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Si allarga la frattura all’interno del Partito Democratico. Laura Puppato e Michele Emiliano a Bussoleno: “Sospendiamo la Torino-Lione”

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Se il rischio era quello di lasciare tutta la scena ai parlamentari grillini in visita al cantiere di Chiomonte, Sandro Plano, leader di quel pezzo di Partito Democratico valsusino riottoso e fieramente No Tav, l’ha scongiurato alla grande. Merito anche dei suoi compagni di ventura (non tutti Pd a onor del vero) e amministratori locali con i quali, mentre gli “ispettori” pentastellati valicavano i cancelli della Maddalena, mandava in scena qualcosa di più soft ma non per questo meno efficace. Riuscendo in una duplice impresa: rimanere all’asciutto nella sala consiliare di Bussoleno (mentre i parlamentari in quel di Chiomonte si inzuppavano di pioggia e fango) e di far accendere riflettori e telecamere sul vero colpaccio della giornata: l’arrivo in valle di Susa, nel cuore della protesta No Tav, di  Laura Puppato, neoeletta senatrice, già sindaco in quel di Montebelluna (proprio dentro il Veneto forzaleghista, tanto per intenderci) e contendente in autunno della premiership a Pierluigi Bersani.
E, tanto per non accontentarsi, ecco un altro colpo. Il collegamento in videconferenza da Bari con il sindaco (sempre Pd) Michele Emiliano e poi con un altro “eretico” del centro sinistra, il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais che, tanto per non tradire le attese, ha detto che “le grandi opere sono solo occasioni per gigantesche speculazioni”.
Plano ricorda che “Il Tav non è un problema dei valligiani imbizzarriti, ma riguarda tutta l’Italia. E con la crisi che c’è non ha senso spendere miliardi di euro per un’opera inutile”.
Ed eccola Laura Puppato. Di fronte a un parterre di amministratori locali, semplici cittadini, giornalisti (notata tra i presenti Concita De Gregorio) non delude le attese. Calma e determinata dice: “Mi sono documentata  ho capito che con la Torino-Lione stiamo per costruire un’opera che non è certamente prioritaria. Quando si interviene su un territorio delicato come la Valle di Susa ci vogliono ragioni tecnico-economiche precise; e dai dati emerge che su questa direttrice le previsioni sul traffico merci non sono certo in crescita”. E poi, ha aggiunto Puppato, basta guardarsi intorno: “L’idea di una direttrice dalle rive dell’oceano Atlantico agli Urali sarebbe pure affascinante. Ma la Spagna è in crisi, il Portogallo ha già rinunciato all’alta velocità e la Francia sta frenando visto che non ha ancora ratificato l’ultimo accordo sulla Torino-Lione, quello del gennaio del 2012. Possibile che solo l’Italia si incaponisca su questa cosa?”. Ed ecco la proposta: “Rivediamo tutto, analizziamo la situazione, evitiamo che ci siano documenti “secretati”. E la discussione avvenga alla luce del sole. Esaminiamo i dati e vediamo qual è la soluzione migliore”. Si accende skype e compare sullo schermo Michele Emiliano, primo cittadino di Bari. Ma il Pd sul Tav non dispensava solo granitiche certezze? Macchè, esordisce Emiliano: “Il Partito Democratico non è una caserma. E poi  nessuna opera può essere realizzata con il dissenso delle popolazioni interessate”. E poi “un pensiero anche a tutti quei poliziotti presenti in valle. Molti sono meridionali come me. Dicendo no al Tav, tuteliamo anche loro. Dite no alla violenza, anzi isolate i violenti”.
La parola al pubblico: “Laura Puppato, lei è una persona meravigliosa. Ma dopo quel che ha detto oggi le renderanno la vita impossibile”. La senatrice non si scompone: “Ci sono abituata. Del resto ho vinto le elezioni e ho fatto il sindaco nel cuore del veneto berlusconiano e leghista. Si figuri se mi spavento!”.

Immediata reazione dei vertici del Pd regionale.
Esposito ai due “dissidenti”: “Ci fate fare una figuraccia”

 
“Vi renderanno la vita difficile, se non impossibile”. Facile profezia quella rivolta da un valsusino a Laura Puppato e Michele Emiliano. Difatti. Tempo zero ed ecco che le parole dell’inedito duo scatenano il putiferio. Non ci vuole molto, sulla Torino-Lione, a far saltare la mosca al naso ai dirigenti del Pd torinese e piemontese. Primo tra tutti al neodeputato Pd Umberto d’Ottavio (già assessore provinciale) che abbandona la sala del convegno di Bussoleno senza neppure prendere la parola salvo poi dire ai giornalisti che “questo incontro si tiene  in un momento in cui c’è un governo in via di formazione. Sarebbe stato più  opportuno avere come interlocutore un governo già  esistente”. E tuttavia è vero che nel  Pd “ci sono posizioni diverse sulla questione Tav”. Frasi pronunciate nelle stesse ore in cui un altro deputato del partito di Bersani, Stefano Esposito, in visita al cantiere di Chiomonte, si diceva pronto ad abbandonare il Pd qualora il partito cambiasse posizione dicendo stop alla costruzione della Torino-Lione. Ma il meglio arrivava nei giorni successivi. Dopo la presenza del duo Puppato-Emiliano a Rai 3, da Lucia Annunziata. Apriti cielo! Ecco un campionario delle reazioni.

Comincia  Paola Bragantini, segretario torinese del Pd: “Nessuno è autorizzato ad infangare il lavoro e l’impegno profuso, da oltre 20 anni, dagli amministratori piemontesi per la realizzazione della Linea Torino-Lione”. Laura Puppato e Michele Emiliano”hanno sostenuto – dice Bragantini   una posizione differente dalla quella ufficiale del Pd a tutti i livelli. Molti amministratori e dirigenti pubblici, ma anche imprenditori, a causa del loro impegno sul tema, hanno ricevuto minacce a domicilio, in perfetto stile mafioso”. E uno
 

Tocca ad Antonio Saitta, presidente della Provincia: “Non mi sono mai permesso di intervenire sulle questioni o le emergenze di Bari, né del Veneto: dai rappresentanti di istituzioni, soprattutto se sono del mio stesso partito, mi aspetto che prima di parlare si informino, approfondiscano e abbiano rispetto delle competenze, oltre che del lavoro che da almeno un decennio in Piemonte portiamo avanti per migliorare il progetto della Torino-Lione”. E due.
 

All’appuntamento con la dichiarazione non poteva certo mancare Piero Fassino, sindaco di Torino, peraltro sollecitato da un’interrogazione in consiglio comunale: “La mia posizione sulla Tav è sempre stata netta e chiara: si tratta di un’opera strategica per Torino, per il Piemonte e per l’Italia. Posizione che corrisponde a quella del Partito Democratico, a livello provinciale, regionale e nazionale. Chi esprime posizioni diverse ha il diritto di farlo ma lo fa a titolo personale”. E tre.
 

Ma il piatto forte arriva dal neosenatore Stefano Esposito, su Radio24, trasmissione La Zanzara: “Emiliano e Puppato? Sono dispiaciuto per loro perché  fanno fare una figura di m… “. E poi: “Non accadrà – dice ancora Esposito – ma se Bersani dovesse barattare con Grillo la Tav con il governo, il Pd non sarà il mio partito e non sarò  il solo ad andarmene”. Altri apprezzamenti? “Il sindaco di Bari Emiliano vene in Val di Susa a fare il demagogo in trasferta, mentre a casa sua è  promotore del comitato per la Tav Napoli-Bari”. E la Puppato? “Mi ha schifato. Facciamo fatica a parlare. Volevo regalarle il mio libro sulla Tav, ma ha detto che non e’ il caso. Non vuole imparare nulla. Leggo che vuole candidarsi al Quirinale, ma chi l’ha candidata? L’ha fatto da sola”. E sulle grandi opere e le infrastrutture – dice Esposito – noi e il Pdl abbiamo la stessa posizione, è una cosa normale”. E quattro.
Fine della trasmissione.



Parla il commissario governativo sulla To-Lione, Mario Virano: “Il Tav è un treno che non può essere fermato”

“Noi andiamo avanti come sempre sulla Torino-Lione, supportata da atti istituzionali e ragioni forti, senza dimenticare il significato di manifestazioni come quella di sabato, ma tornare indietro ora sarebbe davvero arduo, a mio avviso impossibile”. Lo ha detto Mario Virano, presidente della Commissione Intergovernativa sulla Torino-Lione, lunedì sera a Torino ad una manifestazione pubblica del Pdl. “Con questo non voglio nascondere che da un punto di vista della comprensione dell’opera la situazione è più complessa  anche perché  nel Parlamento precedente il 99% dei suoi componenti era pro Tav, ora non è  più così. Ci sono forze politiche che, procedendo per slogan, continuano e continueranno a dirsi contrari – ha aggiunto – ma io credo importante che chiunque esprima un’opinione sulla Tav, positiva o negativa, lo faccia basandosi su fatti reali. Ci vuole chiarezza e conoscenza dei vari punti. Com’è  possibile definire devastante questo progetto?”. Virano ha poi ricordato che l’accordo italo-francese del 2012 deve essere ancora ratificato dall’Assemblea francese e dal Parlamento italiano. “Ma quello del 2001 è stato ratificato – ha aggiunto – e rescinderlo, secondo quanto indicato dalla convenzione di Vienna, prevedrebbe oneri per ben oltre un miliardo di euro. In questo senso l’Italia dovrebbe scegliere se spendere 2 miliardi e 800.000 euro per un’opera nuova che dà lavoro a migliaia di persone o la metà tra penale e oneri ad
essi legati”. E la richiesta del Movimento 5 Stelle di chiedere una commissione d’inchiesta sulla Tav? “E’ legittima ma per averla, occorre che la chieda la maggioranza del Parlamento. Staremo a vedere

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