Assalti al cantiere di Chiomonte, il governo risponde
L’escalation è sotto gli occhi di tutti: da un volantino che inneggia ai colpi di pistola davanti a Montecitorio, alle pietre contro un autista a bordo di un camion, fino all’attacco nella notte tra lunedì e martedì con un motocompressore dato alle fiamme davanti al tunnel geognostico di Chiomonte. Fatti accaduti a distanza di una settimana l’uno dall’altro.
E’ il segno che sulla Tav si è passati dalle parole ai fatti e che non ci sono più le mezze misure. Così quanto avvenuto nella notte tra lunedì e martedì nel cantiere di Chiomonte viene definito esplicitamente da Ltf “un episodio di violenza”, “un’aggressione (l’ennesima) di carattere quasi terrorista, che mette nuovamente a repentaglio la sicurezza in cantiere e la vita dei lavoratori”. Insomma, la misura sembra ormai colma, tanto da convincere due ministri, quello dell’interno Alfano e quello delle infrastrutture Lupi, a salire ieri pomeriggio a Torino per presiedere un vertice sulla sicurezza.
Ma che cosa è successo? A dare i dettagli in un comunicato è la stessa società mista italo francese (Ltf) che ha il compito di progettare il nuovo collegamento ad alta velocità tra Torino e Lione: “Nella notte ignoti hanno compiuto un’incursione nell’area dei lavori e hanno appiccato il fuoco a un motocompressore ei pressi dell’imbocco del tunnel geognostico, con utilizzo di ordigni incendiari, danneggiamenti alle recinzioni e immissioni abusive in cantiere penalmente rilevanti”. Un fatto avvenuto una settimana dopo l’aggressione all’autista di un camion che stava uscendo dall’autostrada che veniva raggiunto da un fitto lancio di pietre da pare di individui incappucciati. Le pietre rompevano il parabrezza e i finestrini laterali colpendo l’uomo alla testa e al petto.
Il nuovo atto di violenza ha come conseguenza immediata la sospensione del servizio di informazione ai cittadini interessati dagli espropri che Ltf aveva in programma questa mattina a Bussoleno. Motivo, spiega Ltf: “Gli eventi della notte e il clima di scontro violento generatosi in Valle. Vista la grave degenerazione della situazione, al momento non ci sono le condizioni per fornire con serenità le necessarie informazioni ai proprietari interessati dall’opera”
Immediate le reazioni. Tra i primi a parlare proprio il ministro Maurizio Lupi: “I teppisti e i violenti vanno condannati e isolati. Quanto è successo è inaccettabile e intollerabile”. Ed è lo stesso Lupi ad assicurare, nei prossimi giorni, la sua presenza, a Torino e in Valle di Susa, martedì 21 maggio per incontrare il presidente della Regione, i vertici degli enti locali e i sindaci interessati dalla Torino-Lione. Mentre il presidente della Regione Cota parla esplicitamente di “un vero e proprio atto di guerra”.
Toni analoghi sul fronte del centro sinistra. Il presidente della Provincia Antonio Saitta parla esplicitamente di “terrorismo”. “Ho parlato con il procuratore della repubblica Giancarlo Caselli e questa volta l’ho sentito davvero allarmato. L‘Italia non può e non deve consentire che in Valle di Susa si calpesti la democrazia e si arrivi ad azioni di lotta armata”
Ma la condanna non è unanime. Per il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero”a buttare benzina sul fuoco, gridando al terrorismo ogni volta che succede qualcosa in valle di Susa sono i rappresentanti del Governo e tutti i sostenitori della Tav. L’alta velocità è un progetto inutile e dannoso”. Mentre uno dei leader di Askatasuna, Gian Luca Pittavino, intervistato da www.huffingtonpost.it , parla di “pratiche legittime di lotta. E’ giusto attaccare il cantiere per tentare di buttarne giù i muri”. E il movimento No Tav? Sui siti sembra fare spallucce e negare i fatti: “Apprendiamo dai quotidiani – si legge su uno dei siti del movimento – di un’altra notte di attacchi al cantiere di Chiomonte con una ricostruzione così certosina da far quasi pensare che i reporter fossero sul luogo (o hanno usato la solita velina della questura)”.
Ed è un blogger che si firma maverick a mettere sul chi va là gli operai del cantiere di Chiomonte. Ecco le sue parole: “Essi sono la dimostrazione di quanto facilmente un uomo si possa vendere per trenta denari maledetti . La loro scelta egoista individuale li mette fuori dalla loro comunità e li condanna meritatamente a una difficile convivenza sul territorio. Quel loro essere “operai” non pulisce le coscienze. Rimangono solo crumiri” .
Parole che sarebbero finite sotto esame da parte della Digos nel quadro degli accertamenti sui fatti avvenuti in questi giorni. Ad essere preoccupati, quindi, sono i lavoratori che tutti i giorni salgono al cantiere ma anche i sindacati di polizia: L’azione al cantiere di Chiomonte rappresenta “un salto di qualità preoccupante: si aspetta forse il morto per fare qualcosa?”, chiede Nicola Tanzi del Sap che aggiunge : “In Val Susa deve essere inviato l’Esercito e la zona dei lavori deve risultare inaccessibile”.