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Affitto “assicurato” con “la tua casa in valle”

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L’azienda dove lavori è in crisi, inizia la cassa integrazione; il  reddito diminuisce. Poi va ancora peggio e c’è la mobilità. Sei senza lavoro. Ci sono le bollette da pagare, i libri dei figli e la scuola. E poi c’è l’affitto. Già, l’affitto. Non riesci più a pagarlo. In quattro e quattr’otto arriva lo sfratto, per morosità. Magari sei  pure separato o separata e non sai proprio più dove girarti. In poco tempo sei senza casa, senza lavoro, senza futuro, per te e i figli. 
Situazione limite? Nemmeno poi tanto. Lo sanno i sindaci, che ogni giorno hanno a che fare con persone che bussano alla porta del Comune per chiedere aiuto. Lo sa il Conisa che, dagli anni in cui è esplosa la crisi economica (2008-2009), si è visto costretto a stanziare cifre sempre maggiori per i cosiddetti… casi sociali. Che, da “casi” isolati sono ormai diventati  una “categoria”. 
Così, tra le tante emergenze, oggi, quella della casa è tra le più evidenti, con gli sfratti per morosità cresciuti in modo esponenziale
Occorre correre ai ripari. E non basta mettere toppe, intervenire con provvedimenti tampone (peraltro onerosi per le casse di Comuni, Conisa e… collettività) laddove gli sfratti ormai sono… conclamati. Bisogna cercare di prevenire.   Nasce da questa esigenza il progetto “La tua casa in valle”, iniziativa promossa dall’assemblea dei sindaci del Consorzio Conisa Valle di Susa insieme alla Casa di Accoglienza Beato Rosaz, all’Associazione Cicsene e il contributo finanziario del Programma Housing della Compagnia di San Paolo. Di cosa si tratta? Semplice. Di un’azione per convincere i proprietari di alloggi sfitti (e nei paesi della valle di Susa, alta e bassa, sono parecchi) ad affittarli alle persone che si trovano in quella che viene definita “fascia grigia”. Persone, o famiglie, che rischiano di precipitare in una condizione di autentica povertà. Qualche esempio? Soggetti con reddito non dimostrabile, uomini o donne separati che hanno visto ridursi il proprio reddito e la propria capacità di reddito, persone con problemi lavorativi, anziani, giovani precari, famiglie che non riescono a pagare l’affitto, cittadini stranieri. Persone o famiglie che sono scesi, prevalentemente per motivi economici, di parecchi gradini nella scala sociale e che rischiano di precipitare ancora più in basso. Anzi, che ci precipiteranno di certo se non troveranno risposta a quello che, per molti di loro, è diventato il problema numero uno: avere un tetto sopra la testa.
Chi affitterebbe il proprio alloggio a persone e famiglie, in questa situazione, senza credenziali? Nessuno, secondo le pure e semplici regole del mercato.
A meno che… affittare non diventi in qualche modo conveniente e sicuro. A meno che qualcuno non si dica pronto a mettere sul piatto le giuste garanzie. Ed è esattamente quello che fa il progetto “La Tua Casa in Valle”, che propone ai proprietari di alloggi della valle di Susa una serie di incentivi alla locazione. Il progetto è stato presentato martedì 21 aprile nella sala del  consiglio comunale di Susa. Presenti parecchi sindaci, tra cui quello di Susa Sandro Plano, il presidente del Conisa Paolo De Marchis, il referente di Ciscsene Pierino Cattai.
Proprio Cattai, senza mezzi termini, ha messo in fila le perplessità di molte proprietari di alloggi? “Io affitterei … ma se poi l’inquilino non paga? E se mi danneggia l’alloggio?”. Paure comprensibili, a cui va data una risposta. Così, quello di Cicsene è, spiega Cattai, “una vera e propria esperienza di intermediazione. Tu proprietario accetti di affittare, a un canone calmierato rispetto ai valori di mercato (ipotesi: riduzione del 20%) e il nostro Progetto, se l’inquilino smette di pagare, ti copre fino a 12 mensilità. E se la morosità è colpevole sosteniamo lo sfratto. E in caso di danni? Il progetto rimette le cose a posto”. 
Che cos’è, un miracolo? “No – risponde Cattai – è un progetto basato sull’approccio dell’accompagnamento abitativo. Un esperimento già collaudato in altri contesti e che ha visto, in condizioni “normali”, il livello di morosità scendere al di sotto del 5 per cento dei casi seguiti e, in condizioni di particolare crisi, non superare comunque mai il 10 per cento”. 
Di più. Ad affiancare il progetto, negli ultimi tempi, c’è anche una Società di Mutuo Soccorso, con cui il Progetto La Tua Casa in Valle stipula una polizza per affrontare le situazioni di morosità. “Un rischio che, in condizioni “normali” nessuna organizzazione potrebbe sostenere. La Società di Mutuo Soccorso lo fa – spiega Cattai – proprio per il nostro lavoro di accompagnamento nei confronti dei proprietari e degli inquilini”. Un accompagnamento costante, che inizia con la presa in carico dei  soggetti “in fascia grigia” alla ricerca di una casa (o che rischiano di essere sfrattati per morosità). E che prosegue nel tempo. “Suggeriamo ai proprietari di segnalare i casi di morosità fin dai primi mesi, di non lasciare incancrenire le situazioni. L’inquilino verrà contattato, gli verrà chiesto i motivi per cui non paga; lo si aiuterà nel trovare una soluzione”. Insomma, nessuno (proprietario e inquilino) verrà mai abbandonato a sé stesso. 

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