Il Canto di Primavera di Marco Pent
“All’alba di mercoledì 11 giugno 1952, San Barnaba, terzo giorno dopo la luna piena della domenica precedente, la mia mamma capì che era arrivato il momento di dare alla luce il suo quartogenito”. Comincia così l’avventura di Marco Pent raccontata da lui medesimo in un piacevole libro intitolato “Canto di Primavera” che uscirà tra pochi giorni per le edizioni Il Graffio.
Marco Pent racconta la sua infanzia e la sua adolescenza. Scontata la domanda: ma chi glielo ha fatto fare? La risposta è nel”preludio” dello stesso autore: “Ho voluto fermare, per quanto possibile, questi momenti di vita della mia infanzia e fanciullezza, lieti e tristi, forse un po’ egoisticamente per non lasciarmeli mai più sfuggire, ma anche per ringraziare quanti hanno circondato la mia vita e mi hanno fatto crescere”.
Ricordi personali e privati, certo, ma soprattutto, come scrive nella prefazione Susanna Tittonel, dirigente scolastico, uno “spaccato prezioso degli anni ’60, di un mondo che non c’è più”. Già perché leggendo questo libro – scritto in punta di penna e che si lascia scorrere con leggerezza e commozione – si incrociano le persone e i luoghi che hanno costruito la geografia dell’infanzia e della giovinezza di Marco: il papà e la mamma e poi Italo, Roberto e Rita Pent. E lo zio don Fortunato, classe 1924, l’irresistibilmente simpatico sacerdote con la S maiuscola e un tantino sibilante. Persone ma anche aromi e sensazioni da assaporare di ciò che era, è, e rimane, la nostra valle (e anche S.Antonino).
Una valle che, per Marco Pent, ha come epicentro la Vignassa, all’ombra dei monti sulla riva destra della Dora. E quella casa dove Marco è nato, cresciuto e dove continua a vivere con la sua bella famiglia. Un libro che non può mancare sotto l’albero di Natale dei santantoninesi. E non solo.