Non esistono MESSE NO TAV e MESSE SI’ TAV
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Chi mi conosce almeno un po’ sa quanto detesti il “commentismo”, ossia il salire sul trespolo a ogni pié sospinto per insegnare al popolino come la deve pensare. Ma questa volta voglio dire la mia a proposito di quanto é avvenuto domenica pomeriggio in Cattedrale a Susa
Non sono anarco insurrezionalisti e neppure teppisti i fedeli (perché di questo si tratta) protagonisti dell’insolito blitz domenica in cattedrale a Susa. I paragoni con le Pussi Riot possono andare bene per un titolo ad effetto (difatti sono caduto in tentazione e l’ho usato pure io…).
Sono convinto che si tratti di persone animate da convinzioni profonde e dalla buona fede.
Scorrendo le foto pubblicate sul web dagli stessi No Tav, vedo molte persone che conosco e che stimo. Ciò non toglie che l’iniziativa da loro promossa sia discutibile.
Confondere la protesta (giusta o sbagliata che sia) con la fede e con i sentimenti religiosi è improprio ed sbagliato, così come cercare benedizioni alle proprie convinzioni politiche. Non esistono Messe Sì Tav e Messe No Tav. L’alta velocità è una questione da affrontare in modo laico, senza guerre sante e proclami scudocrociati. Davvero viene da dire: scherza con i fanti ma lascia stare i Santi. E’ proprio giunto il tempo di fermarsi, di tornare a riflettere prima di agire. Su una cosa, però, i cattolici (come tutte le persone) dovrebbero trovarsi d’accordo: il rifiuto della violenza, dell’intimidazione e il rispetto delle istituzioni e delle opinioni altrui. Valori che sembrano venuti meno in parecchie frange del movimento No Tav.
Bruno Andolfatto
Lucia Falco:sai bruno, concordo con quasi tutto ma, non mi piace quello che asserisci scrivendo:il rifiuto della violenza, dell’intimidazione e il rispetto delle istituzioni sono venuti meno da alcune frange del movimento. non è corretto. che ci sia un'indisposizione verso le forze dell'ordine o verso coloro che danno ordini contro la popolazione mi pare lecito senza per questo togliere niente al fatto che si sia tutti daccordo sul: il rifiuto della violenza e dell’intimidazione.
Giorgio PerinoConcordo su tutto. Ma aggiungo: i cattolici devono anche avere il coraggio di rifiutare e denunciare la MENZOGNA COME STILE: quella stessa che ha portato TUTTI I QUOTIDIANI ITALIANI a tacere sulla cancellazione della tratta Mestre-Trieste, e che ha caratterizzato tutta quella squallida farsa chiamata 'Osservatorio. Dovrebbero avere il coraggio di dire con parole chiare che la messa in sicurezza delle scuole non è una compensazione, ma un diritto. Dovrebbero chiedersi, e chiedere, se è normale che venga mandato mezzo esercito a difendere un cantiere dal taglio delle reti, mentre un po' più a Sud i minori continuano indisturbati a contrabbandare, spacciare e taglieggare anziché frequentare la scuola, senza mai avere avuto l'onore di tanta attenzione e dispendio di energie da parte dello Stato.
Franco Maletti:Perino, in politica è una tattica consolidata quella che, quando si ha torto, si sposta in modo schizofrenico l'attenzione su tutt'altro che nulla ha a che vedere. Le Istituzioni si rispettano. E così le decisioni che (in Europa!) le Istituzioni Italiane condividono perchè di interesse europeo. I cattolici, in quanto cittadini, le Istituzioni e le Leggi le rispettano. I furbi invece rispettano soltanto le Leggi che convengono ai loro privati ed egoistici interessi, magari anche solo di visibilità e "prestigio personali".
Giorgio Perino:Caro Maletti, Lei ha perfettamente ragione: la pratica di stracciarsi le vesti per ciò che fa comodo, coprendo gli occhi su tutto il resto, è decisamente usata. E se per Lei è normale che, nello stretto accordo tra giornali e istituzioni, si viva la cristianissima situazione che ho descritto sopra, mi consenta di dirle che per me non lo è. Di certo, da cattolico, non ho alcun problema a riconoscere gli errori che si commettono all'interno del movimento, che sono tutti puntualmente ripresi dalla lodevole integrità morale di politici e media. Ma sarebbe interessante che, allo stesso modo, certi straordinari stracciatori di vesti riservassero qualche forza per scandalizzarsi anche per tutte le porcherie etiche attuate senza alcuno scrupolo da tanti sostenitori dell'opera (a partire da quelle citate nel mio precedente intervento), che, anche se ormai TUTTI sanno che non serve a nulla se non per mettere in circolo (sotto la pericolosa forma di un ulteriore futuro debito) dei capitali che darebbero una momentanea boccata di ossigeno all'economia, continuano a giocare con la pelle della Valle. Consiglio a tutti, per farsi una chiara idea di quanto serve la Torino-Lione, di andarsi ad ascoltare un emblematico confronto fra mario Virano e Angelo Tartaglia trasmesso a fine luglio su Radio24 e disponibile sul Web.
Lucia Falco scusate la domanda, forse provocatoria ma che mi sta premendo: perchè è importante rispettare le istituzioni? quando è importante rispettarle? Sto cercando di spiegare da anni a mia figlia l'importanza del senso dello stato ma, ultimamente comincio a vacillare…
Giorgio Perino:Anche le leggi razziali (fatte le dovute distinzioni: i piani sono ben diversi, anche se sempre di ingiustizia si tratta) erano leggi. E anche Mussolini era un'istituzione. Tutto ciò senza voler giustificare alcun tipo di violenza.
Franco Maletti:Perino, mi sembra che in Italia ci sia ancora la democrazia, così come mi pare che l'Italia faccia parte dell'Europa, alla quale ha ceduto una parte della sua sovranità nazionale per quanto riguarda le opere di interesse sovranazionale quale la Tav. Viviamo in un mondo globalizzato. La vita non è un fumetto. Chi non si rende conto di questo e cerca di fare, al contrario, il villaggio di Asterix non può fare della violenza verbale, fisica o "mediatica" la sua pozione magica. Tuttavia ritengo, (ma è una mia opinione personale) che nel terzo millennio che stiamo vivendo ci sia purtroppo un arco di tempo così lungo tra una grande decisione (tipo la Tav, ma non solo) e la sua attuazione che al momento della sua realizzazione l'opera rischi di diventare obsoleta oppure non più perfettamente rispondente agli obiettivi originari. Per cui se si tratta di discutere di modifiche adeguate alla nuova situazione realizzatasi ben vengano le proposte. Purchè siano proposte sensate, soprattutto concrete, e non tendenti soltanto a cancellare tutto o a dimostrare che qualcuno aveva ragione e qualche altro no.
Giorgio Perino:Certo, viviamo in una democrazia, ma fondata sul profitto e asservita alle leggi economiche, molto prima che a quelle etiche. Tutti sappiamo (così ci hanno insegnato) che la ragion d'essere della Torino-Lione sono nel suo essere una protuberanza dell'ex Corridoio V, poi EN 6 e poi non so che altro. In Portogallo e in Spagna hanno concluso che, dato l'attuale momento economico e le tendenze dei traffici degli ultimi decenni, non vi è alcuna necessità di nuovi collegamenti tra Lisbona e Madrid. Da Lubiana andando in là verso Est non hanno neppure le linee elettrificate e hanno da tempo rimandato l'interesse dell'opera a data da destinarsi. Da Mestre a Trieste non se ne farà nulla. Ma già la Torino-Milano non è una linea ad alta capacità, e stando agli ultimi documenti disponibili (ormai datati 2008) da Chambery a Lione si tratterà di una linea TAV, e non TAC o Linea Moderna o che altro. Fra Torino e Modane la strozzatura che si evince non è nell'alta valle, benché le pendenze siano elevate, bensì tra Avigliana e Torino. Sa spiegarmi (lo chiedo senza intenti polemici), a questo punto, quale utilità ha, in questo momento economico in cui non ci sono neanche più i soldi per tagliare l'erba nei giardini delle scuole (figurati per metterle in sicurezza) spendere miliardi in un'opera del genere? Proprio da cattolico sono disorientato, perché ormai l'economia (senza andare a vedere i cosiddetti interessi personali") è l'unico parametro di decisione, per cui siamo arrivati al punto di totale assurdità per cui non ci sono più i fondi per fare ciò che serve, ma solo per fare ciò che, oggettivamente, non serve, e non servirà per un bel po' di anni, se non addirittura mai. E in nome di questo si passa addosso a tutto e a tutti, senza considerare l'incremento delle malattie respiratorie nei soggetti già deboli (dato sicuro, presente negli stessi progetti), l'intaccamento delle falde acquifere, lo sconvolgimento dei micro-ecosistemi, le frane che si andranno a incrementare in una valle già geologicamente fragile da questo punto di vista. Si vuol fare la Torino-Lione, raddoppiare il Frejus (e su questo si è stati troppo, colpevolmente zitti), creare posti di lavoro là dove non si fa l'interesse della comunità, ma si sa benissimo di arrecare danno. E' questo che non funziona. E' su questo che dovrebbe vertere il piano della discussione, non sui corollari, su cui talora anche il movimento sembra concentrarsi a dismisura, con atti a mio avviso non sempre opportuni che prestano il fianco a massacri mediatici. Poi, certo che bisogna rispettare e insegnare a rispettare le istituzioni, ci mancherebbe. Ma bisogna anche pretendere, con determinazione, che le istituzioni agiscano veramente nell'interesse dei cittadini. Cosa che qui (e non per una ragione di Nimby) non sta avvenendo. Che non sta avvenendo nenache altrove, dove si spendono miliardi per costruire dei CACCIABOMBARDIERI. Questa, mi si consenta, è follia, in senso assoluto, ma a maggior ragione in questo momento economico. Si potrebbe protestare pacificamente, certo. Ma chi le ascolta, quali risultati hanno dato le proteste pacifiche? Napolitano non ha neppure voluto ricevere i sindaci (non Alberto Perino: i sindaci). Lungi da me la giustificazione o l'auspicio della violenza, ma quali mezzi si hanno, oggi, per impedire che le lobby economiche continuino indisturbate a fare un uso ingiusto dei nostri soldi, facendo danni anziché salvaguardare il vero benessere collettivo? Ripeto: neppure Virano riesce a giustificare l'opera in presenza di un contraddittorio. Lo sanno tutti, loro in primis, che non serve. Ma si deve fare.
Franco Maletti: Mi sembra che la decisione di costruire la Tav sia stata presa a livello europeo da persone elette democraticamente. Questo può non piacere, così come pagare le tasse. E se quello che io pago mi viene restituito sotto forma di servizi solo in parte, oppure devo rinunciare ad una parte dei miei privilegi per il bene della comunità, io non posso pretendere che il principio della solidarietà per me sia un valore soltanto se non ci rimetto mai nello scambio. Perchè questo, oltre a non essere democratico, non è nemmeno cristiano. E se per allontanare da me il sospetto di un egoistico interesse accampo previsioni catastrofiche come se fossimo governati da imbecilli, mentre da una parte non è vero (almeno a livello europeo dove si presume che il numero più alto dei suoi componenti garantisca da tali eventualità) dall'altra posso democraticamente "non condividere" attraverso un voto. Ma deve essere un voto che poi si adegua alla decisione della maggioranza, e non al principio che "tutti hanno torto meno che io". Questo è il prezzo della democrazia e non condividerlo significa soltanto fare finta di essere democratici. Dire che la maggioranza dei valsusini non è d'accordo (ammesso che sia vero e che preferiscano i gas di scarico aggiuntivi dei tir) in questo caso non basta per condannare un'opera decisa a livello europeo. Così come a suo tempo è avvenuto nell'esproprio dei terreni per costruire l'autostrada, chiedere all'espropriato se è d'accordo mi sembra inutile e scontato. L'errore grave delle Istituzioni è stato quello di non accorgersi o di sottovalutare l'impatto mediatico di chi, contrario alla Tav, per anni ha espresso le sue opinioni in assenza di contraddittorio, convincendosi progressivamente di avere così ragione e le Istituzioni così torto, da non riconoscere più alcuna forma di autorità.
Giorgio Perino:A livello mediatico c'è stato eccome uno squilibrio, ma dire che sia stato a favore dei No Tav senza contraddittorio, mentre TUTTI I QUOTIDIANI (eccetto quelli di estrema sinistra e Il Fatto quotidiano) e TUTTE LE TELEVISIONI (eccetta LA7)sono sempre stati il megafono di chi continuava a ripetere a pappagallo che l'opera è strategica, che non averla taglierebbe fuori Torino dall'Europa, e via con altri luoghi comuni… mi sembra antistorico. Il fatto è che nessuno (neppure adesso) è mai riuscito a ribattere le obiezioni, fatte di DATI, dei tecnici di riferimento No Tav, e tutti hanno sempre preferito (e continuano a preferire) il luogo comune. Perché? Perché i dati non giustificano assolutamente la costruzione di quest'opera. E neanche il buon senso, che non è lo spirito-guida dell'economia. Avrei piacere che quanto ho scritto sopra, se errato, venisse appunto contraddetto con argomentazioni puntuali. Tutti i fautori dell'opera hanno sempre monopolizzato l'informazione, per creare un consenso ipocrita. Proprio l'ipocrisia è uno dei problemi di fondo, intesa nel senso etimologico del termine: carenza di critica. Una critica che deve fondarsi sull'analisi dei dati, e non sulla cieca fiducia e su finzioni mediatiche di dialogo, di cui l'Osservatorio è stato l'emblema. Discutiamo sui dati! Andiamo a riascoltarci la sopra citata trasmissione del confronto tra Virano e Tartaglia! Questa è una questione di ordine tecnico: se un'opera non serve (cosa di cui si sono accorti tutti i Paesi europei che vi hanno rinunciato, oltre all'Italia orientale), non serve! E se a livello democratico vogliono farci passare che serva, ma senza riuscire a giustificarla, vuol dire che ci stanno democraticamente prendendo per i fondelli. E a caro prezzo.