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Da due scatolette impolverate, i film di Melies e dei Lumiere

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I fatti risalgono ad alcuni anni fa e vale la pena raccontarli.

Tutto parte dalla passione del fotografo di S.Antonino Fabrizio Pangrazi per “l’universo Leica”, le storiche macchine fotografiche.

Già, perchè “se non fosse stato per questa mia passione – spiega Pangrazi – non avrei mai potuto vivere questa splendida avventura”.

Ma che cosa è successo?

Un fatto davvero incredibile che il fotografo, con l’aiuto della moglie Donatella Maritano, ha raccontato sul blog www.myleica- historica.blogspot.it .

“Nell’estate 2007, durante una vacanza a Menton (Francia) – racconta Pangrazi – sono andato dal magazzino del “Brocante” del luogo. Con mia figlia Matilde, sono entrato all’ “Usine”, un tempio di oggetti d’altri tempi, pieno di porcellane antiche, statue impolverate e macchine fotografiche che non scattano più”.

Che cosa cercavate?

“Materiale fotografico, senza però disdegnare oggetti retrò, che avrebbero reso felice qualsiasi collezionista. Proprio quando pensavamo di dover uscire a mani vuote, scoprimmo una teca, dove tra oggetti di vario genere, c’erano due scatolette di alluminio con la scritta “Cinematographe August e Louis Lumiere”. Prendendole in mano, notammo con sorpresa che entrambe potevano conservare alcune pellicole. Decidemmo di acquistarle per una modica somma, convinti di aver acquistato…due bei contenitori. Arrivati a casa, scoprimmo che c’erano davvero due pellicole. Visionandole, fotogramma dopo fotogramma, ci apparve una donna con un vestito con i colori della bandiera italiana in una e una lotta alquanto comica tra due uomini nell’altra”.

Le scatolette e il loro contenuto furono poi riposte in mezzo a tante vecchie macchine fotografiche. Rimasero lì fino all’agosto del 2010, “quando in occasione di una visita alla mostra sulle Lanterne Magiche alla Reggia di Venaria ci rendemmo conto di ciò che avevamo in casa.

Mentre visitavamo le varie sale, mia moglie mi fece notare la somiglianza di una delle nostre pellicole con quella appena vista alla mostra. Le movenze della ballerina e il mantello con il quale si muoveva ad imitare una farfalla sembrano proprio gli stessi”.

Il film era di George Melies che, al contrario dei fratelli Lumiere (inventori del cinema), era un personaggio a noi totalmente sconosciuto. “La sera stessa, digitando il suo nome su un motore di ricerca, passammo parecchio tempo a leggere di questo straordinario personaggio e della sua genialità.

Ciò che proprio non sapevamo era l’importanza della sua figura nella storia del cinema”. Per saperne di più bisognava contattare qualche esperto. “Attraverso il web, risalimmo a Carlo Montanaro (studioso del cinema), al quale mandammo le fotografie delle scatolette e le copie di alcuni spezzoni delle pellicole. Immediatamente ci giunse risposta e, attraverso una massiccia corrispondenza con Montanaro, si giunse all’attribuzione dei due film. Scoprimmo così che una pellicola era opera di Melies, e si intitolava “Luttes extravagantes” mentre la seconda era un prodotto dei fratelli Lumiere, dal titolo “Dance de l’eventail”. Non ci pareva vero!”

E adesso questa vostra scoperta dov’è finita?

“I due filmati sono stati depositati nel Museo del Cinema di Torino, luogo ideale per la loro conservazione e valorizzazione. Dopo un accurato restauro, curato e sponsorizzato dallo stesso ente, i film sono stati presentati e proiettati al Festival del Cinema Muto di Pordenone del 2012”. Non c’è che dire: davvero una bella scoperta.

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