Ferrentino: “Io, la Tav e il Bio”
“Isolato per le mie posizioni sull’alta velocità? Forse, ma abbiamo ottenuto quel che chiedevamo: i treni, in valle di Susa, passeranno sulla linea attuale”
Antonio Ferrentino |
Ha appeso la fascia tricolore al chiodo la primavera scorsa per lasciarla, dopo due mandati, a Susanna Preacco. Lo avevamo lasciato lì, Antonio Ferrentino, per poi ritrovarcelo (dopo le stesse elezioni) tra gli scranni di Palazzo Lascaris, nel Gruppo del Partito Democratico. Anche se lui, a dirla tutta, è stato eletto nel “listino del Presidente”, che ha consentito a Sergio Chiamparino di fare incetta di voti in libera uscita pure in un centro destra piuttosto in difficoltà, in Valle di Susa ancor più che altrove.
Ed eccolo qua, Ferrentino. Politicamente è un po’ come i gatti: cade sempre in piedi e ha diverse vite. Una lunga stagione in minoranza a S.Antonino, poi presidente della Comunità Montana Bassa Valle, leader della protesta No Tav durante la stagione del Seghino e di Venaus, quindi sindaco di S.Antonino per dieci anni.
Già, la questione Tav e No Tav. Una battaglia vissuta per un bel po’ di anni fianco a fianco con un altro cavallo di razza della politica valsusina: Sandro Plano. Ex comunista uno (Ferrentino), ex democristiano l’altro (Plano); spesso insieme, ad irretire le folle e più spesso ancora a cercare di calmarle.
Poi le strade si sono divise, in un certo senso si sono incrociate per prendere direzioni diverse. L’uno (Ferrentino) per smarcarsi dalle posizioni oltranziste della protesta No Tav, l’altro (Plano) per sposarle.
E’ così? “In realtà – dice – mi sono smarcato dai No Tav perché il territorio ha ottenuto gran parte delle cose che chiedeva. C’era un progetto devastante che attraversava la Val Cenischia e correva in sinistra Dora che è stato buttato nel cestino per essere sostituito da un altro che, di fatto, utilizza la linea attuale. Che era esattamente quel che voleva la valle di Susa”.
“C’è il rischio concreto che la valle venga consegnata alla lobby degli autostrasportatori”
Posizioni che isolano Ferrentino dal resto degli amministratori della bassa valle? “E’ vero, ma solo in parte – risponde – visto che i rapporti, piuttosto sporadici, con gli amministratori dei comuni vicini sono in larga parte compensati da ottime relazioni con la società valsusina, con tanti cittadini, imprenditori, lavoratori e professionisti”.
L’ incarico come presidente delle Città del Bio: “Tra i progetti anche un parco naturale medievale in Valle”
Poi c’è un altro fronte, che vede Ferrentino impegnato a girare in lungo e in largo l’Italia, visto che da qualche settimana l’ex sindaco di S.Antonino è stato eletto Presidente delle Città del Bio, organismo che aggrega oltre 200 città e paesi piccoli e metropoli, di tutta Italia e di tutta Europa. Lo scopo? “Prendere atto che i modelli economici e produttivi del secolo trascorso ci hanno portato alla crisi in atto. E che una nuova economia, finalmente sostenibile, nasce restituendo centralità all’agricoltura “. Belle parole e i fatti? “Abbiamo in vista alcuni appuntamenti importanti. Dall’11 al 14 febbraio a Norimberga ci sarà la più grande fiera internazionale dedicata al Bio. E a ottobre, Torino ospiterà il Terzo Forum sullo sviluppo economico locale. Saranno presenti oltre 4000 delegati che si incontreranno per parlare del futuro del pianeta e di come sia possibile pensare a una crescita sostenibile proprio a partire dalle politiche locali. La sfida? Dare vita a un patto dei sindaci su scala internazionale, che ponga l’alimentazione come fattore educativo, qualitativo dei territori”.
Ovviamente non manca uno sguardo locale: “Stiamo elaborando un progetto per dar vita al Parco Medievale Naturale della Valle di Susa. Sarebbe il primo nel suo genere in Europa. L’ipotesi prevede un massiccio investimento per recuperare Precettoria, Ospedaletto e altre strutture di Sant’Antonio di Ranverso. E di destinare i terreni circostanti (proprietà dell’Ordine Mauriziano e della Regione) ad attività di agricoltura biologica e di allevamento biologico. I prodotti verrebbero poi commercializzati nelle strutture all’interno di Sant’Antonio di Ranverso. Non mancherebbero poi interventi per valorizzare gli sport d’acqua e le piste ciclabili, per creare stazioni di posta per i cavalli. Il tutto con investimenti nel corso degli anni per 10-15 milioni di euro, ricorrendo a fondi europei e regionali. Sul progetto stanno lavorando (a titolo gratuito, salvo il ristoro delle spese vive), tecnici come Ignazio Garau, Luigi Massa, Stefano Rigon, Daniele Cerrato”.
Progetti reali o sogni che rimarranno nel cassetto? Staremo a vedere.