UN ANNO DOPO, SI PASSEGGIA DAVANTI AL CANTIERE
Obbligo di dimora per Luca C. giovane di Vaie. La Digos: “Tirava pietre il 2 luglio scorso”. I No Tav: “E’ un bravo ragazzo”
Una “passeggiata in Clarea” a un anno esatto, era il 27 giugno, dallo sgombero del presidio No Tav
nell’area alla Maddalena di Chiomonte dove sorge il cantiere per il tunnel geognostico della futura linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
A convocarla, sul web, sono i militanti No Tav: “Siamo ancora qui, nella lotta – scrivono – attivi come sempre e così si riparte, da Chiomonte, dal campeggio no tav”. In previsione c’è una cena al sacco seguita da una “passeggiata” nei boschi della Val di Susa non si sa se seguita dalle solite scaramucce condite da sassaiole e lacrimogeni.
Intanto lunedì mattina, la Digos della Questura di Torino ha dato esecuzione ad altre due misure cautelari emesse dal gip del capoluogo piemontese nei confronti di due manifestanti No Tav per i fatti dello scorso 3 luglio a Chiomonte. Accogliendo le richieste della Procura il gip ha disposto
gli arresti domiciliari per Elena Riva, 25enne originaria di Lecco ma residente a Bologna, e l’obbligo di dimora nel Comune di Vaie (To) nei confronti di Luca C. 20 anni.
I due, individuati durante le indagini, sono accusati in concorso con altri di violenza e minaccia nei confronti delle Forze dell’ordine che stavano presidiando l’area intorno al cantiere della
Torino-Lione. In particolare secondo la ricostruzione degli inquirenti i due giovani si trovavano insieme a un gruppo di persone e avrebbero lanciato pietre contro gli agenti.
Un primo filone d’indagine per i disordini della scorsa estate in Val di Susa si era chiuso qualche settimana fa con 46 richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura torinese.
Per i disordini avvenuti tra manifestanti e Forze dell’ordine il 27 giugno 2011, unitamente a quelli successivi del 3 luglio dell’anno scorso, alcune settimane fa la Procura di Torino ha chiesto 46 rinvii a giudizio.
E mercoledì mattina Luca C. si è avvalso della facoltà di non rispondere al giudice Luca C. mentre un comunicato firmato dal Comitato No Tav di Vaie sostiene che “Luca è un nostro compaesano, in paese tutti lo conoscono e tutti sanno che stiamo parlando di un bravissimo ragazzo. La notizia della denuncia con obbligo di dimora ci fa capire una volta di più in che direzione va quella che chiamano “giustizia”.Parliamo di un ragazzo di venti anni incensurato, un normale giovane della Valle che il 3 luglio era nei boschi della Clarea insieme a tanti suoi coetanei valligiani e non. Era li non a divertirsi, ma a respirare gas lacrimogeni e schiviare candelotti lanciati ad altezza uomo, Era lì perché crede che il tav, oltre a devastare la terra in cui vive, gli ruberà anche quel poco di futuro che i nostri governanti stanno piano piano togliendo a tutte le nuove generazioni. Ed era lì per dire che quel cantiere non lo vogliamo”