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Lavorare per gli altri, un alternativa al carcere che vale la … pena

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Gli Aib all’opera sui monti di S.Antonino

Sistemare il territorio, dare un’opportunità in più a chi ha sbagliato. Succede a S.Antonino, grazie alla convenzione sottoscritta tre anni fa dalla Squadra Aib con il Ministero di Grazia e Giustizia. L’obiettivo: impiegare persone condannate dal Tribunale per aver commesso reati, in lavori di pubblica utilità. 
Dal novembre 2011, spiegano gli Aib guidati dal caposquadra Stefano Lergo, su dodici soggetti che hanno scontato la pena presso la nostra associazione, ben 6 sono diventati volontari effettivi della squadra, che ha così superato le 30 unità, Persone che non sono state considerate solo “forza lavoro” ma soggetti che potevano, attraverso la pena da scontare, avvicinarsi al mondo del volontariato e diventare una risorsa.
Ed è stato proprio così: “Alcuni che fino a quel momento poco o nulla sapevano di volontariato e di protezione civile, hanno portato in associazione famigliari e  conoscenti, consentendoci così un più sereno e naturale ricambio generazionale”. 
Insomma, la disgrazia di una “pena da scontare” si è trasformata, per tutti (detenuti, Squadra Aib e territorio), una preziosa opportunità. Ma cosa hanno fatto, concretamente, le persone durante questa “pena alternativa”?. 
Lavori di pubblica utilita., manutenzione dell’ambiente ma anche della sede Aib e delle attrezzature, partecipazione durante gli eventi di micro calamità, monitoraggio dei corsi d’acqua e delle situazioni di dissesto idrogeologico, coinvolgimento nelle esercitazioni e, una volta scontata la pena, sono stati avviati ai vari corsi di formazione, in materia di protezione civile e di antincendio boschivo. 
Così, alla fine, è uno gli stessi “condannati” coinvolti nell’esperienza a dire che “l’esperienza con gli AIB è stata stimolante, tanto che ho scelto di proseguire la mia attività come Volontario. E’ un’attività che sento veramente utile e importante per la gente e per il territorio. Lavorare nella Protezione Civile è un impegno duro e gravoso, anche fisicamente, ma credo sia un’opportunità per me oltre che un servizio per il mio territorio Questa attività continuerà a fare parte della mia vita”. 

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