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CRONACA DI UNA NOTTE VALSUSINA. ANCORA INCIDENTI PER LE “CAROTE” DELLA TORINO-LIONE

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Susa. Martedì 13 novembre, ore 23. Diciamola tutta. Duecento persone, poco più poco meno, hanno tenuto sotto scacco un’intera valle e anche qualcosa (forse molto) di più dal tardo pomeriggio fino alle 2.30 del mattino. Duecento individui nemmeno tutti …locali, anzi é probabile che i valsusini nel gruppo siano pure la minoranza, convinte di agire a nome e per conto di quella stessa valle che stanno bloccando e di cui stanno restituendo al mondo l’ennesimo, pessimo biglietto da visita.

Sullo sfondo un’altra lettera di minacce, la seconda in due giorni, analoga a quella ricevuta lunedì dal sindaco di Susa Gemma Amprino, fatta arrivare martedì al sindaco di Chiomonte Renzo Pinard. Anche questa firmata da un presunto Stefano Esposito, omonimo del parlamentare Pd noto per le sue posizioni a favore dell’alta velocità. Identico anche il messaggio e la polvere grigia, che dalle analisi effettuate sulla missiva pervenuta lunedì al primo cittadino di Susa non è risultata tossica.
In ogni caso, per precauzione, sindaco e due funzionari comunali sono stati isolati mentre un altro funzionario, che era già tornato a casa, é rimasto sotto controllo nella sua abitazione. La busta e’ stata portata all’Istituto zooprofilattico per le analisi di rito.
“Sono stufo di questa situazione, non ne posso davvero più” – commenta Pinard. “Spero soltanto che tutto quello che sto facendo e, il fatto che mi espongo, serva per il bene della valle e soprattutto dei giovani, che con la Tav potranno avere un posto di lavoro. Mi spiace per i miei familiari che con me stanno vivendo giorni difficili. Ma per non cambia nulla: vado avanti per la mia strada”. Pinard ha già subito numerosi atti intimidatori, ultimo dei quali, una decina di giorni fa, con la devastazione della sua vigna in cui si produce
il cosiddetto “Vino del ghiaccio”.

Intanto, poco più giù, nei dintorni di Susa, nel tardo pomeriggio di martedì dopo l’assemblea indetta dai No Tav per protestare contro l’avvio di un sondaggio della Torino-Lione nell’area dell’autoporto, alcune centinaia di manifestanti hanno bloccato l’autostrada del Frejus A 32 e la strada statale 25. L’occupazione é avvenuta dopo che i manifestanti hanno lasciato i dintorni della frazione San Giuliano di Susa, dove si erano raccolti in assemblea per decidere quali iniziative di protesta adottare nelle ore successive. L’altra strada della Valle, la ex statale 24, era stata interrotta dalle forze dell’ordine tra il km 51 e 52.
Il traffico dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia veniva deviato sugli svincoli di Chianocco e di Oulx, causando lunghe code e disagi per i valsusini.
A fronteggiare i manifestanti, nella zona intorno all’autoporto, un fitto sbarramento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa. I militanti No Tav tentavano quindi di avvicinarsi a una delle aree dove sono in azione le trivelle cercando di aggirare i blocchi attraverso dei campi e lanciando petardi e sassi in direzione dei poliziotti.

Nel corso degli incidenti da registrare anche due aggressioni ai mezzi delle forze dell’ordine a presidio dell’area dei carotaggi. Un gruppo di manifestanti, verso le 19.45, circondava un’auto della polizia stradale di Susa che doveva gestire il traffico di mezzi pesanti allo svincolo di Susa est. I violenti sfondavano con un bastone il parabrezza dell’auto e infrangevano il lampeggiante e colpivano la carrozzeria con lanci di pietre. E un blindato dei carabinieri e’ stato bloccato da un altro gruppo di militanti che lo ha colpito con calci e pugni, tagliando le gomme. Il mezzo e’ poi riuscito a ripartire e ad allontanarsi.
Il capopattuglia dopo essere sceso dall’auto per intimare l’alt a uno degl autori dei danneggiamenti é stato accerchiato da altri manifestanti. Una seconda auto della polizia, giunta in aiuta ai colleghi, é stata ammaccata e rigata.
I No Tav, ovviamente, danno un’altra versione dei fatti:. L’attacco all’automobile della polizia stradale sarebbe stata solo una “reazione” al gesto del capo pattuglia che, “dopo solo qualche insulto” lanciato dai manifestanti, e’ sceso dalla vettura impugnando la pistola.

Alle 23 i manifestanti si raccoglievano attorno alla rotonda del Vernetto, tra Chianocco e Bussoleno e da qui partivano alla volta dell’autostrada per costruire le consuete barricate a base di cassonetti e masserizie. L’autostrada Torino-Bardonecchia veniva così bloccata in entrambe le direzioni di marcia.
Solo verso le 2.30 del mattino i No tav, vinti forse dal sonno e soddisfatti per l’impresa compiuta, hanno lasciato il blocco sull’autostrada Torino-Bardonecchia lasciando però il ricordo della loro presenza (cassonetti e masserizie varie, molte delle quali incendiate) sulla carreggiata. Sciolto il anche presidio lungo la vicina strada statale.

E al mattino successivo per la valle il risveglio è stato (quasi) normale. Con le operazioni di bonifica per la messa in sicurezza dell’autostrada terminate poco prima delle 10. Il traffico, a quel punto, è tornato nornale sulle carreggiate in entrambi i sensi di marcia. 

L’ordine regna di nuovo in Valle di Susa. Fino alla prossima.

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