Alice, la veterinaria nel paese dei leoni
La passione per gli animali, Alice Andolfatto, 33 anni, santantoninese, veterinaria, ce l’ha avuta da sempre, fin da piccola. Una passione che l’ha portata, dopo il liceo, a frequentare la Facoltà di Veterinaria e poi a praticare la professione di medico dei nostri piccoli amici, siano essi gatti, cani, coniglietti… ma non solo. Già, perché Alice, in più di un’occasione si è trovata a fare i conti con le malattie di “bestioline” assai più pericolose e..ingombranti. L’ultimo caso? Quello del leone operato a Lodi con una tecnica del tutto nuova per il settore veterinario, tanto che i media (dai tg nazionali ai quotidiani), venerdì scorso, hanno parlato di un’operazione in … prima mondiale.
Il paziente è un leone che, manco a dirlo, si chiama… Leonardo.
E’ proprio Alice Andolfatto, che tra le altre cose è veterinaria del Parco Safari delle Langhe di
Murazzano a raccontarci la storia. “Tutto inizia nell’inverno scorso – racconta – quando ci siamo accorti che la criniera di Leonardo, un leone del Parco Safari delle Langhe, era sempre più spelacchiata. Leonardo era dimagrito vistosamente e, in più, era diventato irascibile e rissoso e aveva dolori che potevano lasciare presagire una malattia endocrina. Così ci siamo rivolti al Polo Veterinario di Lodi dell’Università Statale di Milano”. Leonardo è stato trasportato a Lodi, dove ci sono strumentazioni per i grandi animali, ed è stato sottoposto a tac e risonanza magnetica”.
La diagnosi non ha lasciato dubbi. Tumore alla ghiandola surrenale che andava quindi asportata.
Come fare? “Il problema è che un fatto di questo tipo non era mai stato descritto in letteratura per la specie leone. E poi appariva piuttosto complicato operare con la chirurgia tradizionale che avrebbe comportato un danno importante ai tessuti e , soprattutto,un decorso post operatorio lungo e stressante per l’animale, con rischi di complicanze connesse alla ferita”. L’unica soluzione possibile era quella di procedere con un metodo fino ad oggi mai utilizzato in ambito veterinario: la chirurgia laparoscopica mininvasiva e tele assistita con il ricorso a un robot dotato di bracci meccanici comandati a distanza da una consolle. A mettere a disposizione la macchina avveniristica è stata la Sofar: il robot si chiama “Telelap Alf-X”, ed è lo stesso (con tecnologia made in Italy) già in uso al Policlinico Gemelli di Roma.
“Una tecnologia – ha spiegato Giuliano Ravasio, del Polo Veterinario di Lodi, ricercatore della facoltà di veterinaria degli studi di milano – in grado di trasmettere al medico una visione interna dell’addome tridimensionale e ad alta definizione oltre a una “sensibilità tattile sulla consistenza dei tessuti”. L’operazione, avvenuta qualche giorno fa, il 20 aprile, è durata quattro ore anche se l’anestesia, in tutto, è durata dieci ore e un quarto. Tre ore dopo il risveglio Leonardo era già in grado di camminare.
Insieme a Ravasio, l’equipe che ha operato Leonardo comprendeva i radiologi Davide Zani e Maurizio Longo, i chirurghi Stefano Nicoli e Luca Formaggini. In sala operatoria, ovviamente, anche Alice Andolfatto, la veterinaria (santantoninese e valsusina) del Parco delle LAnghe.
E adesso? “Tutto è andato per il meglio – raccconta Alice Andolfatto – Leonardo si sta riprendendo ed è tornato nel suo Parco nelle Langhe, a Murazzano”.
Dell’operazione rimane solo il ricordo di tre piccoli tagli. Ora non rimane che aspettare chela criniera ricresca e torni ad essere folta, come si deve a un leone maschio di otto anni e che il peso di Leonardo torni ad essere quello standard: circa 200 kg.
Non resta quindi che fare gli auguri a Leonardo e i complimenti ad Alice e a tutto lo staff medico-veterinario protagonista di una vera e propria impresa
B.And.