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Tav, la variante: si scava da Chiomonte

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Fotosimulazione area del cantiere di Chiomonte durante i lavori per il tunnel di base

Il 21 marzo il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via libera definitivo al progetto di Variante di cantierizzazione per la parte italiana della sezione transfrontaliera della Torino-Lione. Con questa delibera si concludono tutti gli atti approvativi dell’opera in Italia e in Francia e si entra a pieno titolo nella fase realizzativa del tunnel di base del Moncenisio.

In particolare la nuova configurazione, che prevede l’ampliamento del sito di Chiomonte per lo scavo del tunnel di base, risponde a una prescrizione del Cipe sul progetto del 2015, in cui si chiedeva di proporre una localizzazione alternativa dei cantieri per garantire la sicurezza di lavoratori e impianti. A cambiare sono solo i luoghi delle cantierizzazioni, mentre l’opera e il suo tracciato restano quelli approvati due anni fa.

Lo scavo da Chiomonte

Il progetto definitivo prevedeva di iniziare lo scavo del tunnel di base da Susa e di utilizzare il cantiere della Maddalena, dove a febbraio 2017 è stata ultimata la galleria geognostica e in questi giorni si sta completando lo smontaggio delle traversine e dei binari, come base per costruire un pozzo di ventilazione nella vicina Valle Clarea. Secondo la Variante, invece, lo scavo del tunnel di base inizia proprio da Chiomonte, dove viene realizzata una seconda discenderia dalla fresa che poi proseguirà in direzione Susa. L’adattamento del sito della Maddalena comporta un ampliamento di 4 ettari, rispetto ai 7,5 attuali (ma a fine lavori la porzione impegnata sarà di appena 1,2 ettari), ed eviterà le lavorazioni in Valle Clarea. Per il territorio è un’opportunità occupazionale, dal momento che il cantiere darà lavoro a oltre 400 persone. La scelta di non prevedere campi base, ma di favorire l’alloggiamento delle maestranze nelle strutture ricettive della zona, potrà rappresentare un volano per l’economia locale.

Eliminate le opere in Val Clarea, -36 mesi di cantieri a Susa

Non è più prevista alcuna lavorazione in Valle Clarea. La centrale di ventilazione del tunnel, infatti, viene spostata alla Maddalena e progettata con una soluzione semi – ipogea (in parte interrata). Terrazzamenti piantumati con verde, alberi di varie specie (frassino, betulla, quercia, prugnolo selvatico, sambuco, nocciolo e altri) nonché filari di melo Malus Domestica, un’antica varietà originaria della Valsusa, che completano una soluzione che ottimizza l’inserimento nella natura circostante. E’previsto l’uso di materiali come l’acciaio Corten, rivestimenti di doghe in legno e pietra locale.

Inoltre, lo scavo da Chiomonte verso Susa permette di ridurre di 36 mesi i lavori nella piana (da 9 anni si arriva a 6) e di far correre in galleria, anziché in superficie, oltre 6 km di cavidotto per l’alimentazione elettrica.

Lo smarino a Salbetrand: il 60% riutilizzato nei lavori

A Salbertrand arriverà solo materiale sicuro e controllato. In quest’area ferroviaria dismessa, di 14 ettari, che sarà successivamente riqualificata e resa al Comune, verranno realizzati gli impianti per la lavorazione dello smarino, dei calcestruzzi, di fabbricazione dei conci e la zona di carico per i treni. Il modello è quello già sperimentato in Francia per il cantiere di SMLP, dove un’antica segheria è stata trasformata in una fabbrica che impiega fino a 100 addetti, di cui il 75% locali. Lo stesso avverrà in Italia: le attività avverranno in ambienti chiusi, per minimizzare l’impatto con l’esterno, e lo spostamento dei carichi tramite nastro trasportatore coperto e insonorizzato. Il cantiere punta ad essere autosufficiente, riutilizzando nei lavori la roccia estratta negli scavi: il 60% sarà trasformato in calcestruzzo per essere poi reimpiegato nella copertura del tunnel. L’area di Salbertrand sarà restituita a fine opera con interventi di riqualificazione ecologica che prevedono l’inserimento di vegetazione tipica del luogo.

Il trasporto sulla A32 e lo svincolo di Chiomonte

Mentre il trasporto a lungo raggio delle terre non utilizzate fino ai siti di deposito avverrà su treno, a partire dai binari di carico di Salbertrand, gli spostamenti a corto raggio tra Chiomonte e Salbertrand si serviranno dell’autostrada A32: i camion usciranno dal cantiere attraverso il nuovo svincolo realizzato da Sitaf e accederanno all’impianto di Salbertrand tramite il piazzale della vicina stazione di servizio. In caso di problemi o chiusure sull’autostrada il sito della Torino-Lione ha comunque un’autonomia di 5 giorni in cui il materiale di scavo può restare stoccato sul piazzale. In questo modo i camion non impatteranno in alcun modo sulla viabilità locale, nemmeno in caso di imprevisti. I viaggi sono programmati in autostrada escludendo sempre i week-end e i giorni festivi, quando ci sono i maggiori spostamenti di turisti. Inoltre TELT resta in costante contatto con i sindaci del territorio per ottimizzare la gestione del cantiere e le movimentazioni del materiale.

Massima tutela per l’ambiente

I rigorosi controlli sul materiale estratto a Chiomonte non hanno mai fatto riscontrare la presenza di inquinanti e il tracciato approvato nel 2015 riduce al minimo la possibilità di incontrare formazioni di rocce verdi. Tuttavia, anche in questa eventualità, la Variante raggiunge l’importante risultato di non far mai uscire il materiale dalla montagna, stoccandolo direttamente in galleria, con modalità già sperimentate a Cesana Torinese.

Un percorso per i visitatori

Per consentire ai visitatori di scoprire l’opera, al cantiere di Chiomonte verrà costruito un percorso pedonale aereo che permetterà di seguire le lavorazioni senza interferire con le attività. L’itinerario sarà collegato anche ai principali punti di interesse turistico del territorio.

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