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Nostalgia e qualche rimpianto. Il sogno Olimpico (raggiunto) del 2006

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Do you remember? Ve lo ricordate?
Facciamo un salto indietro; più di vent’anni fa.

Il sogno olimpico di Torino, delle Valli di Susa e Chisone nasce ai bordi delle piste di sci del Sestriere

Corre l’anno 1997, mese di febbraio; campionissimi del calibro di Alberto Tomba, Christian Ghedina, Isolde Kostner, Deborah Compagnoni, accendono il tifo di migliaia di tifosi accorsi ai bordi delle piste del Colle per godersi uno spettacolo sportivo irripetibile

Irripetibile? E perché mai? 

Quello di Sestriere 1997 (Mondiali di Sci) é per davvero un grande evento sportivo e organizzativo. 
Ma che si può, si deve ripetere. Magari più in grande.

Così non ci vuole molto per accarezzare un altro sogno: quello olimpico

 Chi ha un po’ di memoria storica  ricorda che nella cabina di regia dei Mondiali di Sci del 1997 ci sono ben tre valsusini.

Livio Dezzani

Due nominati dal Governo come commissari:  Livio Dezzani, ingegnere santantoninese, si prende carico di un’infinita serie di grane organizzative;

Piero Gros

Piero Gros , indimenticabile campione di sci degli anni ’70, chiamato a seguire e coordinare gli eventi collaterali. 

Stefano Rigon

Con loro  un altro valsusino, Stefano Rigon, santantoninese, amministratore straordinario dell’Azienda di Promozione Turistica della Valle di Susa.

Perchè no?
Olimpiadi invernali in Valle di Susa. Il primo a dire “perché no?” è  proprio Livio Dezzani in un’intervista al settimanale La Valsusa. “Qualcuno l’ha buttata lì – dice – e i responsabili del Comitato Olimpico sono stati ben impressionati dall’organizzazione dei Mondiali di Sci. Vedremo. Perché no?
Quella “buttata lì” da Livio Dezzani in un colloquio quasi confidenziale con un giornalista è ben più di un’ipotesi e qualcosa più di un sogno. Si tratta di un progetto che, poco per volta, inizia a prendere forma.

Ottobre 1997, Sestriere fa il primo passo

Per arrivare a qualcosa di definito, messo nero su bianco, bisogna però aspettare l’inizio di ottobre dello stesso anno dei Mondiali di Sci, il 1997. In un box, pubblicato sulla prima pagina delle pagine sportive del settimanale La Valsusa, si esplicita che Sestriere, “la capitale della via Lattea, si candida per le Olimpiadi del 2006”
Sestriere, “si propone a livello italiano per concorrere alla corsa mondiale, insieme ad altre due località: Cortina e Tarvisio”
Toccherà poi al Coni decidere, entro febbraio 1998, chi rappresenterà l’Italia nell’impresa Olimpica. La decisione del Cio è attesa nell’estate del 1999.
La strada è lunga e tutt’altro che semplice. 
Il 18 dicembre il quadro si chiarisce meglio. 
La candidatura olimpica non è solo un affare made in Sestriere ma riguarda la Città di Torino e tre valli: La Valle di Susa, la Val Chisone e la Val Pellice. 
Il dossier viene presentato a Roma nella sede del Coni dal presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, dal sindaco di Torino Valentino Castellani, dall’assessore provinciale al turismo Silvana Accossato. 

La partita può iniziare. 
Vengono definite le prime ipotesi per le sedi di gara. Sci a Sestriere e Bardonecchia; bob, slittino e salto tra San Sicario e Bardonecchia, sci da fondo tra Pragelato e Sauze di Cesana; gare su ghiaccio a Torino, Torre Pellice e Pinerolo. Cerimonie di apertura e chiusura allo Stadio delle Alpi di Torino.

Qualcosa, nei fatti, cambierà; ma l’ossatura dell’evento è quella. Di certo c’è che che dopo Giappone (1998) e Usa (2002), nel 2006 le olimpiadi invernali tornano in Europa e le Valli di Susa, Chisone e la Città di Torino devono vedersela con il Veneto prima e con la Svizzera dopo. 

Livio Dezzani è ottimista: 
“Le chances non mancano e la candidatura è un’ottima operazione di immagine”.

Il 28 gennaio 1998 arriva la prima, buona anzi ottima notizia. Il primo scoglio della candidatura olimpica è superato. Il Coni sceglie Torino e le sue valli per la corsa olimpica. Il Consiglio Nazionale del Coni, a votazione segreta, esprime 23 voti per Torino contro i 13 di Venezia. I commenti che arrivano dal Coni Piemontese, attraverso il suo presidente Alberto Ferrero, si riassumono in una parola: “Felicità”. L’organizzazione delle Olimpiadi in Piemonte, secondo le previsioni ufficiali, comportano un in vestimento, in termini di impianti sportivi, di 425 miliardi e 400 milioni (era ancora il tempo delle “lire”). La battaglia adesso si sposta sul piano internazionale. E il confronto, probabilmente, sarà con la svizzera Sion.

Luigi Chiabrera

Il 12 febbraio, nasce ufficialmente la nuova Agenzia Turistica Locale (Atl) che non casualmente aggrega i territori della Valsusa e del Pinerolese. Presidente è una vecchia conoscenza: l’aviglianese Luigi Chiabrera.

Poi ci sono anche le competizioni non sportive che incidono (negativamente) sul territorio e, di conseguenza, anche sulla candidatura olimpica. Un esempio per tutti? Lo slalom automobilisticoche interessa i 9  km di quella che, per anni, è stata l’eterna incompiuta dell’alta valle: i circa 9 km che separano Oulx da Cesana. Doveva essere pronta per i mondiali di Sci del ’97, riuscirà ad esserlo per il 2006? Chissà.
Non basta. Il 16 luglio sulla candidatura olimpica si abbatte pure la bocciatura di alcune associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Legambiente, Pro Natura e WWF) che danno vita a un Osservatorio “Olimpiadi 2006” in cui si esprimono molte “riserve su una candidatura che pare poggiare più su un progetto di immagine che su progetti mirati a garantire l’ambiente e il territorio”. Gli ambientalisti contestano “gli interventi pesanti sul territorio” e, in particolare, “l’impianto di bob e slittino a Beaulard, il trampolino a Pragelato” ecc. 
L’intervento manda su tutte le furie alcuni amministratori locali e chi scrive ricorda ancora la telefonata tempestosa ricevuta, il giorno dopo l’articolo che dava conto delle posizioni degli ambientalisti, dall’allora sindaco di Oulx e presidente della Comunità Montana Alta Valle Evelina Bertero.
La settimana dopo a metterci una pezza è Giuliano Molineri, direttore del Comitato Torino 2006, che replica punto dopo punto alle obiezioni degli ambientalisti: “Le Olimpiadi invernali – replica – sono una chance di sviluppo. Non è vero che ci saranno massicci interventi edificatori in montagna mentre le piste di bob e slittino a Beaulard sono un’opportunità per rilanciare una stazione turistica in via di estinzione”.
La pausa di agosto si avvicina e il Comitato Torino 2006 pubblica un sondaggio effettuato nelle valli di Susa e Chisone secondo cui il 79,6% dice sì alle Olimpiadi invernali.
Il 15 ottobre a Torino e nelle valli sbarca la Commissione del Comitato Olimpico internazionale. Visita la città e i luoghi delle gare. Deve preparare una relazione entro fine gennaio 1999. 
Per sostenere la candidatura italiana, torinese e valsusina scendono in campo pezzi da novanta come il vice presidente del consiglio Walter Veltroni, il sindaco Valentino Castellani, i presidenti di Provincia e Regione Mercedes Bresso e Enzo Ghigo, Evelina Christillen, Giorgetto Giugiaro, Giuliano Molineri
E poi c’è lui. Sì, proprio lui, l’avvocato Giovanni Agnelli che, a un certo punto, a sorpresa, si avvicina al microfono e parla: “Non ho alcun discorso da fare – dice -. Vivo qui e sono interessato a tutto quanto vi succede. Vedrete com’è Torino, apprezzerete come sono vicine le montagne, come sono belle per sciare, come la città accoglierà la gente, perché vuole i Giochi. Arrivederci al 2006”.
L’endorsement di Agnelli gioca un ruolo decisivo nella vicenda. Alla fine di gennaio 1999 in lizza, secondo i bookmakers, sono rimaste solo più la svizzera Sion e Torino, mentre sembrano ormai tagliate fuori le altre candidate: la slovacca Poprad, la polacca Zacopane, la finlandese Helsinky e l’austriaca Klagenfurt. Secondo indiscrezioni, le pagelle del Cio darebbero un 10 alla svizzera e un 8,5 a Torino. Sion sarebbe quindi favorita ma non sempre questa è la posizione migliore.
Si arriva alla data fatidica: 

19 giugno 1999

A Seoul tutto è pronto per la decisione. La notizia arriva quando a Torino sono le 6.30 del mattino (le 13.30 in Corea):

 le Olimpiadi invernali 2006 sono assegnate a Torino e alle sue valli 

che entrano così nella storia dello sport internazionale. Al 2006 mancano poco meno di sette anni.

BRUNO ANDOLFATTO

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