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La riabilitazione FANTASMA

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Di sicuro qualcuno dirà  “la notizia è vecchia”. Ma il punto sta proprio qui. Che la notizia giace da anni, periodicamente riesumata, ma rimane lettera morta.
Di cosa parliamo? Della struttura per la riabilitazione aperta dall’Asl in piazza della Pace a S.Antonino sopra la nuova palestra e mai resa operativa.
Correva l’anno 2010, mese di novembre. Quando il responsabile del distretto Pasquale Grassano dichiarava che “per rendere pienamente operativa” la nuova fiammante struttura dedicata alla riabilitazione (aperta cinque mesi prima in piazza della pace) “ci vorranno altri due-tre mesi. I tempi previsti spiegava – hanno subito qualche rallentamento perchè l’Asl ha dovuto prima concordare con la Regione e poi attuare il piano di rientro e di riprogrammazione”.
Passano gli anni, i mesi e se li conti anche i minuti ma di cambiamenti se ne vedono pochini. Il comune, da parte sua, continua a incamerare (giustamente) l’affitto mensile di circa 6 mila euro al mese. Ma la struttura continua a funzionare a ritmo ridotto, solo un po’ di logopedia.

E la gente si arrabbia. “Il medico mi ha prescritto un ciclo di laserterapia e un altro di magnetoterapia oltre a una seduta settimanale di fisioterapia individuale”, spiega una pensionata. “Se la struttura di S.Antonino fosse operativa avrei potutp andare lì e, probabilmente, non spendere un euro”. Invece? “Guardi qua, legga il “preventivo” che mi hanno fatto in una struttura convenzionata: 40 euro per dieci sedute di laserterapia, altrettanti per dieci sedute di magnetoterapia. A cui dovrei aggiungere 40 euro per ogni seduta settimanale di fisioterapia. Ho già speso 120 euro, che per le tasche di una pensionata sono parecchi, e mi sa che sarò costretta a rinunciare e tenermi i dolori”.

Sentita la denuncia, siamo entrati un mattino nella struttura. Alla reception non c’era nessuno. Nel lungo corridoio solo sedie libere e una coppia di genitori in attesa di un bambino impegnato in una seduta (l’unica in quel momento) di logopedia. Le palestre vuote e (probabilmente) mai utilizzate. Così, mentre gli utenti spendono i loro soldini nei centri convenzionati, la struttura pubblica nata per essere un fiore all’occhiello della sanità valsusina rimane una cattedrale nel deserto.
Il fatto lo abbiamo denunciato più volte, sentendo sempre le “autorità competenti”: il responsabile del distretto, il sindaco del paese, il primario (che però non si è dimostrato particolarmente loquace) e, in una circostanza (quando venne a inaugurare la vicina Raf) addirittura il presidente della Regione Cota.

Far funzionare quella struttura sarebbe davvero un bel passo verso la “spending review” (anche per le tasche dei cittadini). Questa volta abbiamo volutamente risparmiato le telefonate  e attendiamo le risposte di chi conta, almeno per allontanare il sospetto, avanzato da qualche mente maliziosa, che la mancata apertura del centro sia in qualche modo funzionale alla tutela degli interessi degli operatori privati. Sappiamo di certo, perché lo hanno messo più volte nero su bianco, che questa non è l’intenzione del direttore Sanitario, né del sindaco di S.Antonino. Per questo diciamo: sanità valsusina (e regionale), se ci sei batti un colpo! Diversamente, ancora nel nome della spending review, tanto vale chiudere i battenti….

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