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Acsel, Ciacci si… rifiuta?

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E se alla fine il cosiddetto “guru” dei rifiuti si… rifiutasse? Non è un gioco di parole ma una possibilità concreta. Il lucchese Alessio Ciacci, stando ai rumors che arrivano dai palazzi comunali valsusini sarebbe seriamente intenzionato a respingere al mittente la Presidenza Acsel, approvata a maggioranza lunedì sera in una lunga e combattuta assemblea dei soci, cioè dei 39 sindaci dei Comuni valsusini. I motivi, stando ai bene informati, potrebbero essere due. L’esiguità del trattamento economico stabilito dall’assemblea per la figura del presidente: 21.840 lordi su base annua per il 2015, quindi  circa 5.460 euro  e 12 mila euro per il 2016 a cui si aggiungono i rimborsi spese per le trasferte dal luogo di residenza alla sede Acsel, riconosciuti a tutti i membri del CdA per un tetto non superiore ai 10 mila euro.
Ma quello che avrebbe indispettito di più l’ambientalista toscano è la questione dei poteri riconosciuti al presidente che, al momento, riguardano soltanto la rappresentanza dell’azienda e i rapporti con i comuni e non, come avrebbe chiesto Ciacci, gli aspetti gestionali e operativi che, invece, sono di competenza dell’amministratore delegato Paolo Borbon.
I retroscena della vicenda su
La Valsusa

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