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Tav, la difesa ironizza sui “terroristi”: “Gli assalti ai cantieri di tipo eversivo? L’Italia sarebbe messa male”

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I loro nomi sono Chiara Zenobi, Mattia Zanotti, Nicolò Blasi e Claudio Alberto. Sono accusati di “aver attentato alla vita di operai e forze dell’ordine” in una notte di maggio del 2013, nel cantiere Tav di Chiomonte, in Valle di Susa.


Per loro l’accusa, nel processo in corso a Torino nell’aula bunker delle Vallette, qualche settimana fa ha chiesto la condanna a nove anni e mezzo di carcere per vari reati, fra cui l’atto terroristico. In quella notte, l’accusa contesta ai quattro di aver portato un vero e proprio attacco, insieme ad altri venticinque compagni utilizzando anche con bombe molotov, lanciate vicino alle persone. 
I quattro, imputati, nel corso del processo, hanno rivendicato l’azione.
Mercoledì 26 la parola è andata agli avvocati della difesa. La tesi? Che gli atti commessi dai quattro “attengono alla difesa di un territorio, dell’ambiente e della popolazione. È una difesa dalla nocività”. Così l’avvocato Giuseppe Pelazza, che ha chiesto di considerare l’attenuante di aver agito “per motivi di particolare valore morale e sociale”. Per il difensore le condotte non vanno “negate” ma viste “loro contesto e nel loro significato”. 
Poco prima l’avvocato Oreste Dominioni aveva argomentato sulla sussistenza del “dolo” mentre un altro difensore, l’avvocato Claudio Novaro, al termine dell’arringa difensiva ha contestato l’accusa di terrorismo, una tesi che, per il legale “sta nell’ambito dell’invenzione fantastica”. Il legale ha poi sostenuto che quell’azione ” non aveva certo la forza di indurre uno Stato a bloccare i lavori. Il paese è messo male – ha detto – ma  così male che un’azione come quella possa farne cambiare le scelte”.

Intanto, mercoledì, in Commissione Lavori Pubblici del Senato, i dirigenti delle Ferrovie hanno chiarito i costi della tratta internazionale della Torino-Lione, su cui nei giorni scorsi si sono accese le polemiche.Nel contratto di programma tra Rfi e ministero uscito dai cassetti del Governo qualche settimana fa, la cifra totale era stata aumentata con incrementi intorno al 3,5% con una cifra totale intorno 13 miliardi, in cui la parte dell’Italia saliva a 7.7 miliardi. L’audizione in Senato dell’amministratore delegato di Fs Michele Elia ha sgombrato il campo dai dubbi. Ecco le cifre. Costo totale dell’opera: 8,329 miliardi di euro; costo quota Italia: 2,893 miliardi di euro. Tutto chiaro. Almeno fino alla prossima puntata.

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