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Bufalini: “Tunnel e nuova linea nel 2030”

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Maurizio Bufalini
“La sensazione, quando se ne discute in Parlamento o in altri luoghi, è che la Torino-Lione sia ferma ancora sulla carta, che non sia stato scavato nemmeno un metro. Difficile convincere che le cose non stanno in questo modo, che l’opera sta andando avanti”.

A parlare è Silvia Fregolent, deputata del Partito Democratico. Ed è proprio per fare il punto sui lavori in corso (e su in fase di appalto) che il Pd ha organizzato il confronto di lunedì 16 luglio al Rosaz. 
Sala non certo pienissima. “Ma non era nemmeno questo il nostro obiettivo”, dichiara Ferrentino. “ Se avessimo voluto le folle non organizzavamo certo l’appuntamento nel pomeriggio di un giorno feriale e magari lo facevamo più vicino a Torino. Al netto dell’incredibile episodio di teppismo, noi siamo soddisfatti della buona presenza e dei contributi acquisiti”.

A spiegare lo stato dell’arte è toccato a Maurizio Bufalini, direttore generale aggiunto di Telt: “E’ noto che la Torino-Lione viene realizzata in tre tratte: quella internazionale che comprende il tunnel di 57,5 km tra St.Jean de Maurienne e Susa con il collegamento con la linea “storica” a Bussoleno; quella francese che sarà realizzata dalle ferrovie transalpine e quella italiana a cura di Rfi”. 
Telt ha il compito di realizzare la tratta internazionale “ che prevede 12 cantieri operativi tra Italia e Francia, due nuove stazioni internazionali (a Susa e a St. Jean de Maurienne), un costo stimato in 8,6 miliardi di euro, l”impiego di 3 mila lavoratori diretti e altrettanti indiretti tra Italia e Francia, 20 mila contratti con appaltatori e subappaltatori”.

Ancora: “Il tunnel St.Jean del Maurienne-Susa sarà scavato a una velocità media di circa 12 m. al giorno e l”opera sarà terminata nel 2029, Per cui prevediamo l’inizio dell’attività commerciale della linea dal 1° gennaio 2030”.

Ma perché costruire un tunnel e non usare l’attuale?Perchè è vecchio e obsoleto. Costruito nel 1871, a quota 1300 metri, con pendenze rilevanti per salire dai 500 metri del fondo valle. Risultato: il vecchio Frejus e la vecchia linea non sono adeguati alle capacità di trasporto richieste oggi”. Questo mentre “ quella nuova sarà di fatto una ferrovia di pianura, con il tunnel scavato alla base della montagna”. Tutto l’arco l’alpino sta andando in questa direzione, “visto che sono in costruzione ben 7 tunnel di base tra i 30 e i 57 km e mentre il Gottardo (lungo 56 km.) é stato recentemente completato ed è stato completamente finanziato dalla Svizzera”.

Quali saranno le caratteristiche del tunnel di base?Due canne lunga ciascuna 57,5 km. con un ramo di connessione tra le due canne ogni 333 metri per motivi di sicurezza e una via di uscita ogni 10 km. che corrispondono alle discenderie già realizzate a St. Martin La Porte (2.400 m.), La Praz (2.480 m.), Villarodin- Bourget Modane (4.000 m), La Maddalena Chiomonte (7 mila metri)”.

Per costruire il tunnel sono previste 81 gare d’appalto (45 per lavori e 36 per ingegneria): 7 sono in corso e 24 già assegnate. 
Le gare d’appalto sono state divise in tre fasce: i grandi lavori, con appalti compresi tra 300 milioni e 1,6 miliardi di euro; appalti intorno ai 50 milioni di euro “ con l’obiettivo di consentire alle grandi imprese locali di competere con quelle europee”; appalti tra i 5 e i 7 milioni di euro “che rendono molto competitive le imprese locali”.

La tempistica prevede nel 2019 alcuni lavori preliminari e l’effettuazione delle gare d’appalto; tra il 2020 e il 2026 la realizzazione dell’opera, tra il 2027 e il 2029 la parte tecnologica, i test tecnici e i collaudi; nel 2030 l’entrata in funzione della Torino-Lione. 
C’è poi da dire che una galleria (circa 4 km su 9 previsti) è in fase scavo sull’asse di quello che sarà il tunnel di base St.Martin La Porte. Un cantiere che occupa 450 persone. Nei dintorni, poi, una vecchia segheria è stata trasformata in fabbrica dei conci per rivestire la galleria: qui trovano lavoro circa 120 persone ed è tutto personale locale. Che è poi lo specchio di quel che potrebbe accadere sul versante di scavo italiano (dove si comincerà a scavare da Chiomonte in direzione Susa): “Qui – conclude Bufalini – sono previsti 800 occupati, non sono previsti campi base nè strutture interne per la ristorazione per cui le maestranze utilizzeranno i servizi del territorio. Questo vuol dire che sono previsti fino a 1 milione di pernottamenti nel periodo dei lavori e un totale di circa 50 milioni di euro di potenziali ricadute sul territorio della Valle di Susa”.
BRUNO ANDOLFATTO

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