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PRO NATURA: “Il RADDOPPIO DEL FREJUS STRADALE NON CI SORPRENDE !” “

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Comunicato dell’associazione ambientalista: “Progetto equivoco e inutile”

La notizia che la cosiddetta “Canna di servizio per la sicurezza” del traforo autostradale del Frejus diventa in realtà un secondo traforo non sorprende Pro Natura Piemonte, che fin da quando nacque questo progetto ne evidenziò la natura equivoca.
Sorprende invece che la costruzione di un secondo traforo avvenga quando la somma del traffico che passa nei trafori autostradali del Frejus e del Monte Bianco (dati Alpinfo per il 2010) è inferiore a quella del 1989, quando si prevedeva un raddoppio di tale traffico nell’arco di pochi anni.
l progetto di un raddoppio di un traforo autostradale tra Italia e Francia fu annunciato formalmente da Mitterand e Cossiga nelle celebrazioni per i 25 anni del traforo del Monte Bianco nel 1991 e prevedeva il raddoppio del traforo, già allora insicuro, del Monte Bianco. A queste dichiarazioni però seguì immediatamente il cosiddetto Rapporto Legrand (luglio 1991), che analizzava la situazione del traffico tra Italia e Francia e prendeva atto che la resistenza a un raddoppio del traforo della lobby turistico-politica della valle di Chamonix era decisamente più forte delle resistenze che potevano venire dalla Maurienne, sul lato francese del Moncenisio.

Il Rapporto diceva testualmente che, per l’ipotesi del Monte Bianco: “…gli abitanti della Valle di Chamonis e i loro rappresentanti sembrano decisi a opporsi con fermezza non solo alla costruzione di un secondo traforo ma anche all’aumento del traffico attuale”; pertanto, poiché l’opposizione della valle di Chamonix “sembra insormontabile e trova un solido fondamento nell’incompatibilità con la vocazione turistica della valle e per l’incidenza negativa generata dal traffico” conviene fare il raddoppio al Frejus perché “le resistenze della Valle di Susa e della Maurienne sembrano minori rispetto alla Valle d’Aosta”.

Da allora è cambiato molto in valle di Susa, poco o nulla nella Maurienne, tradizionalmente ossequiente ai grandi progetti infrastrutturali ed disinteressata a un’informazione alternativa.

Pro Natura Piemonte non fa una questione di localizzazione e di guerra di valli: si oppone ad un progetto inutile, sia in valle d’Aosta che in valle di Susa, dove ora lo si vuole fare solo per non urtare la potente lobby politica della valle di Chamonix che non gradisce il raddoppio del traforo del Monte Bianco, come testimonia il citato Rapporto Legrand.

Sul raddoppio del traforo del Frejus Pro Natura Piemonte denuncia 12 anni di comportamenti equivoci per mascherare le intenzioni reali (riprese nell’aprile del 2001), nella speranza di giungere ad una situazione di fatto, come avvenuto per il raddoppio dell’autostrada del Frejus in alta valle in occasione dei finanziamenti olimpici.

Occorre denunciare il tentativo di accerchiare da ogni lato l’opposizione della val di Susa, presentando contemporaneamente più progetti nella speranza di dividerne le forze e di poter realizzare una concentrazione di infrastrutture su di un solo asse: il cosiddetto “corridoio plurimodale”, preconizzato ad inizio degli anni ’90, che si prefiggeva di mettere tutte le infrastrutture possibili in una sola valle per sfruttare la continuità della presenza dei cantieri.

Queste tesi contrastano con la logica dei trasporti che impone di collocarli sugli assi più brevi, dal momento che il futuro dei trasporti è legato alla competizione dei costi e alla logica dell’ambiente, della salute e sicurezza delle popolazioni che impone di non sommare le situazioni di impatto ambientale. Tanto più quando, come in questo caso, si tratta di opere inutili, il cui solo fine pare essere quello di assecondare le potentissime imprese di costruzioni che operano nel settore.

A maggior ragione questo è valido per la Val di Susa, dove lo Stato sembra non curarsi di contraddire se stesso, sostenendo la necessità di una nuova ferrovia per operare un trasferimento modale che alleggerisca il trasporto merci su gomma e nello stesso tempo realizza un ampliamento delle strutture autostradali.

Pro Natura Piemonte, in accordo con le altre associazioni ambientaliste, non mancherà di sollevare davanti alla Corte dei Conti le incongruenze di questa politica di infrastrutture che duplica in modo contraddittorio le modalità con conseguente danno all’erario.

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