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Dario Fracchia, sindaco di S.Ambrogio |
L’Osservatorio è un organo tecnico costituitosi dopo i fatti ben noti di Venaus del 2005, con la finalità di analizzare da un punto di vista tecnico il problema tav, finito invece per essere un organo politico di propaganda mediatica a favore del tav. La militarizzazione della Valle, l’attuale contrarietà all’opera delle 24 amministrazioni principalmente interessate dall’opera e l’imponenza della protesta popolare certificano il fallimento e il superamento dell’Osservatorio.
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Mario Virano, presidente Osservatorio |
Come richiesto nell’ultima riunione in Regione dal Presidente della Comunità Montana a nome dei 24 Sindaci che la sostengono, è necessario un tavolo politico con il Governo sul quale potere confrontare con i tecnici le ragioni economiche e trasportistiche che non rendono prioritaria quest’opera, alla luce della crisi economica e della ristrettezza delle risorse che impongono di scegliere ciò che è veramente prioritario.
Questo appello al Governo da parte delle amministrazioni locali fa eco a quello di 360 Professori Universitari di tutta Italia, sempre rivolto al Primo Ministro Monti, per poterlo incontrare e dimostrare, dati alla mano, l’insostenibilità economica del progetto tav per la mancanza di fondi rispetto anche ad opere più urgenti, utili ed indispensabili che la Nazione aspetta e che darebbero da subito tantissimi posti di lavoro su tutto il territorio nazionale.
Della costruzione di una seconda linea feroviaria in Valle, a quanto dichiarato dallo stesso Commissario di Governo Architetto Mario Virano e dal Presidente Cota durante l’ultima riunione in Regione, se ne riparla non prima di trent’anni per la mancanza di fondi. Per cui il tunnel dibase da otto miliardi di Euro – secondo una stima di massima del 2009 di cui almeno 2,7 a carico dell’Italia – una volta terminato dopo almeno dieci anni di lavori, sbucherà sempre sull’attuale linea storica senza dunque aumentarne la capacità di trasporto merci neppure di un chilo.
Questo a dimostrazione di quanto non si tratti nè di un lavoro urgente nè utile per almeno trent’anni, a fronte di una costante diminuzione ormai quasi ventennale del traporo merci sull’attuale linea ampiamente sottoutilizzta e di emergenze anche nel campo dei trasporti ben più pressanti ed evidenti: il nodo di Torino, il trasporto pendolare, il materiale ferroviario obsoleto, il trasporto metropolitano,il raddoppio di oltre cinquemila chilometri di rete ferroviaria in Italia ancora oggi a binario unico,l’ammodernamento del sistema dei porti, tanto per citare i più importanti.
L’edilizia scolastica, l’efficienza energetica degli edifici, le energie rinnovabili,la ricerca, la formazione attraverso investimenti nella scuola e nell’Università clamorosamente tagliati in questi anni,la sistemazione del dissesto idro-geologico che ad ogni pioggia o nevicata più intensa ci vede contare milioni di euro di danni spesso accompagnati prutroppo da feriti e morti,la giustizia senza risorse inefficace e lentissima, tanto per citare le criticità più evidenti, sono le vere grandi opere da affrontare con urgenza per il nostro paese e che ci aspettiamo vedere realizzate come frutto dei sacrifici che il Governo ci impone.
Opere queste che darebbero da subito, e non tra trent’anni, una risposta significativa in tutta Italia alla fame di lavoro e che servirebbero anche a migliorare la bilancia dei pagamenti grazie alla riduzione dei costi energetici. Alla riunione di lunedì 5 Marzo in Regione, alla nostra domanda di vedere il rapporto sui costi/benefici dell’opera, ci è stato candidamente risposto dall’Architetto Virano, che sarà pubblicato il prossimo 21 marzo: dopo vent’anni si è decisa un’opera da 35-40 miliardi complessivi senza che ci sia a monte di questa scelta un’analisi dei costi e dei vantaggi! Questo fatto è a dir poco scandaloso specie perchè si parla di soldi pubblici, dei nostri soldi: è un metodo inaccettabile a fronte dei tagli sulla spesa pubblica e dei sacrifici che ci vengono richiesti.
Su questi aspetti economici in primo luogo il Governo deve dare delle risposte chiare e puntuali, non solo alla valle di Susa ma a tutti gli italiani, prima ancora di parlare di cantieri.Qualcuno si chiede giustamente perchè ci sia questo accanito consenso trasversale al tav di tutti i partiti, a parte l’IDV di Di Pietro che ha cambiato idea e le forze politche attualmente fuori dal parlamento.
Un’ipotesi di risposta plausibile a questo quesito la suggerisce un dato incontestabile,reso pubblico pochi giorni fa dalla Corte dei Conti, il massimo organo contabile dello Stato: la corruzione in Italia vale 60 (sessanta!) miliardi all’anno e trova nei grandi appalti il suo maggiore gettito. Con questo non si vuole criminalizzare tutta la classe politica fatta anche di tantissime persone oneste e per bene nè dire che le grandi opere non si debbano fare perchè esiste questo problema. Ma è necessario dire a gran voce che vanno fatte se servono,solo dopo un’attenta e preventiva analisi costi/benefici ed affrontando in modo serio e definitivo questo cancro della corruzione dilagante che sta avvelenando il paese portandolo su una china pericolosissima.
Cancro che ci costa un sacco di rinunce e che si chiama appunto furto di denaro pubblico e sottrazione di risorse per le necessità di base di una società civile. Su questi temi con un’operazione verità costruita sui dati e non su posizioni pregiudiziali o ideologiche chiediamo un confronto aperto e costruttivo con il Governo, la sola strada per uscire dalla situazione di stallo attuale.
Dario Fracchia Sindaco di Sant’Ambrogio
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