e sottopassi, si riparte (forse) a marzo
Read Time:3 Minute, 18 Second
“L’iter burocratico è terminato. Attendiamo solo l’ok dell’ufficio legale delle Ferrovie. Entro la fine del mese firmeremo il contratto e i lavori potranno ricominciare a marzo. Obiettivo: terminare le opere per l’estate del 2013”. Lo ha assicurato questa mattina, giovedì 2 febbraio, Lucia Coa, dirigente di Rfi, ai sindaci Piero Listello di Condove, Domenico Usseglio di Chiusa San Michele,Antonio Ferrentino di S.Antonino, Lionello Gioberto di Vaie, Paolo Alpe di Borgone, e Giorgio Vair di San Didero, nel corso della riunione che si è tenuta nell’aula consiliare del Municipio di S.Antonino.
Ripresa dei lavori in vista quindi, dopo il fallimento della Italcoge di Susa che, all’inizio di agosto, aveva abbandonato i cantieri con i manufatti costruiti a metà. Non ci sarà un nuovo appalto (che avrebbe allungato notevolmente i tempi), “ma – ha spiegato Lucia Coa – i lavori saranno riaffidati alla ditta che si era classificata quarta nella gara d’appalto”. Nello specifico si tratta della Preve Costruzioni di Roccavione (Cuneo). “Nelle settimane scorse i responsabili dell’impresa hanno effettuato un sopralluogo nei cantieri e siamo speranzosi che la Preve accetti di firmare il contratto”, ha aggiunto Coa.
Il programma dei lavori prevede l’avvio contemporaneo di tutte le opere previste a S.Antonino (un sottopasso e una strada di collegamento con Vaie), Chiusa San Michele (due sovrappassi) e Vaie (un sovrappasso).
Ma, come hanno chiesto gli stessi sindaci, la priorità sarà data al cavalcaferrovia di Chiusa San Michele (sulla strada che collega la Statale 25 alla ex Statale 24) dove i problemi legati al traffico sono maggiori e attese delle auto davanti alle sbarre chiuse del passaggio a livello sono più lunghe. “Si va dai 10 ai 20 minuti. E le code che si formano arrivano a 300-400 metri, con perenne rischio di incidenti visto che la strada del passaggio a livello, dall’incrocio con la Statale 25, è lunga appena 50 metri e gli automobilisti per svoltare dalla Statale sono costretti ad attendere al centro della strada”, spiega il sindaco di Chiusa San Michele Domenico Usseglio. “Ed è questa la ragione per cui chiediamo alle ferrovie, in attesa che il cavalcaferrovia sia completato, di presidiare con del personale, la vicina Stazione di Condove, così da regolare meglio la chiusura delle sbarre. La gente è esasperata e non può aspettare un altro anno e mezzo”, ha aggiunto Piero Listello, primo cittadino di Condove.
La questione, poi, si è spostata sulla soppressione dei due passaggi a livello di Borgone che, nelle previsioni iniziali dovevano essere sostituiti da un sottopasso nei pressi della zona industriale del paese.
“Ma ci siamo resi conto – ha spiegato il sindaco Paolo Alpe – che l’opera avrebbe comportato problemi, vista la presenza di una falda freatica a pochi metri dalla superficie”. Ecco quindi la nuova proposta, ancora tutta da progettare: non realizzare più il sottovia a Borgone e realizzare una strada (parallela alla linea ferroviaria) che si collegherà con il vicino sovrappasso, costruito e in uso da diversi anni a San Didero, nei pressi delle Acciaierie Beltrame. In questo modo non ci saranno interferenze con l’attuale strada provinciale che interessa l’abitato di San Didero. Le ferrovie, inoltre, sosterranno gli oneri della risistemazione della viabilità di Borgone per evitare il rischio che, con la chiusura del passaggio a livello accanto alla stazione, si l’abitato sia tagliato in due.
Qualche resistenza è stata manifestata da Giorgio Vair, sindaco di San Didero, che non ritiene il suo Comune sufficientemente “compensato” dopo la realizzazione del sovrappasso e con la realizzazione delle nuove opere previste. In ogni caso, le ferrovie prevedono la realizzazione di un sottopasso ciclopedonale a S.Antonino, accanto all’area industriale, dove ora c’è il passaggio a livello. Questo per favorire i circa 500 abitanti della frazione che, abitualmente, per vari servizi, gravitano abitualmente su S.Antonino e che diversamente, una volta soppresse le “sbarre” sarebbero costretti a un lungo giro per raggiungere il paese.