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Inaugurata la struttura per disabili, ma dov’erano le fasce tricolori?

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A un evento così uno potrebbe aspettarsi di vedere tutti i sindaci in fascia tricolore. Felici di aver risolto un problema rilevante dal punto di vista sociale, forse un po’ meno da quello elettorale o del consenso delle claque che da un po’ di tempo imperversano in valle. 
Invece no. A parte i primi cittadini di Susa, Meana, Borgone, Almese, Rubiana gli altri sindaci hanno pensato di “snobbare” l’inaugurazione della Raf di S.Antonino, nonostante l’invito puntuale da parte del Conisa inviato con posta elettronica certificata venerdì 11 maggio alle 9.41.
Che c’entri qualcosa (ancora una volta) la questione tav? Probabilmente sì, visto che all’inaugurazione erano invitati (e sono puntualmente arrivati) i presidenti della Regione Roberto Cota e della Provincia Antonio Saitta fortemente invisi al “popolo No Tav”. 
Tanto che, per dirne una, l’invito ai presidenti di Regione e Provincia è stato tenuto top secret fino all’ultimo minuto. Ma forse parecchi hanno mangiato la foglia e, sabato, non si son fatti vedere. Così Sandro Plano, che dice “Non ho partecipato all’inaugurazione semplicemente perchè non ne ero a conoscenza, dato che non ho ricevuto l’invito e i responsabili del Conisa si sono scusati per il disguido”.  Può essere. Ma è strano che non sapesse nulla, visto che Plano è anche assessore a Venaus dove, però, anche il sindaco Nilo Durbiano ha disertato l’invito del Conisa perché impegnato a raccogliere fondi per la scuola del paese. Sarà. 
Ma alla fine tutti si sono guadagnati il rimbrotto di Antonio Saitta:  “Oggi in Val di Susa abbiamo inaugurato l’unica residenza per disabili della zona, ma devo rilevare con rammarico profondo che erano assenti quasi tutti i sindaci e gli amministratori locali dei tanti Comuni interessati alla struttura sanitaria assistenziale. Il senso istituzionale dovrebbe sempre guidare chi è stato eletto a rappresentare i cittadini, invece le polemiche sulla tav stanno distruggendo in Val di Susa il senso della convivenza civile, della partecipazione a momenti collettivi, quasi che lo schieramento a favore o contro la realizzazione della linea ferroviaria costituisca un discrimine invalicabile in ogni momento della giornata, in ogni circostanza pubblica e privata. Alla cerimonia di S.Antonino ho percepito chiara la scelta dell’assenza di massa degli amministratori contrari alla tav, a dimostrazione che esiste forte in valle una vera emergenza democratica: il movimento no tav detta la linea della paura a cui tanti amministratori si stanno pericolosamente adeguando, isolando anche fisicamente chi ha compiuto una scelta diversa” 

 B.And.

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