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Primi passi della variante al Piano Regolatore: case e alberghi al posto delle vecchie fabbriche

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Lo stabilimento “storico” della Irem di S.Antonino

Certo che fa in fretta ad invecchiare un Piano Regolatore. Quello di S.Antonino, adeguato 11 anni fa dall’Amministrazione allora guidata da Gian Paolo Corciarino, sta per essere di nuovo adeguato. In realtà le modifiche non prevedono cambiamenti radicali ma alcune novità ci sono. 

Il vecchio complesso produttivo in via Vaie, nei pressi del canale Cantarana

La revisione, ha spiegato il sindaco Antonio Ferrentino nel consiglio comunale dello scorso 7 novembre che ha approvato il preliminare della variante strutturale, “si resa necessaria per via di alcuni cambiamenti del quadro normativo e programmatico, delle mutate esigenze della comunità locale e della necessità di migliorare le modalità di gestione dello strumento urbanistico generale. In particolare, nell’ultimo periodo, il Comune dovuto adeguare il regolamento edilizio e l’allegato energetico alle normative regionali”. La prima novità della variante, spiega l’assessore Michele D’Addetta, riguarda la previsione della “capacità teorica di accogliere nuovi abitanti in paese che, rispetto alle valutazioni del Piano Regolatore vigente, diminuisce di 700 unità, passando da 6400 a 5700”. Una crescita più contenuta, quindi, per S.Antonino che, oggi, conta già circa 4300 abitanti.
L’altra novità riguarda l’indice di edificazione che, con la variante, viene tenuto fisso alla quota di 0,5 metri cubi per metro quadrato: “Una misura che – spiega il sindaco Ferrentino – finora poteva essere portato a 1 per i piani di edilizia convenzionata. Tenere l’indice fisso a 0,5 in tutti i casi, significa limitare fortemente il potere discrezionale della Giunta”. 
Ma il capitolo più interessante riguarda la possibilità di recupero dell’area occupata dal vecchio stabilimento Irem (l’azienda fondata da Mario Celso che da parecchi anni si è trasferita a Borgone, lungo la Statale 25), in via Rocciamelone, e in un altro edificio produttivo da tempo inattivo al confine con Vaie, nei pressi del canale cantarana. In tutto 31.600 metri quadrati che sono stati suddivisi in tre aree: due di queste, già edificate, potranno essere bonificate e riqualificate per attività residenziale (sono possibili anche interventi nel campo dell’edilizia sociale) oppure convertite a scopi di ricettività turistica. Tutto, ovviamente, dipende dalle intenzioni dei proprietari delle aree. 
Tutto questo mentre circa 18.300 metri liberi, che il vecchio piano destinava a insediamenti industriali, tornano ad uso agricolo.

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