Il GOVERNO: “PRONTI A RATIFICARE LA TORINO-LIONE”. E la Comunità Montana critica il rapporto costi-benefici: “Nulla di nuovo”
L’Italia è pronta per la ratifica parlamentare della linea ferroviaria Torino-Lione a giugno, ma potrebbe aspettare fino a settembre, quando sarà pronta anche la Francia. A rivelarlo è il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Mario Ciaccia, al termine del Consiglio dei ministri dei Trasporti Ue tenuto sabato a Lussemburgo.
Ciaccia, che ha parlato dopo un incontro bilaterale con la ministra dei Trasporti francese, Nicole Bricq, ha sottolineato di avere “rinnovato” l’impegno “al comune interesse per un rapido sviluppo e alla ripresa della Torino-Lione per le ratifiche parlamentari in Francia”.
“I francesi hanno un po’ di ritardo determinato dalla necessità di fare le verifiche delle elezioni – ha spiegato il vice ministro -. Quindi la ministra ha rinnovato sostanzialmente l’interesse della Francia verso la ratifica
parlamentare e la continuazione rapida di questo accordo”.
Secondo le previsioni della Bricq, “al massimo all’inizio di settembre la ratifica andrà in Parlamento – ha proseguito Ciaccia -. Io ho assicurato ai francesi che noi invece in Parlamento ci andremo a giugno”.
“Comunque, il fatto che siamo pronti a giugno non significa che a questo punto non li aspettiamo, perché l’immagine che deve essere offerta a livello internazionale deve essere quella di una coesione totale tra i due paesi”, ha concluso il vice ministro, non escludendo quindi che l’Italia potrebbe effettuare le ratifiche a settembre.
Intanto va registrato l’ennesimo “niet” valsusino alla Torino Lione. Dall’ultimo documento diffuso dall’Osservatorio tecnico sul Tav Torino-Lione, relativo al rapporto fra costi e benefici dell’opera, ’non emerge nulla di nuovo’: e’ quanto afferma una nota della Comunita’ montana della Valle
di Susa e Sangone, firmata dal presidente dell’ente Sandro Plano e dal docente universitario Angelo Tartaglia, secondo cui ’non c’e’ la risposta a nessuna delle obiezioni’.
’La motivazione della nuova linea – afferma la comunita’ montana – si fonda su aspettative di crescita dei traffici del tutto infondate e sull’uso di parametri giustificati solo dal risultato che si vuole ottenere; i paradossi legati a quella
incredibile crescita (saturazione dell’arco alpino e dell’intera rete dei trasporti del nord Italia, etc.) non vengono minimamente sciolti. L’investimento, nonostante gli sforzi, risulta alla fine marginalmente redditizio solo grazie alla monetizzazione di benefici sociali stimati con una generosita’ senza pari e senza fondamento’.
’Fondare su basi come queste un investimento di miliardi con impatti estremamente rilevanti – e’ la conclusione – e’ del tutto irresponsabile soprattutto in un momento di crisi come quello che attraversando l’economia italiana ed europea’.