RAPINA ALL’EUROSPIN: I MALVIVENTI IMMOBILIZZANO COMMESSA E PORTANO VIA 700 EURO
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S.ANTONINO – Rapina all’Eurospin alle porte di S.Antonino, lungo la Statale 25, martedì 30 maggio poco dopo le 19.30,a saracinesche ormai abbassate.
Due rapinatori, dall’accento straniero, sono entrati da una porta di servizio del supermercato collegato al cortile interno del discount, hanno minacciato la cassiera imponendole di stendersi a terra e si sono portati via circa 700 euro. I due erano visibilmente armati di pistola, anche se – secondo la testimonianza resa ai carabinieri di Borone dalla donna – non l’hanno puntata. “Stai ferma e non ti capiterà nulla”, avrebbero detto i rapinatori alla cassiera.
Un colpo ben studiato dai malviventi che hanno dimostrato di conoscere molto bene il luogo. Gli stessi residenti nei condomini intorno al supermercato hanno riferito di aver notato, nei giorni precedenti, alcune persone “sospette” stazionare in zona a piedi, sedute nella pensilina del vicinoposteggio e a bordo di una Bmw.
Al momento della rapina, martedì sera, dentro il supermercato c’erano tre persone: due commesse e la responsabile del punto vendita. Due di queste erano in fondo al negozio: “Ho sentito dei rumori che mi hanno insospettita”, ha riferito una di loro. “E mi sono subito preoccupata di avvertire la collega che sta alla cassa e che stava contando i soldi della giornata. Ma nessuno mi rispondeva”. Era la responsabile del punto vendita a rendersi conto che nel supermercato c’erano due persone col volto coperto da passamontagna : “Non avevo il telefonino a portata di mano – ha detto ai carabinieri – e così sono uscita fuori. Ho suonato tutti i campanelli del condominio per chiedere aiuto”. Ma non è bastato perché intanto, nel supermercato, uno dei due malviventi minacciava la cassiera, comprensibilmente spaventata. E l’altro si impossessava del denaro. Pochi minuti e i banditi guadagnavano l’uscita e si dileguavano. Sul posto giungevano i carabinieri del nucleo radiomobile. Ma i malviventi si erano ormai dileguati. E della Bmw sospetta non c’era più alcuna traccia.
Bruno Andolfatto