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Anche con il Tav la Valle può essere intelligente

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Gettare lo sguardo oltre le polemiche, oltre gli scontri e i problemi di ordine pubblico. Immaginare come la valle può digerire e metabolizzare la nuova linea ad alta velocità Torino-Lione. Cercare di capire come trasformare quella che  molti percepiscono ancora come una disgrazia per il territorio in un’opportunità di rilancio dell’economia locale.  E come investire al meglio i primi dieci milioni di euro di compensazioni derivanti dalla costruzione del Tav in progetti, capaci di trasformare alcuni “sogni” in “realtà”. 
Con questi presupposti, lunedì 24 al Castello di Susa, si è parlato di “sviluppo sostenibile del territorio alpino”, di “green economy”, di “smart valley”. Certo, non c’erano folle oceaniche in delirio e anche i contestatori acerrimi (a cui sale la pressione non appena si accenna al Tav o si pronuncia quel termine tanto terribile: compensazioni) sono stati tranquilli. 

Un esempio di applicazioni tecnologiche sulla rete dell’illuminazione pubblica

E i contenuti ci sono stati. Eccome. E non si è trattato di suggestioni ma di cose possibili, concrete, fattibili. Come la “Smart Valley”. Che significa costruire una “valle intelligente”, come ha spiegato Marco Marchetti, amministratore delegato di “Soluzioni Srl”. “Proprio in questo momento di crisi è il caso di dire che abbiamo un sogno, abbiamo voglia di realizzare progetti che mettano al centro l’uomo e l’ambiente”. Parole, si dirà. Ma come? “Mettendo l’evoluzione tecnologica non al servizio del singolo ma della collettività”. Scendiamo nel concreto. Marchetti non esita e dice: “L’infrastruttura c’è, ce l’abbiamo sotto il naso e non ce ne siamo mai accorti”. E quale sarebbe? “Semplice, i pali dell’illuminazione pubblica”. Già, i vecchi pali e il vecchio filo di rame possono essere i conduttori di un sacco di cose utili: “Intanto si deve utilizzare l’illuminazione a led per risparmiare. E ciò che si mette da parte va reinvestito per rifare la rete, rendendola capace di condurre un sistema di comunicazioni multiple. Per farlo basta tenere alimentato il sistema dell’illuminazione”. E così, pensate un po’, ciascun palo della luce potrebbe: avere un sistema di illuminazione a led, disporre di sistemi per il Wi Fi a bassa frequenza per la videosorveglianza e il riconoscimento delle targhe, per la telettura dei contatori, per la gestione di display e pannelli a messaggio variabile, diffusori audio, sistemi per la ricarica di veicoli elettrici. Un esempio concreto c’è. 

Ed è a Piacenza dove una piazza del centro (piazza Sant’Antonino) con i lavori di riqualificazione architettonica ha visto l’installazione di un sistema che permette di gestire: un totem per la pubblicazione delle informazioni, un sistema per videorsvegliare l’intera area, wi fi per accesso a internet, filodiffusione, controll o dell’energia elettrica dell’illuminazione pubblica. Scienza o fantascienza? Per Marchetti, “se i Comuni  valsusini si mettono d’accordo è un’ opportunità”.


Si tratta solo di un esempio, insieme alla posa della fibra ottica da Avigliana a Bardonecchia, per offrire nuove opportunità di crescita alla valle, alle aziende, per rendere i rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini più semplici e immediati. Per pensare a uno sviluppo ecocompatibile e intelligente. “Perché dopo questa crisi economica – ha detto il senatore Pd Roberto Della Seta – nulla sarà come prima ed è impensabile che si torni ai volumi produttivi del passato”. Certo, la discussione sulla Tav è lì, pesante come un macigno. Ma dagli esponenti No Tav presenti in sala non è arrivato che qualche mugugno. Soprattutto quando Antonio Ferrentino ha dichiarato di “aver accettato di confrontarsi sulla Torino-Lione perché si facesse il miglior progetto possibile”. E quando ha dato atto a Susa di aver insistito “perché a progettare la Stazione Internazionale non fossero i progettisti ferroviari ma architetti scelti con un concorso internazionale”. 
Comunque sia, lunedì a Susa si è parlato di “green economy” non come di  un settore di nicchia riservato ad ecologisti di stretta osservanza. Ma come al motore dell’economia del futuro, anzi del presente. Anche e soprattutto qui, in valle di Susa. E a pensarla così non è solo un pezzo del centrosinistra valsusino  e provinciale ma anche illustri esponenti del centro destra, come la prima cittadina di Susa Gemma Amprino e il sindaco di Condove Piero Listello. A riconoscerlo, con chiarezza, è proprio Gemma Amprino: “Basta con le chiusure mentali e con i preconcetti”, ha detto. “ I sindaci della valle devono confrontarsi, al di là degli schieramenti politici, per immaginare il miglior futuro possibile per il loro territorio. Nessuno ha il monopolio della conoscenza e dobbiamo confrontarci e condividere”.  

Bruno Andolfatto

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One thought on “Anche con il Tav la Valle può essere intelligente

  1. Il futuro fa sempre paura. Per molti vivere nel passato è più rassicurante e meno impegnativo. Si ripetono le stesse frasi come un mantra di scongiuro, ciechi e sordi. Si vive delle proprie abitudini, giuste o sbagliate che siano, impedendo agli altri di modificarle. Ma il mondo è cambiato, e, soprattutto, non appartiene soltanto a noi stessi. A meno che vogliamo finire come gli Indiani d'America che, con grande senso democratico e nel pieno rispetto delle loro idee e delle loro abitudini, sono stati accompagnati a morire nelle riserve, forse è meglio accettare di essere un pò "smart". Per il bene di tutti.

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