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Castello di Bruzolo, il Fai rinuncia all’eredità

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Il Fai (Fondo Ambiente Italiano) ha ufficialmente rinunciato al lascito dell’antico Castello di Bruzolo disposto dalle ultime volontà di Raffaella Marconcini. La decisione è scaturita dall’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione dell’ente . Martedì 20, scadenza entro la quale il Fai era tenuto a dare una risposta, la comunicazione al giudice con la rinuncia all’eredità.

Il Fai non ha, evidentemente trovato convincenti le argomentazioni presentate dall’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi e dallo stesso presidente Sergio Chiamparino sugli impegni per rendere fruibile il castello al pubblico.

Nelle settimane scorse, Fondazione Magnetto, Compagnia San Paolo e Regione Piemonte avevano disposto un primo stanziamento di 500 mila euro per alcuni interventi urgenti sul tetto dell’edificio e per installare un impianto antrintusione. Ma per rendere il castello fruibile al pubblico servirebbe una cifra intorno ai 4-5 milioni di euro che la Regione si era resa disponibile a reperire su diversi fronti: risparmi degli impianti olimpici, fondi europei, compensazioni sulla realizzazione della Torino-Lione. Proprio su quest’ultimo punto, però, si era registrato un “no, grazie” da parte del Comune di Bruzolo. L’operazione, però, era pronta a decollare lo stesso. Almeno fino alla giornata di lunedì, quando il CdA del Fai ha ritenuto di accettare l’eredità.

Con la rinuncia del Fai, ora il Castello di Bruzolo passa nelle mani del demanio, cioè dello Stato. E, da parte del Fai, rimarrebbe aperta la disponibilità ad assumere la gestione dell’antico maniero attraverso un comodato gratuito della durata di 40 anni.

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