SUSA, bandiere No Tav e lacrimogeni a messa. Montaruli: “Come le Pussi Riot a Mosca”
Ed ecco l’Esposito pensiero: “Non è certo compito di un laico occuparsi e commentare fatti e vicende che interessano la Chiesa e la comunità dei fedeli, ma mi permetto di segnalare questo episodio… La messa è un momento fondamentale per la comunità dei credenti e mi sorprende che in quella circostanza si sventolino bandiere, in cerca forse di benedizioni per una causa o forse solo di un po’ di visibilità. Neppure la Democrazia Cristiana negli anni Cinquanta è entrata in chiesa sventolando i propri vessilli. E ancora di più sorprende che si utilizzi l’offertorio per portare all’altare bossoli di lacrimogeni o la preghiera dei fedeli per leggere proclami No Tav. Gesti che non possono essere certo etichettati come ‘di pace’, anche se a compierli sono gruppi sedicenti pacifisti e nonviolenti, ma che finora non hanno mai pubblicamente condannato le gravi violenze commesse dalle frange antagoniste in Valle di Susa”.
A Esposito “sorge il dubbio che dietro questo gesto ci sia l’intenzione di contestare i vertici della chiesa locale, impegnati in una riorganizzazione delle parrocchie forse non gradita ad alcuni ambienti. O di colpire chi come il Vescovo di Susa Mons. Badini Confalonieri, non ha mai voluto ‘benedire’ il movimento No Tav, svolgendo appieno il compito che spetta a un Pastore in una situazione ambientale molto complessa e difficile.Al Vescovo e al parroco va il mio rispetto per come hanno gestito il tentativo di strumentalizzare perfino una celebrazione eucaristica. Evidentemente i No Tav come novelli Templari combattono la loro Crociata contro tutti e tutto, avendo perfino perso il rispetto per le cose sacre”.
Sul fatto interviene anche un cattolico del Pd. E’ il deputato Giorgio Merlo: “Chi come me proviene dalla tradizione del cattolicesimo democratico, dove ben chiara era la distinzione tra impegno politico e Chiesa, non può non provare una sensazione di sconcerto di fronte a fedeli che si recano a messa con tanto di bandiere. L’essere pro o contro la Tav non ha nulla a che vedere con i fatti avvenuti domenica a Susa. Comunque la si pensi sull’opera, confondere i i vessilli No Tav con le ostie e l’altare vuol dire compiere un atto sacrilego nel senso letterale del termine. Ed è bene non cercare di tirare la tonaca a vescovi e sacerdoti, che sono guide spirituali di un’intera comunità e non di una sola parte”. Ed ecco l’appello di Merlo: “Sarebbe necessario che intorno alla Tav si recuperasse un po’ di buon senso e di equilibrio, per evitare che qualcuno possa pensare che dopo aver sostituito la Repubblica italiana con la Repubblica della Maddalena, le Procure dello Stato con i ‘tribunali del popolo’. E che ora si tenti di contrapporre un rito No Tav a quello della santa e romana Chiesa”.
Le proteste contro la… protesta arrivano anche da destra. E’ Augusta Montaruli, vice presidente del gruppo PdL in Regione a parlare di “brutta imitazione di una vergognosa offesa alla religione compiuta dalle Pussi Riot a Mosca qualche mese fa. Il gesto dei No Tav è una chiara violazione di una funzione religiosa. I No Tav hanno perso ogni rispetto non solo per i lavoratori ma addirittura per i luoghi e i simboli sacri”. E Montaruli ricorda che “chiunque impedisca o turbi lo svolgimento di funzioni o cerimonie religiose è punibile con la reclusione ed è per questo che sporgeremo denuncia contro ignoti per il reato di turbamento di funzioni religiosse del culto cattolico di cui all’art. 405 del Codice Penale”.