PD: CARTELLINO ROSSO PER MATTIOLI, REVIGLIO, ARCHINA’
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Carla Mattioli |
Cartellino rosso per Carla Mattioli, Arnaldo Reviglio e per Andrea Archinà. L’ex sindaco di Avigliana, e altri due amministratori comunali, sono stati espulsi dalla Commissione provinciale di Garanzia del Partito Democratico. “La notizia ci è giunta via mail”, spiega Carla Mattioli. Cosa si prova ad essere cacciati negli spogliatoi? “Veramente negli spogliatoi – risponde – ci sono finiti quelli ci hanno espulsi visto che la partita elettorale di Avigliana è finita da un pezzo e proprio chi ci ha osteggiato è stato sonoramente sconfitto dagli elettori”. Insomma nel Pd aviglianese (e non solo) la pace è ben lungi dallo… scoppiare.
Dalla prima
Semmai a divampare, ancora una volta, sono le polemiche. Motivo scatenante dell’espulsione (“in pura applicazione dello Statuto”) la decisione dei tre amministratori avevano di sostenere il candidato sindaco No Tav Angelo Patrizio, mentre il partito si era espresso a favore di Aristide Sada.
“Tutte storie – liquida Mattioli – qui siamo di fronte a una vera e propria faida che noi non abbiamo voluto. Basti pensare che questo “garante” non si è nemmeno preoccupato di sentirci, di sapere la nostra versione dei fatti. Se questo è un processo può avere un solo aggettivo: stalinista”.
Comunque voi contro i livelli più alti del partito vi siete messi. “Ma se ad Avigliana, prima delle elezioni, non è stato nemmeno convocato una volta il direttivo. E la candidatura di Aristide Sada è stata presentata senza alcuna consultazione e proprio nel momento in noi cui chiedevamo una discussione nel partito su come procedere”. Mattioli rincara la dose: “Lo stesso circolo aviglianese aveva stabilito che non si dovessero fare alleanze col centro destra.
E loro che han fatto? Si sono alleati col Pdl. Complimenti. Alla fine però i cittadini, anche quelli “moderati”, han capito hanno premiato noi e non loro”.
E adesso? “Per quanto ci riguarda sappiamo molto bene dove va il Pd in valle di Susa, che è formato da persone che pensano al bene del territorio e non ai giochetti di retrobottega. Certo faremo ricorso, ma questa espulsione non ci tocca. Tra l’altro mi risulta che i dirigenti provinciali non ne sapessero niente”. Mattioli però guarda avanti: “Qui, in realtà, si scontrano due modi diversi di far politica. Quello di una politica intesa come burocrazia di partito, che impone le candidature dall’alto e caccia via chi non ci sta; e l’altro (il nostro) che privilegia percorsi di democrazia e di partecipazione e che vuole ristabilire fiducia nella politica. E poi – conclude Mattioli – con i problemi che oggi ha la gente, che cosa volete che pensi di questi mezzucci e di queste beghe di partito?”
E anche nelle alte sfere del Pd non tutti hanno gradito la decisione di espellere i tre aviglianesi. Alcuni dirigenti del calibro di Nino Boeti, Davide Gariglio, Mauro Laus, Stefano Lepri, Gianna Pentenero (tutti consiglieri regionali) hanno reagito con una nota che già dal titolo esprime dissenso e perplessità: “Un partito che espelle e non accoglie non ha futuro“ I cinque esponenti ricordano che “ad Avigliana il simbolo del PD non era rappresentato; che in entrambe le due liste civiche erano candidati iscritti del PD e, in quella vincente, tutti gli amministratori uscenti del PD, tra cui gli espulsi. Pensavamo – concludono – che in un momento di crisi dei partiti sarebbe stato utile, ad Avigliana come altrove, ripartire e prendere atto degli errori. Invece si preferiscono le purghe”
Marika Del Boccio: “I rottamatori
“Ho chiesto che il Partito Democratico, a livello provinciale mi aiutasse a rasserenare il clima del Partito, quindi preferisco non commentare”. E’ questa la reazione di Marika Del Boccio, coordinatrice del circolo del Pd di Avigliana. “Posso dire soltanto che la rottura è avvenuta quando è stato costituito, tenendo all’oscuro il PD, il comitato con i grillini con prerogative programmatiche incompatibili con quelle del PD. Rottura che è divenuta irreversibile quando hanno accettato la candidatura in una lista che dichiarava di non volere accordi con i partiti e di non accettare candidature con chi fosse favorevole al Tav”.E adesso che succede ad Avigliana e in valle di Susa? “In valle è necessario rasserenare il clima e consentire il confronto fra tutte le opinioni. Il fatto che l’amministrazione aviglianese tolleri, ad esempio, che vengano coperti da manifesti abusivi quelli del gruppo parlamentare del PD sul libro di Esposito e Foietta e quelli della Festa dell’Unità di Caselette, oppure che si dia il patrocinio e si contribuisca alla festa di una radio che da anni è in prima linea nell’esaperare gli animi,non porta nella giusta direzione per raggiungere quell’obiettivo.
Semmai a divampare, ancora una volta, sono le polemiche. Motivo scatenante dell’espulsione (“in pura applicazione dello Statuto”) la decisione dei tre amministratori avevano di sostenere il candidato sindaco No Tav Angelo Patrizio, mentre il partito si era espresso a favore di Aristide Sada.
“Tutte storie – liquida Mattioli – qui siamo di fronte a una vera e propria faida che noi non abbiamo voluto. Basti pensare che questo “garante” non si è nemmeno preoccupato di sentirci, di sapere la nostra versione dei fatti. Se questo è un processo può avere un solo aggettivo: stalinista”.
Comunque voi contro i livelli più alti del partito vi siete messi. “Ma se ad Avigliana, prima delle elezioni, non è stato nemmeno convocato una volta il direttivo. E la candidatura di Aristide Sada è stata presentata senza alcuna consultazione e proprio nel momento in noi cui chiedevamo una discussione nel partito su come procedere”. Mattioli rincara la dose: “Lo stesso circolo aviglianese aveva stabilito che non si dovessero fare alleanze col centro destra.
E loro che han fatto? Si sono alleati col Pdl. Complimenti. Alla fine però i cittadini, anche quelli “moderati”, han capito hanno premiato noi e non loro”.
E adesso? “Per quanto ci riguarda sappiamo molto bene dove va il Pd in valle di Susa, che è formato da persone che pensano al bene del territorio e non ai giochetti di retrobottega. Certo faremo ricorso, ma questa espulsione non ci tocca. Tra l’altro mi risulta che i dirigenti provinciali non ne sapessero niente”. Mattioli però guarda avanti: “Qui, in realtà, si scontrano due modi diversi di far politica. Quello di una politica intesa come burocrazia di partito, che impone le candidature dall’alto e caccia via chi non ci sta; e l’altro (il nostro) che privilegia percorsi di democrazia e di partecipazione e che vuole ristabilire fiducia nella politica. E poi – conclude Mattioli – con i problemi che oggi ha la gente, che cosa volete che pensi di questi mezzucci e di queste beghe di partito?”
E anche nelle alte sfere del Pd non tutti hanno gradito la decisione di espellere i tre aviglianesi. Alcuni dirigenti del calibro di Nino Boeti, Davide Gariglio, Mauro Laus, Stefano Lepri, Gianna Pentenero (tutti consiglieri regionali) hanno reagito con una nota che già dal titolo esprime dissenso e perplessità: “Un partito che espelle e non accoglie non ha futuro“ I cinque esponenti ricordano che “ad Avigliana il simbolo del PD non era rappresentato; che in entrambe le due liste civiche erano candidati iscritti del PD e, in quella vincente, tutti gli amministratori uscenti del PD, tra cui gli espulsi. Pensavamo – concludono – che in un momento di crisi dei partiti sarebbe stato utile, ad Avigliana come altrove, ripartire e prendere atto degli errori. Invece si preferiscono le purghe”
Bruno Andolfatto
Marika Del Boccio: “I rottamatori
sono Mattioli, Reviglio e Archinà
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Marika Del Boccio |