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Nessuna offerta per la Vertek di Condove ma il Commissario proroga i termini e la trattativa con Beltrame continua

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I 90 lavoratori della Vertek di Condove mercoledì 4 novembre, aspettavano notizie positive da Pietro Nardi, il Commissario nominato dal Governo per vendere il Gruppo Lucchini (e quindi anche lo stabilimento di Condove) al miglior offerente. Invece è arrivata la classica doccia fredda. Sulla scrivania la busta con la tanto attesa offerta del Gruppo Beltrame non è arrivata. A dirlo è un comunicato dello stesso Pietro Nardi. I termini scadevano martedì 3 novembre alle 18 e il Commissario ha atteso la mattinata di mercoledì per comunicare ufficialmente che “in data odierna, entro i termini previsti, non sono giunte offerte vincolanti per l’acquisto del Ramo Vertek Condove”. E allora che si fa? Si chiudono baracca e burattini?

Non proprio, visto che il Commissario, si legge nel comunicato, “procederà a richiedere l’autorizzazione per avviare una nuova sollecitazione all’acquisto in tempi compatibili con le difficili condizioni di mercato e utili ai fini del processo decisionale degli operatori interessati”.

Intanto, fa sapere Nardi, “la proroga all’esercizio dell’attività d’impresa e di esecuzione del programma di cessione consentirà la prosecuzione dell’attività produttiva del sito secondo l’attuale regime”.

Insomma, il tempo non è (ancora) scaduto e il Commissario rilancia contando di riportare al più presto il Gruppo Beltrame al tavolo della trattativa nella convinzione che quella dell’acciaieria vicentina pare, più che altro, una mossa tattica.

Intanto però tra i lavoratori serpeggia più di qualche preoccupazione, tanto che il sindacato ha convocato i lavoratori Vertek a un’assemblea sulla situazione aziendale che si terrà venerdì 13 novembre alle 14 nella sede di Collegno, in via Morandi 5. Il timore è che Beltrame, unico potenziale acquisitore rimasto sulla scena, si sfili.

A quel punto le sorti dello storico sito industriale condovese sarebbero segnate e la ex Monce chiuderebbe definitivamente la saracinesca, con una novantina di lavoratori (e di famiglie) praticamente in mezzo alla strada

Così i segretari della Fiom Cgil, Edi Lazzi e Ivano Franco dichiarano di essere “molto preoccupati per le sorti dei lavoratori: ci auguriamo che la Beltrame possa ritornare sulla propria scelta e acquisire l’azienda. In ogni caso, auspichiamo che anche altre realtà si facciano avanti perché nel sito di Condove ci sono lavoratori altamente qualificati e un patrimonio di macchinari e conoscenze tali che se gestiti in maniera corretta potranno produrre profitti per chi rileverà l’impianto”.

C’è però chi scommette sul fatto che la Beltrame tornerà sui suoi passi: “Nei giorni scorsi abbiamo incontrato i vertici del Gruppo vicentino – informa l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero – che ci hanno assicurato di essere seriamente interessati ad acquisire la Vertek”.

Per questo stupisce che martedì sera l’offerta non sia arrivata sul tavolo del Commissario. Tanto più che la settimana scorsa, nello stabilimento condovese, è giunta una squadra di tecnici della Beltrame che hanno inventariato il materiale grezzo e lavorato per poter procedere con una stima e determinare il valore dell’offerta definitiva.

Gli spazi per la trattativa, comunque, non sembrano chiusi e la richiesta di un’ulteriore proroga dei termini da parte del Commissario lo dimostrerebbe. Forse c’è il tentativo di “tirare sul prezzo” anche se il vero punto in discussione, più che l’entità dell’offerta, riguarda i livelli occupazionali. Attualmente la Vertek di Condove, che gira a ritmi produttivi ridotti, ha poco più di 90 addetti.

Secondo alcune ipotesi (che troverebbero conferma anche nei Palazzi della Regione Piemonte), una trentina potrebbero essere accompagnati alla pensione ricorrendo agli ammortizzatori sociali.

Dei rimanenti 60 , trenta sarebbero subito coinvolti nella produzione mentre i restanti trenta rientrerebbero in seguito, utilizzando nel frattempo gli ammortizzatori sociali.

La questione è tutt’altro che chiusa.

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