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Verso le elezioni. Nel Pd Suppo contro Plano. Tra i grillini c’è Marco Scibona. Centrodestra in stato confusionale

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Dunque si vota a febbraio. Probabilmente il 24. Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno preso un po’ alla sprovvista partiti e coalizioni, anche sul piano locale. Una cosa è certa: si voterà col “vecchio” sistema elettorale comunemente conosciuto come “porcellum”.
Coalizioni, alleanze, partiti, candidati. Mai come stavolta lo scenario si presenta incerto. Scenderà in campo il prof. Mario Monti, trasformandosi da tecnico in politico? Il centro destra cosa farà? Si autoriesumerà per l’ennesima volta Silvio Berlusconi? E del PdL che cosa resterà? Il giavenese, deputato e sindaco di Valgioie Osvaldo Napoli farà un’altra corsa a Montecitorio o lascerà spazio a qualche emergente come la prima cittadina giavenese Daniela Ruffino? Emergeranno outsider del calibro di Renzo Pinard, il sindaco di Chiomonte preso di mira dai No Tav?
Domande più che risposte. Anche perché è lo stesso sindaco di Chiomonte Pinard a chiedersi: “Ma il PdL esiste ancora? A me non pare. E comunque non mi interessa più. Nutro interesse per quanto sta facendo l’economista e scrittore Oscar Giannino, purchè si indirizzi verso Monti. Sì, lo ammetto: mi sento un “montiano” anche se spesso ho criticato il professore-premier”. E si si sa poco di ciò che farà la Lega Nord che, se si presenterà da sola, potrebbe presentare nelle sue liste l’attivo segretario valsusino, il santambrogese Paolo Tonasso.
Bocce ferme, invece, sul versante dei grillini che, con una consultazione via internet (le “parlamentarie”) hanno già annunciato la candidatura del bussolenese Marco Scibona mentre, almeno per il momento, viene esclusa la candidatura eccellente del condovese leader No Tav Alberto Perino.
Bocce decisamente in movimento, invece, sul fronte del centro sinistra che dopo la scelta del premier attraverso le primarie, consulterà un’altra volta gli elettori (gli stessi che hanno votato alle primarie) il 29 o il 30 dicembre per la scelta dei parlamentari. Siamo in Val di Susa. Impossibile non fare i conti con la madre di tutte le battaglie: la questione Tav. Ed ecco che sembra stia crescendo la candidatura del presidente della Comunità Montana Sandro Plano. Fortemente sponsorizzata, stando ai “si dice”, nientemeno che dal coordinatore valsusino Pacifico Banchieri.
Candidatura certo poco gradita alla parte del Partito Democratico che non gradisce quello che alcuni definiscono “l’appiattimento sulle posizioni estreme dei No Tav”. Ecco quindi che emerge un’altra candidatura, quella del condovese Jacopo Suppo. Gli entourage dei due si stanno dando molto da fare per poter presentare le candidature che, per essere sottoposte al vaglio degli elettori del centro sinistra, devono raccogliere parecchie firme: il 5% degli iscritti nella Provincia. In cifre significa, più meno 400 iscritti. Una formula che, insieme alla quota “riservata”  al candidato premier, sta raccogliendo consensi e critiche: “Con queste regole – fa presente un esponente del Pd valsusino – avremo sì un parlamento con tanti nuovi eletti, ma ci saranno anche molte persone con una lunga carriera politica alle  spalle.
Perchè un conto è il consenso, un conto è il controllo delle tessere e di  pezzi del partito”. Insomma, il rischio è che questo appuntamento diventi  una sorta di “premio alla carriera” piuttosto che un’occasione vera di  rinnovamento.

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