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Presidenza Conisa, uno psicodramma. Come si è arrivati all’elezione di Paolo De Marchis

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Tra le varie “poltrone” quella della presidenza del Conisa, il Consorzio Valsusino che gestisce i servizi sociali dei comuni dell’alta e della bassa valle più Buttigliera Alta, raramente è stata la più contesa nel panorama politico locale. 

Poca visibilità, scarse se non nulle indennità di carica e poi questioni faticose da affrontare a contatto diretto con i problemi che bruciano sulla pelle della gente. 
All’improvviso , nel 2015,  il Conisa diventa un terreno di contesa tra le forze politiche capace di trasformare, due settimane fa, l’assemblea dei 37 sindaci interessati in qualcosa di molto simile a uno psicodramma. Tutto comincia più o meno tre mesi fa, quando inizia il confronto sulla necessità di rinnovare la presidenza del Consorzio. 
Dalle prime ricostruzioni, a guidare la trattativa, dallo scranno di presidente dell’Unione Montana Valsusa, Sandro Plano
Con un dettaglio non trascurabile: la partita Conisa non può essere giocata solo in bassa valle. Nel gioco devono (o dovrebbero) entrare anche l’alta valle e Buttigliera. 
L’intenzione, fin dalle prime schermaglie, sembra quella di cercare un presidente a forte valenza “politica” prima ancora che tecnica. Si parte con un gruppo di lavoro, che viene affidato a Susanna Preacco, sindaco di S.Antonino, da anni impegnata a sostenere le politiche del Consorzio. Dopo un mese di riunioni però giunge il tempo di stringere. 
Al nastro di partenza ci sono tre candidati: Paolo De Marchis, sindaco di Oulx; Enrico Tavan (assessore alle politiche sociali di Avigliana), Susanna Preacco
La prima ad essere “fatta fuori” è Preacco. Ricostruzioni attendibili sostengono che sarebbero stati due del suo stesso partito, il Pd (Sandro Plano e Pacifico Banchieri) ad avvicinarla per comunicarle, senza troppi giri di parole: “I comuni della bassa valle non ti vogliono”. Motivo? Secondo alcuni la vicinanza con un personaggio giudicato “ingombrante” come Antonio Ferrentino, a cui Susanna Preacco è succeduta nella carica di sindaco di S.Antonino. E poi la questione Tav su cui Preacco avrebbe, a giudizio del resto dei sindaci, una posizione troppo morbida e possibilista. 
Che c’azzecchi (per usare un’espresssione “dipietrina”), la Tav con le politiche sociali è questione alla quale la sentenza va lasciata ai posteri. Ma tant’è; poco conta la pluriennale esperienza di Preacco nel settore sociale. E il suo nome viene scartato. 
Rimangono in lizza De Marchis e Tavan. Entrambi, va detto, hanno un pedigree di tutto rispetto dal punto di vista della competenza sul tema sociale. Ed entrambi sono espressione delle Liste Civiche, il primo (si dice) più vicino al Pd; il secondo più al Movimento che da decenni anima la Valle di Susa sulla questione del treno veloce. 
Nella discussione interviene, a un certo punto, il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio, che si dice pronto a mettere a disposizione il suo incarico di presidente dell’assemblea dei sindaci del distretto Asl per favorire l’ascesa di Tavan al soglio di presidente Conisa. Un incarico, quello di presidente dei sindaci, fa capire, Patrizio, che potrebbe essere messo a disposizione di Preacco. La dichiarazione di Patrizio accende una nuova discussione. Preacco dice “no, grazie” e sgombera subito il campo dalla sua candidatura dal vertice del Conisa. 
Paolo De Marchis però a ritirarsi non ci pensa proprio. E rimane in lizza con Enrico Tavan che, nel frattempo, ottiene anche l’appoggio di Sandro Plano e di una parte dei sindaci della bassa valle. Di alcuni ma non di tutti. 
A svincolarsi, a favore di De Marchis, è l’area di Bussoleno, San Giorio, Chianocco, Bruzolo, capeggiata da Danilo Bar e Anna Allasio. 
Così si va alla conta, in assemblea. La votazione deve tenere conto di due fattori: il numero dei comuni e le quote (suddivise secondo un criterio che tiene conto del numero di abitanti). E qui la situazione diventa paradossale. Un candidato, Paolo De Marchis, ha la maggioranza dei comuni dalla sua (22 comuni) ma non delle quote (260 quote); l’altro, Enrico Tavan, ha la maggioranza delle quote (285) ma non dei Comuni (14). 
Che si fa? In assemblea si fa una votazione informale che dà l’esito appena citato. La seduta viene sospesa; la candidatura Tavan a quel punto viene ritirata. 
Alla votazione effettiva De Marchis viene eletto presidente con l’astensione di quanti, in precedenza, avevano espresso la preferenza per Tavan. 
Ma c’è ancora un nodo da risolvere. La vice presidenza. Chi si fa avanti? Nessuno. La carica evidentemente non sollecita troppe ambizioni ma una soluzione bisognerà pur trovarla. Allora c’è chi ha la brillante idea di mandare avanti (di nuovo) Susanna Preacco. Che però non avrebbe manifestato particolare entusiasmo e si sarebbe fatta convincere con qualche fatica. Ma qui, un altro colpo di scena. Chi si era già astenuto nella votazione su De Marchis conferma l’astensione anche sul nome di Preacco che manca il prestigioso incarico per sole tre quote (anche a causa dell’assenza all’assemblea del rappresentante di Sauze d’Oulx ). Reazione dell’interessata alquanto piccata: “Questa è l’ennesima umiliazione che mi regalate. Sappiate che da adesso in poi da parte mia non ci sarà più alcuna disponibilità, nemmeno per un’assemblea di condominio”. Domanda finale. In tutto questo dibattito – che, almeno in bassa valle, ha lasciato più di qualche strascico – i servizi sociali, quelli pensati per chi soffre l’emergenza abitativa, per i minori in difficoltà e in situazione di disagio, per i disabili, per le fasce deboli e marginali; ecco tutti questi servizi, in questo dibattito, dove sono? Così, tanto per sapere.

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