Mafia, antimafia e Torino-Lione. E’ polemica
Raffaele Cantone |
Non c’è pace sui binari della Torino-Lione. E, come accade da un po’ di tempo a questa parte, protagonisti delle polemiche non sono i No Tav ma coloro che promuovono e propongono l’opera.
Ad accendere la miccia, questa volta, è stato niente meno che il presidente dell’Autority anti corruzione Raffaele Cantone che, venerdì 19, in occasione di un’audizione davanti alle commissioni Antimafia ed Expo del Comune di Milano e Regione Lombardia ha detto testualmente: “Quelli della Torino-Lione saranno lavori in cui non ricorreranno interdittive antimafia, perché sono in base al diritto francese dove non c’e’ interdittiva antimafia”. Secondo Cantone, rispetto all’Expo quello della Tav si profila come un “caso anche più clamoroso” di grande opera in cui le aziende straniere non possono essere sottoposte a controlli antimafia”.
Mario Virano |
Immediata, e irritata la replica del commissario di Governo Mario Virano che, proprio il giorno precedente era intervenuto sul tema a Torino, avviando la nuova fase dei lavori dell’Osservatorio Tecnico. “La Torino-Lione sarà “crime free” indipendentemente dalla collocazione territoriale dei cantieri. E’ stato concordato che la normativa antimafia italiana, sarà estesa anche al lato francese. Il regolamento dei contratti per la realizzazione dell’opera, infatti, fa proprie tutte le cautele italiane,beneficiando anche dell’aggiornamento della legislazione francese. Non solo recepisce le direttive comunitarie in materia, ma fa scattare tutte le interdittive specifiche.
Poi la precisazione: “Ricordo che non appena Cantone si è insediato al vertice dell’Autorithy anti-corruzione gli ho rappresentato la specificità delle problematiche tra Italia e Francia in materia di antimafia, trovando la sua viva attenzione sull’argomento”.ha aggiunto Virano.
Sulì’argomeno non ha mancato di farsi sentire anche LTF, la società mista italo francese che ha predisposto la progettazione della tratta transfrontaliera della Torino-Lione: Al 30 novembre 2014 – si lelle in una nota – sono state effettuate dalla Prefettura di Torino 435 informative antimafia a società e imprese collegate (anche in sub-appalto) che hanno fatto richiesta di lavorare per Ltf.
Di tutte le richieste, quattro hanno ricevuto una ’interdittiva’, pari allo 0,92% del totale”. Ltf sottolinea che “vengono regolarmente applicate le più restrittive normative antimafia per tutti i lavori sul territorio italiano”, e che “sono al vaglio diverse ipotesi per estendere le norme anche in Francia e fare della Torino Lione un’opera ’crime free’”.
Ancora LTF ricorda che, “in aggiunta alle normative italiane antimafia, il 12 settembre 2012, LTF ha sottoscritto un Protocollo d’intesa tra Prefettura di Torino e le Organizzazioni Sindacali Fillea CGIL, Filca CISL e Feneal UIL, per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata per i lavori del cunicolo esplorativo della La Maddalena di Chiomonte. Il Protocollo consente di attuare un controllo penetrante sulle attività (affidamento lavori, organizzazione dei cantieri e modalità operative, controlli sulla manodopera, sui flussi finanziari, sui materiali). Oltre alle verifiche antimafia, estese rispetto alla vigente normativa, sono previsti una serie di adempimenti ed obblighi a cura dell’ appaltatore e di tutti gli altri operatori, per consentire la tracciabilità dei mezzi e delle persone legittimate ad accedere al cantiere, nonché controlli sulla qualità del calcestruzzo e specifiche disposizioni per la definizione della filiera dei pagamenti”.
E poi la considerazione finale: “LTF non è mai stata coinvolta in indagini della Procura italiana per mafia. Tutte le attività sono sottoposte ai controlli della Prefettura e del GITAV (Gruppo Interforze Tratta Alta Velocità, struttura investigativa specializzata a composizione interforze, istituita per prevenire e contrastare la criminalità organizzata nella Torino-Lione)”.