Giuseppe Graziano, l’uomo della mitezza e dell’impegno
Giuseppe Graziano |
Sei di S.Antonino se … conoscevi Giuseppe Graziano. Classe 1947, originario di Portacomaro in provincia di Asti, si trasferì poi a Sant’Antonino dove, nel 1973, sposò la moglie Marcella. Giuseppe era una persona che, pur essendo molto discreta, non poteva passare inosservata dato il suo impegno verso la comunità. Era particolarmente attivo in Parrocchia dove da tantissimi anni era catechista (quest’anno seguiva la prima media e la seconda elementare frequentata dalla nipotina), Ministro della Comunione, membro del direttivo del Circolo Ettore Rege Moretto e del Consiglio Pastorale.
Giuseppe Graziano (secondo da destra), istruttore di tennis |
Era un volontario nel vero senso della parola: non si è mai tirato indietro, ha sempre dato il suo contributo, con la generosità e disponibilità che lo contrassegnavano, senza mai chiedere nulla in cambio, senza voler essere messo sotto i riflettori; uomo di fede ma anche giocatore di tennis e artista oltre che membro attivo dell’Unitre. Negli anni ‘90, ricorda Piercarlo Cotterchio di Legambiente Valsusa, “la sua famiglia fu tra le prime ad accogliere i bimbi provenienti dalle zone contaminate intorno a Chernobyl”.
“La sua morte improvvisa ci ha lasciati tutti senza parole” racconta il parroco don Sergio Blandino. “Sono convinto che se non va in Paradiso lui allora non ci va più nessuno. In questi quattordici anni non l’ho mai sentito parlare male di qualcuno, mai visto alterato e non ho neanche mai sentito qualcuno che avesse da ridire su di lui. Se proprio vogliamo trovargli un difetto forse era eccessivamente ansioso, nel senso che era molto scrupoloso e severo con se stesso. Una persona bella, serena, impegnata nel sociale e di profonda fede. Credo di poter dire senza essere smentito che ci ha lasciati proprio come avrebbe voluto: senza dare fastidio a nessuno, in grazia di Dio e in un contesto di preghiera”.
Giuseppe Graziano si trovava Caprie, nel convento delle Suore Missionarie della Consolata, per un ritiro spirituale guidato da don Pier Luigi Cordola. Verso le 15 nella cappella del convento, durante un momento di testimonianza sul proprio cammino spiritual, Giuseppe ha preso la parola raccontando di essere contento, di trovarsi in uno stato di pace come forse non si era mai trovato prima, di pregare perché quella stessa pace potesse arrivare a tutti e, in particolare, alla sua famiglia, soprattutto nei momenti più difficili e ringraziando tutti i presenti perché era veramente in pace.
Il tempo di un congedo da questa vita e poi il malore, davanti al tabernacolo, che lo ha portato via. Inutili i tentativi di rianimazione e la chiamata al 118. Giuseppe Graziano se n’era andato così, in punta di piedi.
Lascia sicuramente un grande vuoto nella sua famiglia e nella comunità, un vuoto che però nella fede è riempito dalla sua presenza in cielo dove sarà senza dubbio un marito che prega per la moglie, un padre che prega per la figlia Silvia, uno zio e un nonno che prega per i nipoti (in particolare per l’affezionatissima Sara) e, allo stesso tempo, un fratello che prega per la sua comunità. Uomo buono, giusto, umile e mite: questo era e continua ad essere per tutti noi. Buon viaggio, Giuseppe!
Il funerale si è svolto ieri, mercoledì 12 marzo, nella Chiesa di S.Antonino.
Mattia Davriù