Tav

“Tav, solo 4 case toccate a Susa”

0 0
Read Time:3 Minute, 40 Second
Presentato ieri a Torino il progetto low-cost della Torino-Lione. Plano: “Per noi l’opera resta inopportuna” . Salta anche l’interconnesione di Chiusa San Michele
 
La Torino-Lione “low cost”, cioè a costo ridotto (per le casse degli Stati e dell’Europa) è stata presentata ai sindaci ieri, mercoledì 28 marzo, in Regione. Riunione tecnica veloce, quasi senza dibattito e liquidata, sul fronte delle fasce tricolori No Tav, dal giudizio lapidario di Sandro Plano, presidente della Comunità Montana: “La vera questione é  l’opportunità della nuova linea che, per noi, rimane un’opera inopportuna”.
Riunione tecnica, ma non priva di novità. Come sottolinea Mario Virano, presidente dell’Osservatorio: “Il cosiddetto progetto “fasato” recepisce la vecchia richiesta dei Comuni no tav, di utilizzare la vecchia linea storica, ritenuta più che sufficiente”. Cosa che avviene da Susa a Bussoleno. “Mentre da Bussoleno in su abbiamo dimostrato che la vecchia linea e il vecchio traforo non bastano”. Ecco allora che il  tunnel di base da St. Jean de Maurienne a Susa, lungo 57 km (e questa di certo non è una novità) con le relative Stazioni delle Alpi.
Le novità, piuttosto, iniziano con la connessione  con la linea storica, tra Susa e Bussoleno. Che, assicura Virano “cancella definitivamente l’interconnessione prevista  inizialmente a Chiusa San Michele”. Che non sarà realizzata neppure se, in futuro, venisse deciso di realizzare la galleria dell’Orsiera.
Di più, la connessione “sarà completamente in galleria fa in galleria, con un impatto molto basso”.
Insomma “a Chiusa S.Michele e a Sant’Ambrogio non si toccherà alcun edificio”.
E a Susa invece cosa succederà? “Prima di tutto ci sarà una grande attenzione nel limitare le aree interessate dalla linea e, ancor prima, dai cantieri”.
Ed ecco il numero pronunciato da Virano, destinato a far discutere chi, a suo tempo, immaginava lo sventramento della frazione San Giuliano. Il linguaggio di Virano è tecnico:  “Gli edifici abitativi potenzialmente interferiti a Susa sono quattro. E non metto limiti alla Provvidenza sulla possibilità di affinare ancora il progetto”. Virano lo ripete quattro volte e fa il numero con le dita di una mano: “Quattro, quattro, quattro, quattro….edifici più la pizzeria”
Poi c’è la movimentazione dello smarino che, con la non realizzazione del tunnel dell’Orsiera, vedrà dimezzata la quantità di materiale di scavo da spostare. Virano lo ribadisce: “Avverrà tutto con i treni e non più, come inizialmente ipotizzato, via autostrada e teleferica” .
Bisticcio di parole: ma quanto costerà l’alta velocità “low cost”?  “Il tunnel di base comprensivo delle stazioni  costa 8,2 miliardi; secondo le previsioni il 40% sarà finanziato dall’Unione Europea. La restante parte viene suddivisa tra Italia e Francia secondo il recente accordo. Tradotto in soldoni, per l’Italia significa spendere 2.8 miliardi per l’Italia in dieci anni”
Rimane la realtà dei sindaci contrari all’opera, che proprio stamattina, in piazza Castello, spiegheranno con il presidente Sandro Plano le ragioni dei No Tav: “Non chiediamo a nessuno di abiurare, lasciamo ognuno libero di pensarla come crede  ma, visto che l’opera si farà, ci auguriamo che possa esserci contributo di tutti anche di chi mantiene una pregiudiziale”
 
Quindi, alla fine, il progetto a Susa “toccherà” solo quattro case. Gemma Amprino, sindaco segusino, conferma: “La documentazione che ci è stata presentata conferma questo dato. Anche se vorrei ancora verificare se una di queste quattro può essere salvata”
Poi però ci sono gli altri temi: “La decisione di realizzare l’infrastruttura è del governo ma la sua realizzazione chiama in campo le amministrazioni comunali. La richiesta di rivedere tutta la logistica dello smarino, è fondamentale. Perchè un conto è avere 120 camion che percorrono le strade, un conto è caricare i materiali di scavo sono su due treni”. Poi c’è la questione della Casa di Risposo San Giacomo. La notizia è che sarà salvata. Ancora Gemma Amprino: “C’è un’elaborazione del progetto definitivo che prevede il prolungamento artificiale del tunnel, cosa che permetterà di evitare impatti dolorosi sulla struttura che, lo ricordo, all’inizio doveva addirittura essere espropriata e trasferita”
E adesso? “Non tutto è risolto – aggiunge Gemma Amprino – e sono ancora preoccupata da una serie di questioni. Certo, i dati sono rassicuranti ma abbiamo chiesto di avere a disposizione tutti gli strumenti necessari per monitorare momento per momento ogni aspetto. Per questo chiediamo un un tavolo specifico per risolvere ogni problema nel migliore dei modi”.

 

About Post Author

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *