Chi tutela i “poveri” manager? Contatto raggiunto in tempi record: 13 giorni
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Di certo non sono i ruggiti del prode Landini a difendere gli interessi dei manager d’azienda ma un’organizzazione di categoria che va sotto il nome di “Federmanager”. Difficile immaginare questi onesti lavoratori alla stregua delle centinaia di migliaia di operai e impiegati messi sulla strada da un giorno all’altro da una crisi economica senza precedenti.
Fatto sta che anche i manager hanno il loro contratto nazionale di lavoro che, tra l’altro, risulta scaduto alla fine del 2013.
I manager però, a differenza dei loro sottoposti, per avere il nuovo contratto, non hanno dovuto scendere in piazza e neppure salire su qualche cornicione, traliccio o torre portuale. Un paio di settimane ed ecco, il contratto è bell’è pronto per essere firmato (la siglatura è stata formalizzata il 13 gennaio) e sarà presentato agli interessati mercoledì 18 marzo a Torino.
Il nuovo contratto, fanno sapere da Federmanager, a Torino e provincia interessa oltre 6.000 iscritti dirigenti e quadri apicali.
In tutta Italia, invece, la categoria conta circa 80 mila dirigenti d’aziende industriali. Per la maggioranza di essi, oltre l’80 per cento, quelli cioè con una retribuzione annua lorda superiore agli 80 mila euro, sono stati confermati sia il regime degli aumenti di anzianità, sia l’istituto della indennità di trasferta.
Per quanto concerne invece il livello retributivo di ingresso in categoria, questo è stato portato da 63 mila a 66 mila euro lordi l’anno e per la prima volta si è resa obbligatoria la retribuzione variabile per i nuovi dirigenti e per quelli in itinere posizionati sui trattamenti minimi di garanzia. Si è così esplicitato l’importante principio che la retribuzione di un dirigente è composta da una quota fissa e una variabile
Poi, particolare interessante, il contratto si occupa anche di …. Welfare, con la creazione di un fondo bilaterale tra imprese e dirigenti per aiutare i colleghi che perdono il lavoro. Già nel 2016 la categoria dei manager d’azienda disporrà di circa 18 milioni di euro per garantire tutele sanitarie e assicurative per un massimo di 12 mesi, ma in particolare per finanziare politiche attive che aiutino il manager che ha perso il posto di lavoro a ricollocarsi.