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Rettighieri (Ltf) promette: “Salverò il pilone No Tav”

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“Sono cattolico praticante e non mi va di demolire simboli religiosi”

“Sono cristiano, cattolico praticante, ho fatto lo scout e non mi va di demolire simboli religiosi”. A parlare è Marco Rettighieri,  direttore generale di Ltf, la società mista italofrancese che ha il compito di progettare la tratta internazionale della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Il simbolo religioso in oggetto è il pilone votivo costruito dal gruppo dei “cattolici per la vita della Valle” nel mese di maggio del 2011, qualche settimana prima dell’inizio delle “ostilità” per l’occupazione dei terreni per installare il cantiere del cunicolo esplorativo in località Maddalena a Chiomonte. E allora che ne facciamo di quell’edicola (come la chiama lo stesso Rettighieri) posta nel bel mezzo del cantiere? “L’ho già detto. Di distruggerla non se ne parla nemmeno. Adesso quell’edicola è un po’ malridotta, ma costi quel che costi, la “imbragheremo” e la trasporteremo in un altro luogo. Per questo contatterò quanto prima il vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri, per chiedere dove desidera che il pilone sia collocato”.
Marco Rettighieri (Ltf)
Insomma, quello che è stato definito (un po’ impropriamente) “pilone no tav” potrà tornare a radunare intorno a sè (ma in un altro luogo) i credenti che desiderano soffermarsi per un momento di preghiera, qualsiasi sia la loro opinione sull’alta velocità. 
Il pilone, venne inaugurato il 14 maggio dell’anno scorso su iniziativa dei Cattolici per la vita della Valle che spiegavano così la loro iniziativa““Laici e credenti del movimento No Tav hanno deciso di costruire il pilone come presidio spirituale rivolto alla sensibilizzazione di tutti i cittadini, contro ogni forma di devastazione verso la Valle di Susa e i suoi abitanti. Lo abbiamo collocato in questa area critica che dovrebbe vedere l’inizio dello scempio ambientale. Il Tav costituisce infatti una opera inutile, dannosa, antieconomica, una vera e propria rovina anche per le generazioni future”. Il giorno dell’inaugurazione, sul pilone vennero “appese” alcune immagini raffiguranti la Madonna del Rocciamelone, San Francesco, Maria Maddalena, e l’Arcangelo Michele, mentre all’interno veniva murata una pietra portata da Medjugorie. Mentre all’interno veniva inserita  una copia del “Veni Creator Spiritus” in ricordo don Bruno Dolino e “dei tanti amici che, miti e attivi nella giusta causa, ci hanno già lasciati”.
E adesso? Proprio il fronte tanto avversato dai No Tav si preoccupa di recuperare l’edicola votiva, di trasferirla altrove e di restituirla alla devozione dei fedeli. Paradossi della storia e di questa annosa vicenda chiamata “Tav”.
Bruno Andolfatto

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