Tav, il progetto langue. Esposito attacca la burocrazia romana, i grillini la difendono
“I veri avversari della Torino-Lione stanno a Roma e non in Val di Susa”. Una frase che ricorre con sempre maggior frequenza nelle dichiarazioni del senatore Pd Stefano Esposito. Prima la questione dei costi dell’opera, gonfiati da un accordo di programma firmato dalle Ferrovie. Adesso il progetto definitivo che, informa il senatore, langue immobile nelle stanze ministeriali. “Doveva essere trasmesso al ministero delle Infrastrutture il 30 settembre ma, di ritardo in ritardo, siamo arrivati all’11 dicembre. Nessuna delle date indicate è stata rispettata ed ancora una volta mi tocca denunciare l’incapacità della burocrazia romana che non riesce a comprendere la rilevanza di questa grande infrastruttura, le responsabilità che l’Italia ha nei confronti dell’Ue”.
Un primo commento alle dichiarazioni di Esposito arriva dal movimento di Beppe Grillo. “Ormai è chiaro a tutti che il Governo non ha alcuna intenzione di portare avanti lo scellerato progetto della nuova Torino-Lione”, affermano due esponentidi M5s, il senatore Marco Scibona ed il consigliere regionale Francesca Frediani, “Lo ha detto chiaro e tondo in televisione il premier Renzi: Tav Sì, Tav No, Tav forse, che tradotto da politichese significa ciò che sosteniamo da tempo: No Tav. Cambiano gli addendi ma non il risultato. Dunque non ci sorprende l’ennesimo polverone mediatico che vorrebbe l’opera
bloccata a causa dei soliti burocrati romani”.