La democrazia secondo i No Tav
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Parlare di Tav (senza il prefisso No) in valle di Susa continua ad essere un tabù. Basta mettersi nei panni di un cittadino qualunque che lunedì 16 luglio, nel pomeriggio, venisse colto da un’improvvisa curiosità: andare al teatro Rosaz di Susa per sentire i dirigenti di Telt (la società che ha il compito di costruire la tratta internazionale dell’alta velocità), il Commissario di Governo Paolo Foietta, esponenti del Partito Democratico.
L’argomento: il punto sui lavori della nuova ferrovia Torino-Lione.
Mission Impossible; neanche nei panni del personaggio impersonato da Tom Cruise ce l’avrebbe fatta nell’impresa di superare due posti di blocco.
Il primo costituito da una cinquantina di attivisti No Tav dotati di bandiere con il treno veloce crociato di rosso che invitavano, in modi più o meno gentili, a non procedere oltre.
Il secondo dal nutrito gruppo di poliziotti che facevano cordone nelle vicinanze del Teatro Rosaz e che chiedevano, per consentire il passaggio, di esibire l’invito all’iniziativa. Senza quel foglio di carta, niente da fare, si torna indietro.
Tu chiamala, se vuoi, democrazia.
Lo dice una che con il tav non è certo tenera, come Elisabetta Serra, vicesindaco di Vaie: “Quando mi hanno vista passare, i contestatori me ne hanno dette di tutti i colori e hanno quasi cercato di bloccarmi fisicamente. Figuratevi: sono una No Tav della prima ora ma se voglio contestare devo sapere cosa dice la controparte. E quindi ho scelto di superare il blocco e di accedere alla sala”.
Peggio ancora è andata ai ‘vip’, come Antonio Ferrentino (organizzatore dell’appuntamento) e al Commissario di Governo Paolo Foietta.
“Insulti, calci alla macchina, sputi e spruzzi d’acqua” è quanto denuncia di aver subito Ferrentino mentre, in auto, tentava di accedere al parcheggio del Rosaz.
Ferrentino, poi, rincara la dose: “Decine di persone e amministratori non hanno accettato la gogna mediatica (il coro ‘vergogna – vergogna’) che accompagnava e hanno rinunciato. Un “palo“, ad inizio della strada, avvisava gli esagitati chi stava arrivando, chi colpire ed insultare”.
A ribattere ci pensa Francesca Frediani, consigliere regionale del Movimento 5Stelle: “La scarsa partecipazione all’evento dimostra che la valle non è interessata e la contestazione all’esterno dà prova che l’opposizione è viva più che mai e gli abitanti sono esasperati da anni di non ascolto, di militarizzazione e di criminalizzazione del movimento e non sono disposti ad ascoltare altre favole sulla grande opera inutile. Soprattutto se le favole sono raccontate da chi per anni si è dichiarato fiero oppositore del Tav e oggi ne è diventato un accanito sostenitore”.
Controreplica di Ferrentino: “L’obiettivo del seminario era documentare e diffondere lo stato dei lavori ed è stato perfettamente raggiunto con decine di richieste, di media e persone fisiche, che chiedono le slide per ripetere l’incontro in altri posti, proprio per informare correttamente più persone possibili oscurando i racconti di tanti presunti tecnici che arrivano a disconoscere l’evidenza. Noi forniamo documenti verificabili visitando i cantieri“.
Poi la promessa: “Organizzeremo a breve altri incontri in valle e a Torino e cintura”. Per il resto ” il teppismo ha fatto da enorme cassa di risonanza e comunque, per la mia auto danneggiata, la clausola assicurativa atti vandalici, come in passato, metterà tutto a posto”.