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Cavalcaferrovia, la storia infinita. A settembre si saprà il nome della ditta incaricata dei lavori

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C’è nervosismo in bassa valle per il mancato via ai lavori per i nuovi sovrappassi e sottopassi,  un anno dopo il fallimento della ditta (l’Italcoge) impegnata nelle opere. C’è chi di fronte ai tempi (ancora una volta) lunghi invoca manifestazioni di piazza che, tuttavia, a poco servirebbero. E’ di questi giorni la pubblicazione, da parte di Rfi, della nuova gara d’appalto che vede come base d’asta la cifra di 5,8 milioni di euro. Le opere, com’è noto, sono tre: il sottopasso di S.Antonino e i sovrappassi accanto la stazione di Chiusa-Condove e, poco più in là, nella zona di via General Cantore. A questi si aggiunge la nuova strada tra S.Antonino e Vaie (lungo la Dora) ancora da completare.
“In questi giorni – spiega il sindaco di S.Antonino Antonio Ferrentino – è iniziata la verifica delle offerte, ma  le previsioni più ottimistiche ipotizzano la ripresa dei lavori in autunno”. Per bene che vada ci vorrà un’anno e mezzo, forse due anni per vedere il primo mezzo oltrepassare i binari servendosi delle nuove opere. “I giorni di lavoro previsti, infatti, sono 400”.
Tutta colpa di Rfi? “Ma no, siamo seri – dice Ferrentino – io di solito con le ferrovie non sono certo tenero, ma questa volta stanno seguendo correttamente la procedura”. Già la procedura. “Purtroppo Rfi ha scelto, e imposto alla direzione regionale, il metodo del massimo ribasso. E su questo non ci si può mettere più di tanto il becco”. L’alternativa possibile sarebbe stata quella di affidare il lavoro, come si pensava inizialmente, alla prima ditta esclusa in occasione del primo appalto. Purtroppo, però, la ditta interessata non ha accettato e per convincerla, forse, si sarebbe potuto cercare qualche… compensazione come l’affidamento di lavori di manutenzione.
“Ma è andata diversamente. “E adesso – spiega Ferrentino – non resta che sperare che non sorgano guai. Che la ditta che si aggiudicherà l’appalto non contesti le opere che troverà già realizzate. Staremo a vedere. Certo qualche rischio c’è”.
Staremo a vedere.

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One thought on “Cavalcaferrovia, la storia infinita. A settembre si saprà il nome della ditta incaricata dei lavori

  1. Egregio sig. Bruno Andolfatto,ho letto, per caso, il Suo articolo comparso tempo fa sul periodico "Famiglia Cristiana".Qualora non lo avesse più presente, riporto l'occhiello, che ne riassume il contenuto:"Ennesima marcia. I contrari alla nuova linea ferroviaria ad alta velocità, però, dicono poco o nulla sulla seconda galleria autostradale del Frejus. Eppure stessa valle, stessi monti…"Ritengo che il lettore del suddetto periodico abbia diritto ad alcune precisazioni relative ai fatti oggetto dello scritto, che chi legge i periodici valsusini conosce invece molto bene.Non esiste un'unica Valle di Susa, né geograficamente, né dal punto di vista amministrativo. La riunificazione delle comunità Montane dell'Alta con la Bassa Valle è stata una forzatura conseguente alla necessità di risparmiare risorse economiche pubbliche.Gli interessi degli abitanti dell'Alta Valle possono essere molto diversi da quelli della Bassa Valle, per quanto esposto sopra.All'occorrenza, potrei fornirle alcuni collegamenti ad articoli apparsi sul Web in merito al NoTavPensiero.La maggior parte dei TavSì non mostra avversione per la seconda canna autostradale, anzi vi sono state dichiarazioni favorevoli addirittura da parte dell'assessore regionale ai trasporti Bonino; questo è molto grave perché ufficialmente gli amministratori insistono (con ragione) sul trasferimento dalla gomma al ferro.L'unica voce fuori dal coro è stata quella di Saitta, indignatosi all'indomani della comunicazione del reale utilizzo della seconda canna, ma ora silente.Le amministrazioni locali (favorevoli al nuovo traforo ferroviario) potrebbero, se lo volessero, evitare che la seconda canna autostradale venga utilizzata per uno scopo differente da quello dichiarato, in quanto la loro percentuale azionaria nella SITAF consente il controllo completo delle delibere.Mi fermo qui, perché mi sembra paradossale che un qualunque cittadino come il sottoscritto possa suggerire a un giornalista esperto come Lei. Timoroso di aver scritto imprecisioni, La pregherei di farmele notare.Distinti saluti.Carlo Gianoglio

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