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CHIOMONTE, ESPROPRI SENZA VIOLENZA MA TRA TANTA RABBIA

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CHIOMONTE – In questa pazza primavera tra caldo torrido e freddo siberiano ci mancava solo la neve. Che ha imbiancato la valle proprio la notte prima degli espropri alla Maddalena. Così, in un clima surreale si sono viste scene altrettanto surreali. Per fortuna senza violenza, almeno fino al momento in cui stiamo per andare in stampa. 

Già, perché ieri, mercoledì 11 aprile, era il giorno degli espropri dei terreni. Anzi, per usare il linguaggio tecnico dell’avvocato Domenico Fragane del legal team No Tav, “il momento dell’immissione in possesso e della redazione dello stato di consistenza dei terreni” che verranno temporaneamente occupati per il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte. Che non è ancora l’opera, cioè la Torino-Lione, ma “solo” una galleria per prendere le misure del terreno da scavare. Ma che, come già a Venaus nel 2005, ha assunto una valenza simbolica oltre ogni limite.
La liturgia No Tav è iniziata la sera prima, martedì. Con la fiaccolata da Giaglione alle reti del cantiere. E poi con alcune decine di manifestanti del movimento No Tav che hanno scelto di trascorrere la notte, accompagnata dal freddo e dai fiocchi di neve, in val Clarea. Poi, fin dalle prime ore di mercoledì i militanti hanno cominciato a radunarsi nel piazzale del campo sportivo di Giaglione per  raggiungere il cantiere. 

Dalle 8.30 del mattino, i proprietari dei terreni si sono radunati a Chiomonte, vicino alla centrale idroelettrica, davanti ai cancelli della strada dell’Avanà (quella che porta al cantiere) presidiati dalle forze dell’ordine
Tra i proprietari ci sono molti militanti No Tav che, negli anni passati, hanno acquistato il mitico metro quadro di terra da far valere proprio il giorno degli espropri. E adesso? E’ ancora Fragapane a parlare: “Non sappiamo quanti proprietari si presenteranno questa mattina. Alcuni sono qui, pronti a difendere le loro ragioni. Ma altri sono anziani e non sappiamo se ce la faranno  ad arrampicarsi fino qui”. Ma in che modo  faranno valere le proprie ragioni? “Facendo constare l’illegittimità di quanto fatto finora e di quanto si propongono di fare oggi. Siamo di fronte a una sedicente occupazione temporanea che temiamo non sia tale. Per non parlare dello stravolgimento dello stato dei luoghi, che rende impossibile e nulla la redazione di uno stato di consistenza. Perché non nriflette minimamente quello che c’era nel momento in cui queste proprietà erano nelle mani di chi legittimamente  la deteneva”
Quanto potranno ottenere i proprietari di questi appezzamenti di pochi metri quadrati? I canoni di affitto, secondo le stime, oscillano fra 30 e i 50 euro l’anno
Racconta una proprietaria: “A me vogliono espropriare solo tre metri quadrati. Ma io non voglio: é una questione di principio” . Il suo terreno è più vasto, ma solo tre metri saranno interessati.’”Secondo i calcoli – spiega – mi spetterebbe un canone di 38 centesimi. Figuriamoci se ne faccio una questione di soldi”. “Da maggio dello scorso anno – dice un altro roprietario, Fausto S., che possiede 500 mq – non posso accedere al mio terreno. In questi mesi ci sono passati sopra con le ruspe ed è irriconoscibile. Questa è  o no una violazione dei miei diritti?”

Marisa Meyer

Tra le più intervistate del giorno c’è Marisa Meyer, 67 anni, storica militante No Tav di Chiomonte. “Ci vogliono fare entrare uno per volta”, dice ai microfoni di una televisione. “Prima ci avevano detto che dovevamo farlo da soli, poi ci hanno concesso di essere accompagnati da un tecnico di fiducia o un avvocato. Ma qualunque cosa ci dicano sono dalla parte del torto perché hanno occupato terreni  di cui prendono possesso  dopo che li hanno già recintati. E questo è un abuso.  L’occupazione dei terreni in teoria è temporanea, in pratica non ce li restituiranno mai, perché poi dovranno usarli per scavare il tunnel di base”.
Sul posto si fa viva Olga. La conoscono tutti perché in queste occasioni si fa sentire, eccome! Ne ha per tutti, per poliziotti, carabinieri, Ltf, funzionari. Improperi coloriti e svariati riferimenti alle parti basse dell’essere umano. Ma tant’è. A un certo punto si avvicina un signore anziano, cappello in testa e ombrello in mano. Si avvicina alle reti e si rivolge ad alta voce ai carabinieri: “Ho l’appuntamento alle nove! Ho qui il permesso per passare!”. Incredibile ma vero ottiene risposta: “Aspetti un attimo, tra un po’ vi chiamiamo”. 
Guardiamo l’orologio. Sono le 9.15. I carabinieri si avvicinano e  aprono i pesanti  cancelli. Sì, proprio quelli che durante l’estate anarchici-insurrezionalisti-notav-black bloc e umanità varia hanno cercato (e in parte ci sono pure riusciti) di  tirar giù tra pietre che volavano (dai manifestanti) e aria infestata dai lacrimogeni (sparati dagli agenti). Oggi nulla di tutto questo, e meno male. Però c’è rressa. Proprietari. Fotografi. Giornalisti. Dimostranti.
Dal cancello esce un tipo con cappello in testa,  megafono in una mano, cartellina nell’altra. Scortato dai carabinieri (tra cui si scorge il capitano di Susa Stefano Mazzanti) spiega la procedura: ““Diamo il via all’occupazione temporanea dei terreni. Chiamo uno per uno. Il signor Crosat Filippo. le signore Bar Marina e Belletto Maria. E poi i signori Bontemps  Giovanni, Secondino e Sibille Armanda. Ponsero Odett”. Ma è Alberto Perino a tuonare:  “Qui non si capisce niente, sarà meglio che parliamo un attimo con i legali”. E difatti viene subito sollevato un problema  che forse ispirerà nuovi ricorsi nel tentativo di mandare tutto a monte . E’ un avvocato del legal team a spiegarci perchè. “La persona che chiama i proprietari  è Maurizio Bufalini, funzionario di Ltf. Gli abbiamo detto che qui doveva esserci Rfi. Allora lui ci ha detto che è anche dipendente di Rfi. Ma è proprio questo che non funziona. Lui ha un doppio incarico che pone un problema di conflitto di interessi. Bufalini rappresenta sia  l’espropriante, sia il soggetto che dovrà usare i terreni, cioè Ltf”

Si va avanti comunque. Continua il rosario dei nomi. Le persone si fanno avanti in mezzo alla calca. Fuori i manifestanti urlano “: “Pagliacci, pagliacci, pagliacci”. E poi: “C’è qui Mario Monti che deve passare per andare nella vigna”. Poi canti ( “La Valsusa paura non ne ha…..”), frizzi e lazzi vari
La tensione sale quando viene chiamato Luca Abbà, il militante caduto dal traliccio che è anche proprietario di un pezzo di terra. “Non siete neanche degni di dire quel nome!”., urla la gente. Che poi attacca a gran voce: “Assassini, assassini, assassini!”. A rappresentare Abbà é Alberto Perino.
Verso le 14 si concludono le operazioni di esproprio temporaneo. Ma la protesta, ancora una volta, si sposta più in basso, nel solito punto. Alcune centinaia di manifestanti No Tav, in prevalenza studenti, bloccano un tratto dell’autostrada Torino-Bardonecchia a Chianocco.  E a Chiomonte altri manifestanti vanno vicino ai cancelli del cantiere a Chiomonte, e  “battono” con bastoni e sassi urlando slogan contro le forze dell’ordine. Nel pomeriggio un altro blocco stradale interessa la ex statale 24, sempre nei dintorni dello svincolo dell’autostrada. 
Alla fine comunque “si è presentata la maggioranza dei proprietari”, informa François Pellettier, responsabile comunicazione della società Ltf. “Si è verificato lo stato dei terreni e si è cercato di quantificarne il valore”.  Pellettier ha poi ribadito che si tratta di “occupazioni temporanee per la costruzione del tunnel e che fra qualche anno, presumibilmente 4 o 5, i terreni verranno restituiti”. 
Nelle prossime settimane, ha aggiunto, partiranno i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo.
Lavori che non saranno fermati nemmeno dal gesto dimostrativo della chiomontina Marisa Meyer che, a un certo punto, si incatena alla recinzione nella “zona otto” del cantiere, mentre altre persone recidono parti delle reti, entrando nella zona prima di essere identificate e respinte dalla polizia.  “Non desisterò  se non per una motivazione seria. Mi sono ammanettata perché questa zona non deve essere militarizzata”. Marisa Mayer si ammanetta proprio mentre sta facendo il sopralluogo con il suo avvocato e con il  geometra di fiducia. Viene liberata dopo tre ore, verso le 16, quando un operaio recide le manette con una tronchesina. I No Tav  all’esterno della recinzione applaudono. Intanto, alle 17.30 va in scena l’ultimo atto della liturgia No Tav: l’assemblea popolare in quel di Chianocco. L’autostrada viene nuovamente bloccata con l’intenzione di “andare avanti a oltranza” con una iniziativa alle 21 in piazza del mercato a Bussoleno”. La notte è giovane e il bello, forse, deve ancora venire.

Bruno  Andolfatto

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