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I giardini di Marta

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Sempre più intensa l’attività dell’architetto paesaggista. Ad agosto il quotidiano La Stampa le ha dedicato una pagina

“Prende una matita e comincia ad accennare su un foglio di carta i tratti di un giardino. Poi lo colora con gli acquarelli”. E’ l’incipit di una pagina del quotidiano La Stampa del 18 agosto scorso, interamente dedicata a una cittadina santantoninese che si sta facendo onore in campo locale, regionale, nazionale e… non solo.  E’ sempre lei: Marta Vitale Brovarone, 32 anni, già (e speriamo ancora…) collaboratrice de La Valsusa. In tasca ha una laurea in agraria con specializzazione in architettura del paesaggio. E, come spiega l’articolo firmato da Cristina Insalaco, “dalle sue mani hanno preso forma tanti giardini di Torino”. Il tutto con la collaborazione di Stefano Fioravanzo e di altri architetti. 

Marta Vitale Brovarone


Il quotidiano cita le opere di Marta: il Casino Barolo, in strada Altessano; il giardino Rodari in corso Moncalieri, proprio dove c’è la Casa Oz che ospita i genitori e i bambini ammalati ricoverati nei nosocomi torinesi. Una pagina che però non cita quello che Marta Vitale Brovarone fa per le comunità santantoninese e delle valli.
Un esempio? Il progetto “aiuolando”, pensato e realizzato con le scuole di ogni ordine e grado per avvicinare bimbi e ragazzi alla natura e al giardinaggio.  “Il progetto va avanti, da alcuni anni, con le Scuole Medie di S.Antonino e proseguirà anche quest’anno”, spiega Marta Vitale.  E lo scorso anno “aiuolando” è stato attuato anche in due classi del liceo di Rivoli-Sangano. Ma di cosa si tratta? “E’ un progetto interattivo per avvicinarsi al mondo del giardino scoprendone curiosità e caratteristiche. Ma lo scopo va ben oltre: bambini e ragazzi possono ideare il progetto del loro giardino, immaginarlo, sognarlo …e poi farlo vivere, attraverso incontri dedicati all’ideazione del progetto e poi alla fase di realizzazione e manutenzione. Il tutto sotto la mia guida: io però non indico cosa va fatto, assecondo le loro idee, accogliendo quelle fattibili e lavorando con loro per metterle in luce”.  Che dire? Complimenti Marta e continua così.

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