A CHI DA’ LAVORO LA SITAF…
Una battaglia dura, quella annunciata dal duo Esposito-Ferrentino: ad esser preso di mira è uno dei sacri palazzi dei lavori pubblici in Piemonte; quello che sorge poco prima dell’abitato di Susa. E i cui vertici non possono certo dire “son soldi nostri e ne facciamo ciò che vogliamo”, dal momento che Sitaf è un’azienda partecipata al 51% da soci pubblici (Provincia di Torino 8,7%, Comune di Torino 10,6%, Anas 31,7%) e per il restante 49% da due colossi delle autostrade come i gruppi Gavio (attraverso la società Itinera) e Mattioda, presenti in consiglio di amministrazione.
Il tema, come riferisce il sito http://www.lospiffero.com/sottoscala/politica-e-affari-sitaf-sotto-il-fuoco-amico-7319.html è stato discusso a lungo dai dirigenti dell’azienda presieduta dall’ex parlamentare Giuseppe Cerutti. La questione è se Sitaf, e le sue partecipate spesso utilizzate come stazioni appaltanti, debba sottostare alle norme del Codice dei contratti pubblici (decreto legge 163/2006). A sollevare la questione è stato Fortunato Asprea, consigliere nominato da Palazzo Cisterna, il quale ha insistito sulla necessità di chiedere un parere legale gratuito alla Corte dei Conti, passando attraverso il socio pubblico Provincia. Ipotesi che però è stata respinta da tutti gli altri elementi del cda, a partire dai soci privati, Gianpiero Mattioda e Bruno Binasco(Gavio), ma anche dai rappresentanti del pubblico, compreso Sergio Rossetto, consigliere espresso da Palazzo di Città il quale – secondo quanto riportato dal verbale – “preliminarmente informa di aver autonomamente e informalmente interpellato sul tema un giurista, suo collega universitario, il quale gli ha dato un parere conforme a quanto rappresentato nel documento fornito ai consiglieri”. Insomma, per il cda va tutto bene. Si procede alla votazione e il regolamento viene approvato e inviato alle società partecipate.
Insomma, la guerra pare essere solo all’inizio. Leggete cosa scrive ancora lospiffero.com: è una guerra “tutta politica e si combatte all’interno di uno stesso partito: il Pd. Sitaf, infatti, è stata creata e colonizzata dalla politica. Il consigliere d’amministrazione Rossetto, cui si è fatto riferimento prima, è un uomo di fiducia di Salvatore Gallo, ex pezzo da novanta del Psi, signore delle tessere del Pd e grande sostenitore di Piero Fassino alle scorse primarie, nonché papà di Stefano Gallo, che lo stesso sindaco, dopo le elezioni, ha promosso nella sua squadra di governo, come assessore allo Sport. Gallo è poi presidente di Sitalfa, una delle controllate di Sitaf, mentre la Musinet, un’altra partecipata (51%) è presieduta da Giancarlo Quagliotti, membro della segreteria Pd e gran visir di Fassino sin dagli anni del Pci. Fabrizio Gatti, vice presidente di Finpiemonte, è invece amministratore delegato di Ok-Gol, un’altra figlia di Sitaf”.
Cosa sostengono Esposito e Ferrentino? Che attraverso queste società vengano affidati appalti senza gara per milioni di euro. E che beneficiari sarebbero alcuni soliti noti che rivestono la doppia veste di azionisti Sitaf e affidatari dei suoi lavori. E’ Ferrentino a farlo notare in un passaggio della sua interrogazione al presidente della provincia Antonio Saitta“I lavori vengono affidati, a stragrande maggioranza, sempre più a società che sono anche azioniste o sono riconducibili ai soci Sitaf spa”.
Il solo parlarne, non diciamo l’affrontare e il risolvere la questione, sarebbe probabilmente l’inizio di una vera, salutare, giusta rottamazione.