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Santa Cecilia, la prima senza Giovanni Votta

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Giovanni Votta

Per la Società Filarmonica di Sant’Antonino, quella 2014 è stata una festa di Santa Cecilia strana e difficile. Domenica 16 novembre, infatti, la Banda Musicale e il Coro di Musica Leggera hanno animato la  Messa delle 11  in onore della loro Patrona e in ricordo del Maestro Giovanni Votta nella trigesima della scomparsa.
Musicisti e coristi si sono alternati nel corso della liturgia eseguendo canti religiosi e brani classici mentre, al termine della funzione, la Banda Musicale ha ancora eseguito due marce tra cui “The Fife”, una composizione originale scritta dal Maestro Votta ed eseguita per la prima volta nel settembre 1996.
Nella sua omelia don Sergio Blandino ha fatto notare come «La parabola dei talenti presentataci oggi dal Vangelo sembra davvero pensata per Giovanni. Lui, proprio come i servi del racconto, ha ricevuto da Dio dei talenti e delle capacità, soprattutto nel campo musicale, che nel corso della sua vita ha sviluppato, fatto crescere e donato agli altri. Non si è chiuso in se stesso pensando di non essere all’altezza di quello che Dio gli chiedeva di fare, ma si è impegnato con costanza affinché i doni del Padre portassero frutto e, proprio per questo motivo, noi oggi possiamo avere quasi la certezza che a Giovanni, nel momento del suo incontro con Dio, sia stato detto: “Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto: entra nel gaudio del tuo signore”».
Parole, quelle del parroco, che trovano riscontro in tutte quelle persone che da dopo la scomparsa del Maestro hanno deciso di mettersi in gioco per portare avanti quella grande eredità che ci ha lasciato in dono e fare in modo che i suoi “figli della musica” possano mantenerne vivo il ricordo attraverso la disponibilità e la passione.
Dopo l’esecuzione dell’ultimo brano musicale, Katia Ricchiardone ha chiesto a tutti i presenti di ripetere quella frase che, a ogni festa di Santa Cecilia, gli era rivolta tra musica, sorrisi e allegria: “Per Giovanni Hip hip … Hurrà! Hip hip … Hurrà! Hip hip … Hurrà!”.
Un grande e spontaneo applauso ha voluto salutarlo e ringraziarlo, ancora una volta, per le tante cose belle fatte all’interno della nostra comunità; ma il saluto più grande, sincero e affettuoso lo si è potuto trovare sui volti rigati dalle lacrime dei coristi e dei musicisti della Filarmonica consapevoli che, anche se non sarà più la sua bacchetta a dirigere le loro note, Giovanni sarà sempre pronto a sostenere, aiutare e guidare la sua Filarmonica.
Mattia Davriù

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