Un manifesto che prende la mira….
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A far discutere non è tanto il messaggio in sè: il risultato di una votazione in consiglio regionale, le foto e i nomi di chi ha votato a favore e chi contro. Informazioni pubbliche e facilmente reperibili.
Il pomo della discordia è un altro: quel “mirino” puntato sui consiglieri regionali che hanno espresso una posizione politica sgradita agli (anonimi?) estensori dei manifesti che tra il 6 e il 7 dicembre sono stati affissi a Bussoleno, Sant’Antonino, Susa e in altri paesi della valle.
Un manifesto dal neppur tanto vago sapore minaccioso, corredato dall’immagine di un mirino, per additare i consiglieri regionali che hanno votato a favore del piano sugli ospedali piemontesi che, tra le altre cose, dispone la chiusura del punto nascite dell’ospedale di Susa.
Il voto contestato dal manifesto riguarda la bocciatura di una mozione presentata in Consiglio regionale dal Movimento 5 Stelle in cui si chiedeva di mantenere il presidio ginecologico all’ospedale di Susa.
Il manifesto è una sorta di lavagna con i “buoni” (che si sono espressi per il mantenimento del reparto) da una parte e i “cattivi” (quelli che hanno votato “per la chiusura”) dall’altra. E, in alto uno slogan: “Nella vita datti un obiettivo: lotta e difendi i tuoi diritti’.
La foto del manifesto è stata anche postata su un sito no tav con il titolo “Operazione verità, chi vuole chiudere l’ospedale di Susa” e un comunicato in cui si critica il nuovo piano sanitario della Regione. Con il manifesto, si legge nel sito, “i consiglieri regionali vengono smascherati”
Tra i consiglieri presi di… mira anche Antonio Ferrentino, già sindaco di Sant’Antonino e attualmente consigliere regionale Pd che domenica ha commentato l’accaduto con queste parole: “Stamattina hanno tappezzato Sant’Antonino di manifesti contro i consiglieri regionali di maggioranza. Manifesti anonimi e abusivi, affissi senza autorizzazione. Sono tutti rimossi, come sempre. In assenza di operai, per la giornata festiva, é toccato a me rimuoverli. Spero che vengano rimossi anche negli altri Comuni; i manifesti vanno firmati e va pagata la tassa di affissione, Una regola che vale per tutti“.