La corsa del “Chiampa” comincia ad Avigliana
AVIGLIANA – Requisito fondamentale per una partita di calcio è la … praticabilità del campo e la mancanza di invasioni del terreno di gioco. Vale anche per la democrazia. Condizioni un po’ complicate da assicurare quando, in Valle di Susa e dintorni, è in gioco la questione Tav. Lo si è visto, ancora una volta, lunedì sera, 29 gennaio, niente meno che all’ingresso di un ristorante pizzeria, il King Rose di Avigliana, luogo che (guarda un po’) si trova in una via dedicata a Gandhi, il profeta della non violenza.
Qui era atteso il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, che ha scelto di aprire la sua corsa verso la riconquista di Palazzo Lascaris proprio alle porte della Valle, nella “tana del lupo”, verrebbe da dire. Ad attenderlo (e poteva mancare?) il consueto comitato d’accoglienza con una trentina di manifestanti e bandiere, fischietti, urla da stadio, assedio all’auto del presidente. Con loro (lei dice “solo per scattare una foto e portare un saluto ai presidianti”) anche la consigliera regionale condovese Francesca Frediani.
Fin qui la coreografia esterna, fatta di manifestanti e poliziotti che li tenevano a bada. All’interno del locale clima decisamente più disteso, con Chiamparino, l’organizzatore della serata Antonio Ferrentino, l’ancora (per quanto? Si dice che Salvini potrebbe prorogarlo) Commissario Straordinario Paolo Foietta, sindaci, imprenditori, rappresentanti delle forze sociali.
Ferrentino attacca: “C’è chi parla di valle devastata dalla Torino-Lione ma come fanno a non accorgersi che, dopo il tunnel tra St Jean de Maurienne e Susa non sarà piantato un solo chiodo fino a Buttigliera Alta?”. Insomma, il progetto non è più quello del 2005 e, aggiunge Ferrentino, “ i lavori sono cominciati e mentre il Governo prende tempo la talpa scava”.
Già, aggiunge il presidente Chiamparino, “ma c’è il serio rischio che se il Governo continua a non decidere a giugno la talpa si intampi nel cuore della montagna”. E a quel punto son dolori, per l’economia piemontese, per Torino e per l’Italia e anche per la valle di Susa.
In sala ci sono anche le “madamine” torinesi che annuiscono. “Le imprese in questi anni – aggiunge Chiamparino – si sono localizzate dove ci sono le strutture logistiche per le merci e le persone. Per questo Torino- Lione e Terzo Valico sono opere indispensabili, pena il declino del Nord Italia. Soprattutto di Piemonte, Lombardia e Liguria che devono aspirare a essere in competizione con le grandi piattaforme di Rotterdam, Anversa, Amburgo”.
Chiamparino procede a ruota libera, parla di “parco della Sanità”, di Olimpiadi 2026 (“adesso siamo fuori ma potremmo rientrare in gioco dopo la presentazione del dossier, soprattutto sul Bob a Cesana e il Palazzo del Ghiaccio di Torino”), di turismo invernale e di quello culturale ed enogastronomico.
Poi inizia il “giropizza”. Chi lo paga? “ Non certo io”, scherza Chiamparino che risponde indirettamente al post di Frediani (“Chiampa offre la pizza a tutti i Sì TAV. Il rinforzo però lo paghiamo noi”). E Ferrentino indica un tavolo: “C’è una cassetta per raccogliere contributi. La pizza ce la paghiamo noi”. Alla fine è il panificio Romanato di Bruzolo a portare le … bugie. Chiamparino passa tra i tavoli a servirle e scherza: “Almeno potranno dire che ho servito le bugie in campagna elettorale”.
La serata finisce. Fuori rimane qualche lampeggiante acceso sui mezzi della Polizia. Sono le 22.30 ed è tutto tranquillo, nessun manifestante.
Qualcuno commenta: “Ma come se ne sono già andati? Non ci sono più i No Tav di una volta”.
BRUNO ANDOLFATTO