Il CRIMINOLOGO : RISCHIO ESCALATION VIOLENZA ANARCHICA IN VALLE DI SUSA
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“In Val di Susa c’e’ il rischio di un’escalation di violenza anarchica. Dobbiamo registrare una serie di segnali estremamente inquietanti che impongono grande attenzione su quel che sta accadendo in questi giorni in Val di Susa”. Con queste parole, Giulio Vasaturo, criminologo dell’Universita’ ’La Sapienza’ di Roma, da anni impegnato nello studio dei fenomeni di violenza politica, lancia un vero e proprio allarme. E auspica che ” i pacifici No Tav isolino con fermezza i provocatori e garantiscano l’identificazione preventiva dei manifestanti”.
“In questi giorni, attorno ai cantieri No Tav – afferma il criminologo – si stanno addensando giovani anarco insurrezionalisti provenienti da diversi paesi europei pronti a dar adito a forme di protesta anche violente nei confronti delle forze dell’ordine. Quel che e’ accaduto sabato a Chiomonte – spiega l’analista – puo’ essere solo l’inizio di una escalation di violenza che va prontamente arginata, senza commettere errori che possano alimentare ulteriormente le tensioni in Val di Susa”.
“Le ragioni che stanno alla base di questa nuova ondata di violenze – sostiene l’esperto – sono molteplici. Nei giorni scorsi c’e’ stato il rinvio a giudizio di 45 attivisti No Tav coinvolti negli scontri di un anno fa. Fra di loro Paolo Maurizio Ferrari, irriducibile delle Br che ha trascorso gran parte della sua vita in carcere. L’aggravarsi dellla crisi economica in Italia, Spagna e Grecia e’ il pretesto per alimentare nuovi focolai di lotta anticapitalista in Europa. In Val di Susa sta avvenendo una saldatura fra gruppi estremisti di diversa estrazione, orbitanti nell’area della sinistra rivoluzionaria”.
“Temo che i militanti anarco insurrezionalisti, che sono e rimangono ovviamente una pericolosa minoranza nella gran massa di manifestanti pacifici e democratici del movimento No Tav – aggiunge Vasaturo – stiano cercando di far degenerare il conflitto con le forze dell’ordine. L’ipotesi dello smantellamento del campo di Chiomonte potrebbe non essere una soluzione indolore, sia dal punto di vista operativo che politico”. “L’atteggiamento dei leader del movimento pacifico No Tav – suggerisce – dovrebbe essere estremamente rigoroso e responsabile. I violenti non vanno isolati solo a parole. Occorre segnalare alle forze dell’ordine ogni gruppo di infiltrati violenti e si deve consentire l’identificazione dei facinorosi. Su questo non e’ piu’ tollerabile alcuna ambiguita’”. E ancora: “Le iniziative di ordine pubblico dovrebbero essere concertate con i responsabili del movimento di protesta legittima, per salvaguardare i manifestanti pacifici, le forze dell’ordine e il senso stesso dell’impegno comune di tante persone in Val di Susa. Chi si pone alla guida di un simile movimento che coinvolge un numero cosi’ elevato di cittadini – conclude – deve assumersi la responsabilita’ di respingere, senza se e senza ma, ogni tentativo di strumentalizzazione”