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La scuola che fa “danzare” Pinocchio, Dante e i robot

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Susanna Tittonel con Elena Gadoni e Paola Rocci

“Diciamolo una volta per tutte: questa scuola non è il Bronx e le sue aule non sono il ricettacolo dei ragazzi… difficili. Certo il disagio c’è, qui come altrove, ma è conseguenza di tante situazioni famigliari un po’… sgarrupate e di questa crisi che cancella posti di lavoro con inevitabili ripercussioni sulle famiglie e sui ragazzi”. Ce la mette tutta Susanna Tittonel, dirigente scolastico dell’Istituto Scolastico Comprensivo di S.Antonino, per superare pregiudizi e dicerie sul conto della Scuola Media dedicata a Ettore Rege Moretto. “Con me lavora uno staff di insegnanti che ci crede, che lavora ben oltre gli orari stabiliti, che sacrifica tempo alle famiglie per migliorare l’offerta formativa ed educativa di questa scuola”. Che questa non sia la scuola dei “ragazzacci” lo dimostra un dato: “Siamo arrivati alle vacanze di Natale -dice il dirigente – e non ho ancora appioppato alcuna sospensione. Non che i ragazzi più… “vivaciotti” manchino, anzi. Ma questa è una scuola che accoglie e non esclude, che cerca di coinvolgere e di educare i ragazzi alla cittadinanza e alla solidarietà”.


Per fortuna, in giro, c’è chi se ne accorge. Come la Star di Alessandria, impresa operante nell’informazione aziendale, che ha deciso di donare 5 mila euro per potenziare il laboratorio di robotica della scuola. “E’ una bella storia – raccontano le insegnanti Paola Rocci ed Elena Gadoni – iniziata l’anno scorso quando la squadra della nostra scuola ha vinto i campionati italiani di robotica e si è guadagnata il diritto a partecipare alla fase mondiale della Robocup. Purtroppo però la sede delle gare era a Joao Pessoa, in Brasile. Una meta proibitiva per i costi e per la distanza. Ci siamo chiesti se fosse moralmente giusto spendere tanti soldi (circa 30 mila euro) per la trasferta di dieci ragazzi. Così abbiamo preferito rinunciare chiedendo però ai possibili sponsor di concederci comunque un finanziamento per implementare le attrezzature del laboratori di robotica e permettere così a tutti gli alunni della scuola di usufruire della donazione”.

Ed é di questi giorni la lettera con cui Luca Robotti, responsabile delle relazioni esterne della Star Italia, comunica l’erogazione del contributo di 5 mila euro alla Media di S.Antonino: “E’ un piacere e un privilegio poter sostenere una scuola pubblica impegnata e combattiva per garantire un’istruzione all’avanguardia e di qualità. Il clima che si respira nella vostra scuola dà speranza che il nostro Paese non sia del tutto perso in balìa della superficialità e della banalità”.

Belle parole e soldini preziosi, che permetteranno alla Scuola di acquistare attrezzature come un nuovo kit robot Lego ev 3, un drone per le riprese dall’alto, una stampante 3D per disegnare e costruito personaggi, un computer portatile ad elevate prestazioni per il montaggio dei video.

“Attrezzature che – spiega Susanna Tittonel – non sono “giocattoli” ma strumenti utilissimi per la didattica”. La robotica educativa, aggiungono Rocci e Gadoni “è una metodologia che ha grandi potenzialità: insegna a lavorare in gruppo, a riflettere su ciò che si fa e che si impara, ad affrontare i problemi, ad assumersi ciascuno le proprie responsabilità”. A dirlo sono i ragazzi che, in questi anni, hanno partecipato ai laboratori: “Abbiamo imparato a lavorare in gruppo, a discutere, anche a litigare e, soprattutto, a decidere insieme”, hanno scritto alcuni di loro. E poi la robotica aiuta i ragazzi, anche quelli meno “brillanti”, ad aumentare la stima di sé, ad affrontare le difficoltà: “Tempo fa – racconta Susanna Tittonel – mi è capitato di chiedere a una ragazzina, appena uscita dalla nostra scuola, come si trovasse nelle superiori. La sua risposta è stata: benissimo, con tutte le cose che ho imparato qui!”. Già, perché la robotica è trasversale, si presta a ogni contaminazione. “Così abbiamo i ragazzi e le ragazze della “Dance” che mettono in scena Pinocchio, oppure Hansel e Gretel o, ancora, la Divina Commedia”. Una bella sfida, quella di mettere insieme i robot, Collodi, i fratelli Grimm e Dante Alighieri. Eppure riesce, e i ragazzi portano a casa bei risultati, con due campionati italiani vinti, un mondiale partecipato e uno… mancato solo perché la sede delle gare era oltreoceano.

Insomma, quella la robotica a S.Antonino è davvero una bella avventura, che si è allargata fino a coinvolgere più di 200 tra bimbi e ragazzi, in quella che viene definita “continuità didattica” e che si è estesa anche alle elementari e perfino, alle scuole per l’infanzia con l’utilizzo di tenerissime apine-robot. Un’avventura che continua, insieme a tante altre che racconteremo.

Bruno Andolfatto

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