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Uffici postali di montagna, operazione salvataggio in corso

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L’ufficio postale di Gravere

Diciamola tutta. Qualche bel ridimensionamento agli uffici postali era previsto anche in Valle di Susa. E si è andati a “meno uno” dal realizzarlo. Il piano nazionale di Poste Italiane era già scritto nero su bianco. Nessuna chiusura in valle, per carità, ma alcune riduzioni negli orari degli uffici, soprattutto in alcuni centri come Claviere, Giaglione, Gravere, Meana, Mattie, Novalesa, Salbertrand, Sauze d’Oulx, Sestriere che sarebbero rimasti aperti soltanto tre giorni alla settimana.

Una cura dimagrante difficile da tollerare. E il pericolo non è del tutto scongiurato, perché la discussione è ancora aperta. Così sono stati gli Amici della Montagna del Consiglio regionale (intergruppo trasversale presieduto Antonio Ferrentino, che aggrega consiglieri di diverse formazioni) che, mercoledì 25 marzo hanno incontrato, nell’Aula di Palazzo Lascaris, i rappresentanti di Poste Italiane. Argomento, ovviamente, il piano di razionalizzazione degli uffici postali sul territorio. Presenti all’incontro, il vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna, e l’assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia e anche i consiglieri regionali Silvana Accossato, Paolo Allemano, Andrea Appiano, Vittorio Barazzotto, Stefania Batzella, Massimo Berutti, Valentina Caputo, Giovanni Corgnati, Francesca Frediani, Davide Gariglio, Angela Motta, Valter Ottria, Domenico Ravetti, Elvio Rostagno.

Dai dirigenti delle Poste è arrivata una rassicurazione: anche se i livelli nazionali dell’azienda daranno il via libera al piano di razionalizzazione, in Piemonte non si procederà senza un confronto (e un accordo) con le istituzioni locali. Saranno così gli Amici della Montagna, dai prossimi giorni, a organizzare una serie di incontri su base provinciale con i sindaci per esaminare situazioni, esigenze e criticità. “ Il Piemonte – ha detto Ferrentino – è una regione particolare e i servizi in montagna non possono rispondere solo a logiche economiche. Siamo disponibili, come amministratori locali, ad aprire un rapporto di collaborazione con Poste Italiane che preveda anche lo svolgimento in sinergia di alcuni servizi, come, ad esempio, la tesoreria comunale. Chiediamo quindi a Poste Italiane di sospendere il piano, impegnandoci, come Intergruppo e insieme a Uncem, ad avanzare una proposta operativa, che costruiremo insieme agli amministratori locali provincia per provincia” .

“Proponiamo a Poste Italiane un percorso di reciproca responsabilità”, ha aggiunto Reschigna

La risposta positiva è arrivata da Francesco Bianchi, responsabile del Nord Ovest di Poste Italiane: “Lo slittamento del piano nazionale ci consente di approfondire alcune situazioni, come quella piemontese, nel percorso che è stato delineato. Il piano prevede la chiusura di 450 uffici in tutto il territorio nazionale, che significa, in Piemonte, 40 chiusure e 134 razionalizzazioni. Siamo il primo datore di lavoro, qui in Piemonte, con gli oltre 1400 uffici postali operativi e 2900 sportelli, e continueremo a esserlo, perché non ci sarà alcuna conseguenza dal punto di vista occupazionale. Al tempo stesso, stiamo implementando alcuni servizi, come la carta elettronica per il pagamento delle pensioni e il postino telematico”.

Soddisfatti anche i consiglieri del Movimento 5Stelle Francesca Frediani e Stefania Batzella che, di certo non diranno mai (neanche sotto tortura) “Bravo Ferrentino”, ma che ammettono: “L’annunciato stop al piano di riorganizzazione – dicono – è senza dubbio una notizia positiva, in quanto avrebbe privato numerosi territori montani di un servizio fondamentale. Un piano di riorganizzazione è inevitabile ma deve essere discusso e condiviso con tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dai Comuni montani della nostra Regione”.b.and.

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